mercoledì 1 luglio 2015 - Carlo Santi

La lettera di Maometto a difesa dei cristiani

I musulmani come dovrebbero trattare i cristiani? In una lettera, scritta dal profeta Maometto, Egli difende e tutela tutti i cristiani.

Come vanno trattati i cristiani da parte di coloro che professano la fede islamica?

La risposta è in una lettera scritta a mano dal profeta Maometto, un tempo conservata e custodita come una cosa sacra nel monastero di Santa Caterina nel Sinai d’Egitto. In tale documento il profeta Maometto difende il culto cristiano e i suoi seguaci.

Monastero di Santa Caterina, Sinai, Egitto

Qualche breve cenno storico

Per comprendere la portata storica e l’autenticità del documento, va chiarito che l’archivio del Monastero di Santa Caterina ospita una vasta collezione di manoscritti antichi. La sua biblioteca riveste una grande importanza perché contiene la seconda più grande raccolta di codici e manoscritti del mondo, superata solo dall’incredibile Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel Museo si trovano più di 3.500 volumi in greco, copto, arabo, armeno, ebraico, georgiano, siriaco e in molte altre lingue. Tra questi capolavori spicca fra tutti una Bibbia del VI secolo.

Fatta questa premessa, che vuole testimoniare quanto la biblioteca e l’archivio del Monastero di Santa Caterina sia importante, dal punto di vista del valore artistico e culturale, è noto che nell’Eremo del Sinai è stato conservato, per secoli, un documento fra i più importanti al mondo, scritto di pugno da Maometto. Il profeta Maometto, con tale documento, accordava assoluta protezione ai cristiani e ai loro luoghi di culto. Il profeta volle ringraziare così i monaci cristiani di Santa Caterina perché, a sua volta, era stato accolto e protetto dai suoi nemici all’interno delle mastodontiche mura che difendono il monastero. In virtù di questo documento il monastero e la sua comunità di monaci sono riusciti a sopravvivere alla dominazione araba. Inoltre, il monastero è considerato un luogo sacro dalle tre maggiori religioni monoteiste: il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islam. All’interno delle sue mura i monaci fecero costruire persino una moschea per garantire, ai musulmani in visita, un luogo per loro adeguato ove pregare. Purtroppo, però, la mochea non venne mai aperta al culto perché, per errore, non era stata orientata verso la Mecca.

Il documento di Maometto oggi non è più conservato nella biblioteca del monastero di Santa Caterina. Durante la conquista ottomana dell'Egitto nel 1517, il documento originale venne sequestrato dal monastero dai soldati ottomani e portato al palazzo del sultano Selim I a Istanbul. La lettera originale è ora conservata nel Museo Topkapi di Istanbul ed è stata analizzata da alcuni ‘giudici dell'Islam’ che hanno attestato la sua autenticità storica.

(Nozioni storiche tratte dal thriller storico IL QUINTO VANGELO di Carlo Santi, II edizione 2013 CIESSE Edizioni, ISBN 978-88-6660-062-6)

L’attualità del documento di Maometto

In un momento come quello attuale, soprattutto in seguito alla nascita dello Stato Islamico e la conseguente dichiarazione della jihad, è giusto ricordare che il profeta Maometto ha voluto che i cristiani andassero considerati quali ‘amici’ da parte di tutti i musulmani. Un uomo o una donna di fede islamica, quindi, non può fare del male a un cristiano in alcun modo, né con atti della sua mano, né con il linguaggio, in caso contrario il musulmano pecca di disubbidienza al volere del suo profeta. A quanto pare, lo Stato Islamico o non conosce l’esistenza della lettera di Maometto, oppure ne ignora volontariamente il contenuto.

Il giuramento del Profeta Maometto ai seguaci del Nazareno

Anton HaddadIl documento che segue viene denominato il ‘Achtiname di Muhammad’, noto anche come il Patto o Santo Testamento del profeta Maometto. La lettera è un ‘ahdname’ (atto o accordo dal valore giuridico in uso all’epoca, ndr) che è stato scritto dal profeta islamico quale concessione della sua protezione e altri privilegi a favore dei monaci del monastero di Santa Caterina e a tutti i cristiani del mondo. Il documento si chiude con un’impronta che rappresenta la mano di Maometto.

Vi sono diverse traduzioni della lettera, alcune differenziano dalle altre, ma di poco. Ciò che si propone di seguito è quella curata nel 1902 da Anton F. Haddad, intitolata ‘Il giuramento del Profeta Maometto ai seguaci del Nazareno’, ritenuta dagli storici la traduzione ‘migliore’ e, per questo, riproposta nel 2004 dall'associazione internazionale H-Bahai (Ente di studio scientifico di fama mondiale, che favorisce la discussione accademica della cultura e della storia delle tradizioni religiose millenarie e / o esoteriche).


La lettera di Maometto

Achtiname di Muhammad

Questa è una lettera che è stata rilasciata da Mohammed, Ibn Abdullah, il Messaggero, il Profeta, il fedele, che viene inviata a tutte le persone come una parola da parte di Dio (Allah, ndr) per tutte le sue creature. In verità Dio è l'Eccelso, il Saggio. Questa lettera è indirizzata agli ambasciatori dell'Islam, come alleanza data ai seguaci del Nazareno (Gesù venne riconosciuto da Maometto come profeta al suo pari, gli islamici lo chiamano, appunto, Nazareno, ndr) in Oriente e Occidente, a quelli vicini e lontani, agli arabi e agli stranieri, al noto e all'ignoto. Questa lettera contiene il giuramento dato loro (ai Nazareni, ndr), e chi disobbedisce ciò che vi è scritto, sarà considerato un disobbediente e un trasgressore a quella Fede alla quale egli è comandato. Egli sarà considerato come uno che ha corrotto il giuramento di Dio, o il Suo testamento, che ha respinto la Sua Autorità, disprezzato la Sua religione, e si è fatto meritevole della Sua maledizione, sia fosse un sultano o qualsiasi altro credente dell'Islam.

Ogni volta che monaci, fedeli e pellegrini si riuniscono, sia in una montagna o valle, o tana, o luogo frequentato, o semplice, o la chiesa, o in luoghi di culto, in verità Dio è su di loro e li protegge, e protegge le loro proprietà e la loro morale, anche da me stesso, dai miei amici e dai miei assistenti, perché sono dei soggetti sotto la mia protezione. Io li esento da tale atti che li possano turbare; degli oneri che sono pagati da altri come un giuramento di fedeltà. Essi non devono dare nulla del loro reddito, ma ciò che piace loro, non devono essere offesi, o disturbati, o costretti o obbligati. I loro giudici non devono essere modificati o impedito loro di realizzare i propri uffici, né i monaci disturbati nell'esercizio del loro ordine religioso, o la gente di clausura essere arrestati da dimora nelle loro celle. A nessuno è permesso di saccheggiare i pellegrini, o distruggere o rovinare una delle loro chiese, o case di culto, o di prendere una qualsiasi delle cose contenute all'interno di queste case e portarlo alle case dell'Islam. Colui che toglie da essa, sarà uno che ha corrotto il giuramento di Dio, e, in verità, disobbedisce al Suo Messaggero.

Le tasse non dovranno essere messe sui loro giudici, sui monaci, e quelli la cui occupazione è il culto di Dio; né qualsiasi altra cosa potrà essere presa da loro, che si tratti di un bene, una tassa o un diritto ingiusto. In verità io conservano la loro compattezza, ovunque si trovino, in mare o sulla terra, in Oriente o Occidente, da nord o da sud, perché sono sotto la mia protezione e il mio testamento dà loro la mia sicurezza contro tutte le cose che vanno aborrite. Nessuna tassa o decime devono essere ricevuti da coloro che si dedicano al culto di Dio in montagna, o da chi coltiva la Terra Santa. Nessuno ha il diritto di interferire con i loro affari, o portare qualsiasi azione contro di loro. In verità questo è per altra cosa e non per loro; piuttosto, nelle stagioni delle colture, che dovrebbe essere data una Kadah per ogni Ardab di grano (circa cinque quintali e mezzo, ndr) come fondo per loro, e nessuno ha il diritto di dire loro che questo è troppo, o chiedere loro di pagare alcuna imposta. Per quanto riguarda chi possiede proprietà, i ricchi e i commercianti, le tasse che possono essere prese da loro non devono superare i dodici Dirham (Il Dirham era la valuta in uso a quel tempo dagli arabi, oggi lo Stato Islamico ha ripristinato l’utilizzo di questo tipo di valuta, ndr) a testa all'anno.

Non può essere imposto a chiunque di intraprendere un viaggio, o di essere costretto ad andare in guerra o usare armi per i musulmani, chiunque deve combattere per la loro ragione, non quella di altri. Il seguace dell’islam non deve fare nessuna disputa o discutere con loro, ma accordarsi secondo il verso registrato nel Corano. Essi non devono essere costretti a portare armi o pietre; ma i musulmani devono proteggerli e difenderli contro gli altri. Qualora una donna cristiana è sposata con un musulmano, tale matrimonio non deve avvenire se non dopo il suo consenso, e a lei non deve essere impedito di andare nella sua chiesa per la preghiera. Le loro chiese devono essere onorate e non devono esserci impedimenti nella costruzione di luoghi di preghiera o la riparazione dei loro conventi.

Spetta a ognuno della nazione dell'Islam non contraddire e a rispettare questo giuramento fino al Giorno della Resurrezione e della fine del mondo.

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1 réactions


  • Cristiano Barbaro (---.---.---.188) 4 agosto 2016 21:41

    Peccato che il Corano ha la precedenza su qualsiasi altro scritto, e che esiste la dottrina islamica sancita da Maometto stesso, la quale introduce un concetto fondamentale, ossia l’abrogazione dei versetti coranici. Faccio un esempio, la prima parte del Corano, scritta quando il "profeta" era militarmente debole ( e dovette ad esempio trovare rifugio nel monastero di cui sopra), contiene i versetti tolleranti e pacifici. Questa era la fase del periodo meccano della sua vita. Quando egli prese potere militare e non doveva trattare ne mediare con nessuno, dato ormai la sua forza militare era preponderante, inizia la seconda parte del Corano, con un notevole incremento dei versetti violenti ed intolleranti verso i miscredenti o i politeisti come chiama i cristiani. Infatti Così si spiega come mai che nel mondo islamico, prendiamo ad esempio la recentissima occupazione turca di parte di Cipro, fu proibito eseguire manutenzione alle chiese cristiane, ne costruirne di nuove. Si spiega benissimo anche la famosa tassa di sottomissione, la Jizyia, riservata ai cristiani. Unendo quanto sopra alla ormai ben conosciuta dottrina islamica della taqyia (ossia il permesso che hanno gli islamici di raccontare bugie quando serve loro per 1. difesa da un attacco, o 2. per portare vantaggi alla Umma comunità islamica), capiamo benissimo che c’è poco da fidarsi. Se facesse testo quella lettera, e non il Corano, gli Editti Bukhari, e i Sunnats, i cristiani non avrebbero sofferto tanto nella storia e non sarebbero diventati delle minoranze insignificanti nei paesi del Nordafrica, cosa che solo un lento ed inesorabile genocidio tramite una condizione di continuo attrito logorante durato nei secoli, poteva generare. Agli indù e buddisti dall’Afghanistan all’India, andò anche peggio, come attesta l’ottima ricerca fatta da Sita Ram Goel: "The Story of Islamic Imperialism in India", ISBN-13: 978-8185990231 ISBN-10: 8185990239.


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