sabato 11 ottobre 2014 - enzo sanna

La futura stella cadente di Renzi, fra crêpes, frittate e contorni

Dopo i recenti colpi di piccone ai diritti dei precari, dei disoccupati, dei lavoratori e alle loro rappresentanze, circolano in rete, sia nei social che nei blog, parallelismi e analogie tra Renzi e il primo Mussolini post socialista tendenti a far convergere le due personalità e, di conseguenza, i nefasti effetti, oltre ai pericoli, del nuovo aspirante ducetto, come se non fosse bastata l'era Berlusconi. Sembrerebbe arduo sostenere tale ragionamento, non foss'altro per la diversa cornice storica. C'è un non so che, però, a spingere verso l'approfondimento. Armiamoci, allora, di santa pazienza e andiamo a verificare se qualcosa di concreto possa avvalorare gli argomenti di chi accomuna i due personaggi.

Frugando tra i siti ne viene fuori una preoccupante quantità di spunti, alcuni casuali, altri no. Eccone una sintesi:

  • Mussolini assume la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri all'età di 39 anni senza passare per elezioni democratiche e contemporaneamente mantiene l'incarico di capo del PNF.
  • Renzi assume la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri all'età di 39 anni senza passare per elezioni democratiche e contemporaneamente mantiene l'incarico di capo del PD.
  • Mussolini ottiene da subito il consenso degli industriali e dei poteri forti con l'eccezione di qualche liberale.
  • Renzi ottiene, allo stesso modo, il consenso di industriali e poteri forti, con rare eccezioni. A riprova, si vada a leggere l'appello in suo favore pubblicato a pagamento sul Corriere della Sera del 9 di ottobre 2014 a replica dell'editoriale di De Bortoli che "legge" a meraviglia la vita al ragazzo. Si vadano a verificare i nomi dei firmatari l'appello e poi si vada a sostenere che quanto scritto da De Bortoli è solo fantasia, anche sulle appartenenze massoniche.

Volendo evitare un utilizzo eccessivo di spazio, vista l'impressionante quantità di similitudini scoperte, si riporta di seguito un breve elenco di citazioni del Duce le cui analogie con quanto dichiarato di tanto in tanto da Renzi non sfuggiranno al lettore.

Messina, 10 Agosto 1937: "Noi siamo gli imbalsamatori del passato, siamo gli anticipatori di un avvenire" (non vi ricorda il concetto di rottamazione del ragazzo?). Continuiamo con: Balcone di Palazzo Venezia, 8 settembre 1935: "Noi tireremo diritto". Qui ogni commento è superfluo. Ancora: Eboli, 6 Luglio 1935: "A coloro che pretenderebbero di fermarci con carte e parole, noi risponderemo col motto eroico delle prime squadre d'azione e andremo contro chiunque, di qualsiasi colore, tentasse di traversarci la strada". Appunto! E ancora: Palazzo comunale di Littoria, 19 dicembre 1932: "Più che guardare al passato siamo sempre intenti per il futuro". Si è visto quale è stato il futuro; si rivedrà? Questa è una stringata elencazione di quanto i due personaggi, con le dovute cautele, non solo si somiglino, ma addirittura coincidano in non poche delle loro proposizioni.

La TV, poi, ci riserva a volte delle vere e proprie chicche utili per comprendere il passato e interpretare il presente. Così, in uno dei tanti documentari d'epoca trasmessi da Rai Storia si scopre che Mussolini, nella sua campagna Emiliano-Romagnola, blaterava circa un impegno del Partito Nazional-Fascista in favore degli agricoltori con lo slogan: La terra a chi la coltiva. Infatti, la terra andò ai grandi proprietari terrieri e i poveri contadini e braccianti furono ridotti pressoché in schiavitù dal regime. Ciò non vi rimanda a qualcosa di attuale? Mutatis mutandis, non stupisca il parallelo con ciò che Renzi "spara" in TV in materia di diritti e gli atti concreti del suo Governo tra articolo 18, statuto dei lavoratori e tutto ciò che appare oramai come amenità ai suoi occhi.

A impressionare oltre misura è il simile "corpo sociale" che sostenne allora il Duce e sostiene oggi Renzi, a iniziare dagli industriali, quelli citati sopra, che hanno il cattivo gusto di pubblicare appelli a sostegno del ragazzo. Questi stramilionari, quando non miliardari, hanno la faccia di bronzo di definirsi, udite udite, "Noi, semplici cittadini"! Ora, se ciò non fosse comico lo si dovrebbe ritenere un'offesa all'intelligenza di noi, sì, semplici cittadini ai quali sembrano oramai non appartenere più quelli del PD, ciechi fideisti seguaci dell'ultimo (presunto) uomo forte. Insomma, Renzi non solo non rappresenta il nuovo, ma ha tutte le sembianze del vecchio più vecchio, una sorta di peperonata cucinata e conservata nella prima metà dello scorso secolo e che oggi si "ripropone", per giunta inacidita e ammuffita.

La pessima performance al Senato della sinistra del PD sul Job Act sembra non lasciare spazio alla speranza di una svolta antiautoritaria e democratica. Ma qualcosa sta cambiando. Il crollo verticale dei tesserati al PD la dice lunga su quale sia il tasso di sfiducia nei confronti di quel partito. Ancor più la dice lunga il misero numero di partecipanti alle primarie in Emilia-Romagna. Qualcosa, insomma, sembra assumere altri significati sia tra i militanti che nell'elettorato. Solo Bersani e i suoi, nella conclamata miopia politica, possono non rendersene conto permettendo a Renzi di fare e disfare a suo piacimento.

Non dobbiamo essere, però, del tutto pessimisti. Il fermento nella sinistra al di fuori del PD inizia a produrre effetti. Personaggi quali Landini, per citarne uno, possono diventare le calamite attorno a cui ricostruire una sinistra pulita, onesta, motivata, non ipocrita, che metta la persona, la sua dignità e le sue esigenze primarie al centro del dibattito, contrapponendosi alle nuove destre, anche quelle mascherate da sinistra, come il PD renziano. Speriamo in bene.

Intanto, sembra che la ricerca delle analogie tra il Duce e Renzi abbia prodotto un po' troppi risultati per poterli ignorare, non ultimo il modo di salutare. Mussolini sollevava il braccio nel classico gesto, prima di stringere la mano all'interlocutore; Renzi stringe la mano dei propri interlocutori, perfino nelle riunioni istituzionali a livello internazionale, dal lato del pollice come è d'uso tra i cafoni di certi pub malfamati. Eppoi, avete notato la camminata? Sembra quasi che la notte il ragazzo si eserciti ad imitare il passo "fiero e mascolino" del Duce. Mah! Accingiamoci a contare i danni di questo governo da sommare a quelli prodotti dai governi berlusconiani, montiani e non solo.

Nel frattempo Renzi, sprezzante, si fa fare crêpes e frittate con le uova che sempre più spesso gli vengono tirate contro da coloro i quali hanno capito il suo gioco perverso, tranne Bersani e i bersaniani, responsabili inconsapevoli della sua ascesa, ora impegnati a mantenerlo appiccicato alla poltrona, giustificando quale senso di responsabilità le loro discutibili scelte operate in Parlamento. Cionondimeno, il lancio di uova è il primo sintomo di una discesa ormai iniziata che potrebbe trasformarsi presto in una gran ruzzolata, a vedere i dati taciuti dei più recenti sondaggi, per quanto possano valere, che vedono il PD perdere circa il 10% sulle europee. Renzi è destinato a trasformarsi presto in stella cadente e a poco varranno le reti di protezione dei poteri forti e di quanti, dentro e fuori dal PD, tenteranno di attutirne la caduta. Godiamoci l'evento, preparando per tempo un'alternativa valida, non si sa mai che dopo Renzi appaia all'orizzonte persino qualcosa di peggio.

Foto: Palazzo Chigi/Flickr




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