sabato 4 ottobre 2014 - Paolo Giardina

La crisi ed il sogno dello “sceccu” che vola.

La “bugia” necessaria è ascrivibile tra quelle mezze verità, che si pongono come obbiettivo di non ferire gli altri, del tipo “occhio non vede cuor non duole”. Però ci sono dei casi particolari, incredibili, perché l'occhio vede, e vede così bene, che dovrebbe procurare dolore al cuore, ed invece esiste, in ultima istanza, quella speranza che tutto sia diverso da come appare.

Credere “all'Asino che vola” è poetico, trascende. Tuttavia, più che essere una qualche espressione mitologica, si caratterizza come una vera e propria presa per i fondelli.

Prendiamo per esempio la “crisi”, quella da cui Matteo Renzi, Presidente del Consiglio “ci sta tirando fuori”; quella stessa crisi su cui Draghi, al momento ancora Presidente della Banca Centrale Europea, sta lavorando da tempo, per cacciarla dalla nostra vita. Ed è identica a quella che una moltitudine di persone, l'intera classe dirigente, che paghiamo profumatamente, tenta di rinchiudere laddove non può nuocere, nel regno degli inferi.

Ebbene, tutto quello che ci riferiscono, dopo lunghe e profonde riflessioni, studi statistici, incontri di altissimo livello, sono parole ascrivibili nell'ambito delle “minchiate”.

Diciamoci quella verità che nascondiamo anche a noi stessi: “la crisi deve ancora arrivare”, ed in questa attesa, da un lato ci dicono che ne stiamo uscendo e dall'altro continuano a fare, loro, e non solo loro, quello che hanno fatto sempre, quando la crisi non c'era.

Abbiamo costruito un mondo superiore alle nostre possibilità. L'indebitamento della società, sia a livello individuale che collettivo, ha raggiunto il livello dell'insostenibilità. L'elemento più triste dell'intera faccenda è rappresentato dal fatto che per mantenerci questo “stile di vita” abbiamo creato un debito cosmico, che pagheranno le future generazioni.

Uscire dalla crisi si può e l'unico modo è entrarci completamente. Nella sostanza bisogna vivere la crisi, cioè la normalità, perchè quello che abbiamo vissuto negli ultimi decenni non ci appartiene.

I professionisti della ricchezza ci hanno accontentati e noi abbiamo creduto ad un sogno, e che sogno: vedere “u Sceccu c'abbola”. Ma non esiste, è solo una pia illusione.

 




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