giovedì 13 aprile 2017 - Emilia Urso Anfuso

La Siria, gli USA, la Russia: chi è contro chi

 

59 missili Tomahawk sono stati lanciati contro la base aerea di Assad a Shayrat, la stessa base da cui sarebbero partiti i jet che martedì scorso hanno scaricato agenti chimici sulla provincia di Idlib.

Prima di effettuare l’attacco, Trump avrebbe avvertito la Russia, per evitare che – nel territorio militare oggetto dell’offensiva – venissero a trovarsi militari russi.

L’attacco alla base siriana, è stato deciso per punire la mattanza operata con armi chimiche vietate dalla legge a livello mondiale.

Due riflessioni: la prima, relativa al fatto che forse è stato dimenticato come la NATO si sia macchiata di orrendi massacri, come quando – era il 2015 – fu bombardato un ospedale di Medici Senza Frontiere che si trova a Kunduz, in Afghanistan.

Sapete cosa fu detto? Che si pensava che, all’interno dell’ospedale, si trovassero 15 militanti talebani. Poi, fu dichiarato che era stato commesso un errore…peccato però, che le vittime civili furono qualche decina. Uccisi per un "errore".

Non è l’unico caso del genere: anche lo scorso anno si sono ripetuti “errori” che hanno ucciso persone inermi, ricoverate in qualche ospedale tirato su da una delle organizzazioni umanitarie presenti nei luoghi di guerra: lo scorso anno, in Siria, fu bombardato – sempre “per sbaglio” – l’ospedale di Al Quds, sempre supportato dall'organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere.

Poi, ci sono gli “attacchi non intenzionali”, sempre da parte degli USA. Lo scorso anno, in Siria, gli USA hanno bombardato la base militare governativa che si trova nei pressi di Dayr az Zor, provocando la morte di 62 militari e centinaia di feriti. In pratica, hanno bombardato i propri alleati...

E’ il caos. Non si capisce più chi è contro chi e cosa.

Assad, è risaputo, sta decimando la popolazione siriana. L’esercito governativo è occupato solo a proteggere il dittatore siriano. USA e Russia altalenano tra alleanza e finte minacce di tornare alla guerra fredda.

In tutto ciò, i civili perdono la vita con armi terribili: se qualcuno di voi ha visto le immagini dei bambini morti lo scoro martedì, a causa dell’inalazione di armi chimiche di non meglio chiara composizione, sa di cosa parlo.

La seconda riflessione: per ciò che riguarda il lancio dei 59 missili statunitensi, le cronache riportano una cosa a dir poco bizzarra: 23 missili sarebbero arrivati a destinazione, gli altri 36 sarebbero caduti in un “territorio sconosciuto”.

Vittime dei missili lanciati in Siria? 15 in totale: 6 militari e 9 civili, di cui 4 bambini. 59 missili, gran parte dei quali sarebbero “dispersi” chissà dove e che mietono un numero di vittime risibile (per fortuna) ma che lascia pensare parecchio.

Come si possono esser “persi” 36 missili? 23 missili lanciati su un territorio militare, come possono aver ucciso solo 6 persone? E’ vero che i missili lanciati – come dicono – dagli statunitensi, sono ferraglia. Pensate che, i BGM-109 Tomahawk sono entrati in opera nel 1984, e ancora circolano, ma come si possono “perdere” 36 missili “intelligenti"?

I Tomahawk sono cosiddetti “Cruise missile”, tradotto significa missili da crociera, provvisti di un motore interno che è in funzione per tutta la durata del tragitto fino all’obiettivo finale. Persi. Non si sa dove diamine siano finiti. Dicono...

A parte ciò: per caso non funzionano più i sistemi satellitari in grado di vedere una formica camminare nel deserto del Sahara?

Per concludere: a monte di tutto ciò che sta accadendo in Siria, e che vede protagonisti – oltre al terribile regime di Assad – gli USA, la Russia e l’Europa (non dimenticatevi che, ad esempio, l’Italia è uno dei maggiori produttori e venditori di armi al mondo) questa guerra che dura ormai da oltre sei anni, che sta decimando la popolazione civile, che mischia la lotta tra il regime di Assad, i ribelli e l’esercito Daesh – probabile creazione statunitense per far pensare al mondo che c’è un altro nemico da combattere, rispetto a una vera potenza belligerante come sono gli USA – è solo un pretesto. Per confondere le acque, per creare terrore, per fare scarica barile, per minacciare l’umanità.

E chi se ne fotte delle vittime incolpevoli – di cui il governo siriano non tiene più il conto da circa 3 anni – e che essi siano anche bambini. Ciò che conta, è mostrare i muscoli. Sviluppare campagne di propaganda. Sfruttare a proprio vantaggio certi scenari geopolitici.

Degli esseri umani, non gliene fotte nulla. Conta solo ciò che conviene. E se per convenienza gioverà una nuova carneficina, la realizzeranno. Altro che terrorismo islamico.

Personalmente, non temo la guerra nucleare - almeno non a breve - ma le conseguenze che i potenti della terra saranno in grado di far pagare a ognuno di noi, delle loro misfatte.

Loro giocano, noi moriamo. Sotto il peso della propaganda politica, del potere sempre più potente e del caos totale che sono riusciti a generare: non capire più chi è il vero nemico, è peggio della tortura fisica: dissesta le menti. Gli effetti di questa "cura" sono evidenti da tempo. La gente è sballata, ma non di droga, di confusione...




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