martedì 15 giugno 2010 - Oceanus Atlanticus

La Gente di Mare chiede un "Umanesimo marittimo"

La Gente di Mare chiede un "Umanesimo marittimo"

L’Umanesimo è un movimento culturale che mira a rivalutare la dignità degli esseri umani. Perchè parliamo di umanesimo? Perchè purtroppo su quel fluido continente chiamato mare di umanesimo se ne scorge ben poco.

Certamente questa mancanza di riguardo e di rispetto verso l’uomo non dipende da chi vive la sua vita lavorativa sul mare, ma da coloro che sfruttano l’uomo di mare per proprio tornaconto. Oggi la dignità o nobiltà morale della gente di mare è messa continuamete sotto scacco: dagli interessi economici, dall’altrui interesse personale, dal menefreghismo generale e anche dall’ ingiusta criminalizzazione.

Se consideriamo che circa il 90% delle merci del mondo viaggia via mare è facile intuire l’importanza che la Gente di Mare riveste sullo sviluppo dell’intera società mondiale. La presenza di circa 1,5 milioni di marittimi, sparsi per il mondo, regge l’economia mondiale; in altre parole circa un milione e mezzo di marittimi soddisfano le necessità quotidiane di oltre 6,5 miliardi di cittadini del mondo!

La cosa più paradossale è che molti non sanno nemmeno che questa gente esiste, non a caso i marittimi vengono definiti spesso " gli invisibili" e " i senza voce".

Eppure la presenza dell’uomo di mare ha fatto scrivere buona parte della storia dell’ umanità: a partire dai fenici che iniziarono a percorrere le vie marittime dell’ intero Mediterraneo, inventando anche l’alfabeto, esportandolo poi verso l’antica Grecia, e da qui, sempre l’uomo di mare, permetteva lo sviluppo di quella che fu chiamata Magna Grecia, per poi giungere alla "Roma Caput Mundi", alla scoperta di nuove terre ed infine alla globalizzazione di mercato che, senza il marittimo non potrebbe, oggi, esistere.

E arriviamo infine a cosa l’uomo di mare del terzo millennio sta subendo affinchè la società possa progredire: affaticamento, stress, solitudine, lontananza e contatti sporadici con le famiglie, criminalizzazione, pirateria, abbandono degli equipaggi da parte degli armatori, lavoro precario, nuove schiavitù, aumento degli incidenti, sul mare la fanno da padroni.

Nel luglio 2009 L’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) ha, finalmente, deciso di dedicare il 2010 alla Gente di Mare, e cioè a quegli " invisibili" "senza voce" che giornaliermente rischiano la loro vita sul mare per permettere all’intera società di sostenersi e svilupparsi.

E dopo anni di silenzi anche l’uomo di mare scende in campo istituendo sindacati liberi ed apolitici come il SDM e presentandosi sul web, grazie alla presenza di social networks e del citizen giornalism, per mostrare le piaghe che gli sono state inferte ed invocando a viva voce un "Umanesimo marittimo".




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