martedì 28 ottobre 2014 - enzo sanna

La CGIL toglie il sorriso alla Leopolda

Pochi commentatori, anche tra i più attenti, hanno notato un particolare che da solo illustra meglio di ogni parola o considerazione il significato di quanto accaduto nei giorni scorsi con le due manifestazioni della CGIL e della Leopolda.

Primo giorno alla Leopolda: Renzi introduce i lavori col suo consueto modo di fare spumeggiante, tracotante, tronfio, provocatorio, offensivo, sfidante (a chi legge aggiungere gli aggettivi del caso). Terzo giorno, a manifestazione CGIL terminata e numeri incontestabili, Renzi conclude i lavori senza quasi un sorriso, con la fronte corrugata e le sopracciglia contratte, ancora tracotante nei toni, ma già incerto circa il proprio appeal sull'elettorato. Un Renzi con la coda tra le gambe, insomma, seppur abilmente nascosta.

Se a qualcosa la Leopolda è servita, sta nell'aver chiarito all'elettorato del PD, una volta per tutte, che il loro Partito ha cambiato pelle al punto da rappresentare oramai l'elettorato un tempo bacino d'utenza dalla destra berlusconiana, montiana e alfaniana, con l'appoggio incondizionato della Confindustria. Come non essere d'accordo con Berlusconi il quale, a manifestazione ultimata, dichiara che le proposte uscite dalla Leopolda sono un revival delle sue "ricette"? Ce n'eravamo accorti da tempo, prima ancora della Leopolda, anche senza tale precisazione. Se poi si inanellano le varie dichiarazioni tra le quali "Il posto fisso non c'è più", oppure "Il diritto di sciopero va ulteriormente regolamentato", c'è poco da aggiungere! Se a qualcuno viene da esclamare "A noi!" vi è da dargli torto? Sorvoliamo su una marea di altre amenità auto-celebrative.

La circostanza più comica, però, è rappresentata dalla seconda giornata dei lavori alla Leopolda, a manifestazione CGIL in corso, quando l'ambiente si è trasformato in una sorta di Sala Bingo con l'incredibile coreografia, inventata da qualche genio, dei tavoli tondi intorno ai quali alcuni capi-bastone fingevano di dirigere i lavori su vari temi d'interesse capitale per la nostra società, una sorta di tombola che, se si toglie l'audio, vede Renzi sul palco a estrarre numeri dalla sacca e i giocatori ai tavoli impegnati a collocare i fagioli sulle rispettive cartelle. L'apice della comicità, o forse del grottesco a vedere anche la scarsa illuminazione della sala, si è avuta con l'intervista alla giovane, semplice, irresponsabile Debora Serracchiani la quale non riesce neppure a motivare la sua presenza a quel tavolo. Che figuraccia!

Mentre il popolo dei già disoccupati, dei futuri disoccupati, degli inoccupati, dei precari, dei lavoratori supertassati, dei cassintegrati, degli esodati, dei detentori delle false partite IVA, di padri e madri che trepidano per il futuro dei propri figli, manifestavano in Piazza San Giovanni insieme alla CGIL, alla Leopolda si inscenava la farsa della peggior specie della rappresentanza politica: i "nuovi mostri", quelli che si fingono di sinistra attuando concrete politiche economiche e sociali della destra nazionale e internazionale, comunque camuffata.

E allora avanti con lo spettacolo! Ecco il giovane super-qualificato della Bocconi (sempre la Bocconi!) a pontificare sul futuro suo e dei suoi coetanei il quale, però, imbroglia sui concetti facendo un minestrone tra nuove ipotetiche teorie economiche e roba vecchia di oltre trent'anni senza neppure rendersene conto. Ma dove ha studiato, alla Bocconi? Ancora, il piccolo imprenditore, o presunto tale, che lamenta giustamente quanto lo Stato gli fiati sul collo in materia di tasse, ma non spiccica una parola sulla corruzione, sull'evasione fiscale, sulla malavita che gestisce i pubblici appalti e amenità varie, tutta roba evidentemente fuori dalla sua portata.

A proposito, pochissimi hanno notato un'altra grave mancanza d'attenzione nei temi della Leopolda: il malaffare nella pubblica amministrazione e l'infiltrazione mafiosa in materia d'appalti pubblici. L'assemblea di Libera, il movimento del grande Don Ciotti, non manca di dare significato a tanta ipocrisia renziana in un convegno sul tema, forse non a caso tenuto subito dopo la Leopolda, così, tanto per gradire.

LEGGI ANCHE: Il Governo Renzi e l'antimafia annacquata

Intanto Squinzi, presidente di Confindustria, balbetta a Napoli sostenendo gli argomenti del suo vice nel comizio tenuto alla Leopolda. Sorvoliamo sulle proposte anti-sciopero di tale Davide Serra, finanziere di dubbia affidabilità. Per i tesserati del PD già questo dovrebbe essere troppo e a nulla valgono le prese di distanza dei personaggi presenti in sala, teorizzatori della nuova destra, il Partito della Nazione di renziano progetto.

"It never rains, it pours", direbbero gli inglesi con la loro frase idiomatica che, tradotta nella nostra lingua, suonerebbe più o meno così: "Se non piove, diluvia". Ecco, questo sta succedendo in Italia a ben vedere. Renzi sta facendo piovere, ma tra poco si accorgerà di aver provocato il diluvio su di lui e sulle sue politiche oltraggiose nei confronti di chi questo Paese ama, lo vive e vuole continuare a viverlo.

Intanto il ragazzo ha capito che un milione di manifestanti a Roma, decisi contro di lui e la sua politica, significa oltre quattro milioni di voti. Ecco perché ha iniziato a perdere il sorriso nell'ultimo giorno alla Leopolda.

Foto: Sinistra Ecologia Libertà, Flickr



2 réactions


  • (---.---.---.215) 28 ottobre 2014 17:55

    “Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”

    ormai il pentolone di balle sta scoppiando....
    purtroppo saranno sempre i soliti a pagare e sempre i soliti a guadagnare


    • (---.---.---.87) 28 ottobre 2014 20:18

      Facciamo che così non sia.


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