mercoledì 28 ottobre 2015 - Essere Sinistra

L’unità a sinistra secondo SEL

Coordinamento politico MovES

[Documento politico 002-a/2015/A]

In questo documento spieghiamo le ragioni per le quali il Movimento Essere Sinistra, coerentemente con la linea politica tracciata nel Manifesto del MovESrespinge l’invito di Nichi Vendola a condividere un percorso unitario delle varie formazioni di sinistra sulla base del documento approvato a larga maggioranza dall’Assemblea nazionale di Sel.

La prima parte del documento appare come una vera e propria invettiva contro le politiche europee considerate disumane a tal punto da indurre il caro compagno a scrivere di “Europa matrigna che ha tradito il proprio compito storico…”, incline alla guerra, indifferente al destino di altri popoli e persino “violenta anche verso i popoli che la compongono”.

La capacità narrativa di Vendola riesce ancora a suggestionare qualche sprovveduta anima bella laddove indugia sugli effetti fin troppo eclatanti del disastro europeo mentre si guarda bene dall’insistere sulle cause reali di questa situazione.

Secondo questa narrazione le cause non sono da rintracciare in elementi strutturali che avrebbero garantito attraverso i Trattati europei, e la moneta unica legata al sistema del debito, l’inevitabile destrutturazione delle economie periferiche prima e lo svuotamento delle istituzioni democratiche dopo. Tutto si riduce in questa sintesi riportata nel documento di Sel ad un concetto elementare:

il sistema di regole e la struttura di potere della UE non è in discussione in quanto tale, non ha contraddizioni proprie che generano conflitti di vario tipo, anzi, l’Unione Europea in generale, e in particolare l’Eurozona, è perfettamente funzionale al progetto di Europa dei popoli e può essere ricondotta al suo compito storico originale di pace e benessere diffuso operando semplicemente scelte politiche diverse ma lasciando immutato il quadro di potere e di regole su cui si fonda.

Infatti in un passo la retorica lascia spazio ad un’indicazione politica netta ed inequivocabile, quando si legge che “la piega distruttrice che ha preso l’Europa non c’entra con la moneta e la sovranità monetaria (..) ma con scelte esclusivamente politiche”.

La sinistra che immagina Sel per l’Europa, e che in fin dei conti in Italia riesce pure a praticare a livello locale insieme al Partito Democratico, è una sinistra di gestione del sistema e non di trasformazione.

La lettura mistificatoria della questione greca porta all’affermazione paradossale per cui il voto greco secondo Vendola sancisce che la sovranità popolare non è soggetta a nessun vincolo tecnocratico.

Infatti, sul piano strettamente giuridico nessuno ha obbligato Tsipras a firmare il terzo Memorandum se non la tragica circostanza che vincere le elezioni e non disporre di nessuno strumento effettivo per attuare una qualsiasi politica economica non significa affatto governare, ma solo ratificare scelte che risiedono in organi che di democratico non hanno nulla.

La posizione euroforica di Sel fa rimpiangere addirittura quella più romantica spesso vagheggiata dai sostenitori italiani di L’Altra Europa per Tsipras, che almeno stimolano la fantasia (e l’ilarità) dei critici quando costringono ad ascoltare il racconto di un paradiso in terra chiamato Stati Uniti d’Europa, in cui gli stati più ricchi socializzano le perdite degli stati meno ricchi, o poveri, e nello stesso tempo distribuiscono i profitti.

Nessuno di loro ha mai spiegato però che per realizzare questa utopia i diciannove governi degli stati membri dell’Eurozona dovrebbero essere contemporaneamente concordi tra loro e con le maggioranze parlamentari dei propri paesi.

Veniamo ora alla seconda parte del documento di Sel, e qui il discorso si fa più serio, perché tutto torna ad una dimensione più tangibile e maledettamente concreta per una persona di stile come Nichi Vendola, trattandosi di arredi per interni, e quindi di poltrone, sedie e sgabelli da conquistare. L’enfasi retorica è più sobria, il criterio che informa l’invito all’unità sinistra delle sinistre non è affatto vago e anche le nostre conclusioni si adeguano nel definire in maniera succinta quell’unità che a noi appare non più come un’ammucchiata quanto un’orgia perfettamente organizzata dalla sinistra per l’opportunismo.

Mentre il Paese muore c’è qualcuno che si preoccupa di confermare e ampliare i propri spazi di potere. Alleanze politiche a tutti i costi: con il PD dove non se ne può fare a meno e senza il Pd dove non ce n’è bisogno. Questa finta sinistra è morta e continuare a darle credito equivale ad essere necrofili. Nuova sinistra a parole, vecchie logiche nei fatti.

Gli unici bisogni che si vogliono soddisfare sono sempre quelli relativi a governare in ogni caso. L’opportunismo non è una cosa nuova ed è la premessa per il fallimento politico di una parte che si dice ancora di sinistra ma che mantiene lo sguardo fisso al centro, radicandosi nella realtà dei propri interessi e restando lontana da ogni ipotesi di reale cambiamento degli assetti di potere, unico presupposto per un’inversione di rotta che avvicini la politica ai bisogni reali delle persone.

 

(immagine dal web)




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