lunedì 13 marzo 2017 - Bianca

L’enogastronomia e il Registro delle associazioni nazionali delle città di identità

A fronte di una criticità politica nazionale, sovranazionale ed internazionale, si registra, per inverso, un rinsaldamento del locale e dei localismi. Le città diventano smart, aree metropolitane, luoghi d'identità ritrovata: identità culturali, amministrative e percorsi enogastronomici tipici.

La legge italiana salvaguarda le tipicità gastronomiche del nostro paese per tutelare e sincronizzare la storia dei siti d'Italia, e riesce a far valere quest'ottica anche sui vari livelli di governance, come quella europea, ad esempio.. A fronte di tutto ciò è depositato in Parlamento un progetto di legge per la Istituzione del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità.

Composto di un solo articolo, suddiviso in 4 commi, il progetto intende promuovere le identità culturali più radicate e tipiche del nostro paese, come e soprattutto, quella della coltura della vite e dell'olio d'oliva. In soldoni intende riconoscere alle Associazioni denominate “Città dell'olio” e “Città del vino” il valore di organismi istituzionali rappresentativi delle città, di identità da affiancare all'altra Associazione Res Tipica, costituita dall'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronimico, ambientale, culturale e turistico dei Comuni aderenti. Il progetto depositato alla Camera vorrebbe riunire le Associazioni citate per un riconoscimento ed una regolamentazione legislativa.

Quella dell'enogastronomia è una vera e propria cultura, che in Italia abbiamo ben radicata e che rivolge molta attenzione, tra gli altri, al vino, tra i prodotti, se non il prodotto, di eccellenza nel nostro panorama agricolo. E proprio di vino si parlerà a Napoli il 25 marzo prossimo in un evento in fase di organizzazione da parte dell'Associazione Il sabato delle idee, un’iniziativa nata nel gennaio 2009, ideata e promossa dalla Fondazione SDN e dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con l’obiettivo di far sorgere a Napoli nuovi spazi di discussione e di risvegliare le capacità critiche e propositive della società civile, e che vedrà la partecipazione di Lucio D'Alessandro, Rettore dell'Università Suor Orsola Benncasa , Gaetano Manfredi, Rettore dell'Università Federico II, Marco Salvatore, medico e scienziato, Marcello Masi, vicedirettore della direzione editoriale per l'offerta informativa della Rai, Piero Mastroberardino, professore di economia, Luigi Moio, Paolo Scarpi, Gennaro Carillo, PierLuigi Leone de Castris

 

C'è chi lo considera bevanda sacra e chi ne attribuisce poteri 'malevoli'. E allora parliamo del vino. Le sue origini sono antichissime. Alcuni studiosi fanno risalire l'intuizione della bevanda a circa 10.000 anni fa e oltre e la collocano sulle rive del Mar Caspio, dove pare siano stati rinvenuti alcuni ritrovamenti archeologici di contenitori forgiati dagli ominidi per depositare l'uva - la cui vite cresceva spontanea già dal neolitico. L'uva nei contenitori fermentava, producendo una bevanda leggermente alcolica, come dimostrano alcuni residui organici prelevati dai contenitori . E così la scoperta del vino sarebbe avvenuta casualmente

Altri ricercatori fanno risalire le origini del vino all'epoca pre romana, sulle sponde del caucaso.

E' certo che il vino è uno dei primissi alimenti prodotti dalla mano umana.

La Bibbia ne parla nella Genesi come bevanda sacra e l'associa al sangue di Cristo, per i romani era una bibita per nobili e ricchi, per gli antichi greci aveva un potere afrodisiaco e malevolo, un potere sovrannaturale, tanto da dedicargli persino una divinità, Bacco,per l'appunto

Certo è che il successo del vino, che mille anni fa era diverso da quello che beviamo attualmente, è sempre stato in crescendo. Tranne una pausa registrata storicamente tra la fine del Sacro romano Impero e gli inizi del Medioevo. Ma dal Medioevo in poi il vino è stato sulle tavole di tutti gli esseri umani ed è, da allora, considerato anche salvifico per la salute umana.

Vero punto di forza dell'economia agroalimentare, la sua eccezionalità è stata omaggiata in pittura ed in prosa o poesia.

Grandissimi artisti hanno disegnato il dio greco Bacco, ed eccezionali scultori come Michelangelo ne hanno forgiato le forme espressione di ebbrietà e sensualità. Ma come non ricordare il Bacco di Rubens, il Baccanale del Vecellio e poi ancora Hermans, Gervex, Scheyndel, Tournier, Jeaurat. E tantissimi altri anche anonimi come il Personaggo intento a bere, datato XVII secolo e conservato al Museo Barone Gérard Bayeux in Francia o Il giovane bevitore del Museo del Louvre di Philippe Mercier. Insomma il vino ha ispirato artisti di ogni epoca e per questo si associa allo sviluppo della società ed alle sue tappe culturali.

 




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