venerdì 26 agosto 2016 - Damiano Mazzotti

L’educazione umanista. “I grandi non capiscono mai niente da soli”, di Olivier Turquet

“I grandi non capiscono mai niente da soli” è un manuale informale molto utile per capire come applicare l’educazione umanista e l’educazione alla libertà (Olivier Turquet, www.multimage.org, Firenze, 2016, 247 pagine, euro 10).

I bambini fanno domande molto spiazzanti, sono quasi sempre privi di pregiudizi e sono molto aperti nei confronti delle novità. La vera educazione fornisce “risposte senza la pretesa assolutista di chi vuole rifilare le proprie verità agli altri” e garantisce un apprendimento senza limiti.

D’altra parte ognuno di noi prima o poi si è detto: “se da grande avrò un bambino non gli farò mai questo” (p. 13). Però quando si arriva all’età adulta cambiano i punti di vista e non cambiano le esperienze inconsce infantili vissute con i genitori. E gli adulti appena diventano genitori finiscono spesso per tradire i buoni propositivi e ripetono alcune esperienze educative negative ricevute.

Comunque in ogni relazione educativa produttiva quello che conta è il “clima positivo”, fatto di sensazioni ed azioni calde: “si apprende facendo, non semplicemente registrando”. E nessuno deve sentirsi in guerra con se stesso o con qualcuno. Come ha affermato Silo, devi trattare e “trattarti come tratteresti un amico con cui hai bisogno di riconciliarti perché la vita stessa e l’ignoranza ti hanno allontanato da lui” (Umanizzare la terra, Multimage, 2000).

Educare significa tirare fuori e per Turquet significa soprattutto “portare fuori da una dimensione in cui, spesso, i grandi racchiudono i piccoli ma in sui i piccoli stessi a volte si chiudono per mancanza di ambiti ed attività che li portino fuori”. Quando vengono a mancare gli stimoli adatti, il gioco dell’attenzione è uno degli strumenti migliori da utilizzare con i bambini.

La cultura nozionistica ha fatto il suo tempo e le persone più intelligenti non imparano a memoria, ma imparano a informarsi e a documentarsi nel modo migliore possibile a seconda delle varie tipologie di situazioni. Solo in questo modo una persona riesce ad assorbire velocemente e positivamente gli inevitabili cambiamenti sociali e culturali che si succedono nell’arco di una vita.

In definitiva “l’uomo è un essere storico che trasforma la propria natura attraverso l’attività sociale” (Silo), e il libro rappresenta un sentiero panoramico che illustra la naturalezza della pedagogia nonviolenta e il grande valore dell’unicità delle combinazioni dei talenti umani. L’approccio umanista si basa sull’equivalenza, non sull’uguaglianza: valorizza la diversità e crea una situazione equivalente nella quale nessuno vince o perde, nessuno sta sotto o sopra (Pat Patfoort).

 

Olivier Turquet è un maestro elementare, un formatore e un comunicatore. Nel 2015 ha pubblicato Interviste per cambiare il mondo. Per approfondire le sue posizioni umaniste: http://olivierturquet.wordpress.com, http://www.pressenza.com/it/author/olivier-turquet. Attualmente coordina la redazione italiana di Pressenza (agenzia stampa internazionale).

 

Nota aforistica – “Tutti i grandi, prima, erano piccoli. Ma pochi tra di loro se ne ricordano” (Antoine de St. Exupery, Il Piccolo Principe); “Se il giovane sapesse, se il vecchio potesse”.

Nota poetica – “Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano” (Gibran, Il Profeta).

Nota su Ivan Illich – Nel libro Descolarizzare la società (Mimesis, 2010), il pensatore eclettico Ivan Illich ha enfatizzato il ruolo delle reti educative e ha sottolineato il limite della scuola di Stato che in tutte le nazioni ha lo scopo di riprodurre lo status quo.




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