giovedì 23 aprile 2015 - enzo sanna

L’Italia riparte... in retromarcia

Tutti noi continuiamo a sorbirci Renzi sbandierare a destra e a manca il concetto secondo cui l'Italia ha imboccato la via della ripresa. Tutti noi sappiamo bene quanto fasulla si dimostri tale affermazione alla luce dei dati oggettivi riscontrati nella vita vissuta nonostante i tentativi furbeschi dei vari componenti del Governo di condire cifre regolarmente e puntualmente sbugiardate dall'ISTAT, l'Istituto nazionale di statistica, e non solo.

I nuovi occupati conseguenti al Jobs Act, con gli sbandierati numeri prima di 187.000, poi di 100.00, poi ancora di 87.000, sparati a vanvera dal Ministro Poletti e ripresi da Renzi, si sono miseramente ridotti a 13 (diconsi tredici, senza alcuno zero al seguito, come da cifre certificate e rese pubbliche dall'INPS). Ora, che i politici abbiano da sempre bluffato sulle cifre non è una novità, ma che ciò venga oggi perpetrato con tale rozzezza d'argomenti e cifre immensamente lontane dalla realtà lascia a dir poco perplessi e sconcertati. Per giunta, questi personaggi, emuli delle sparate berlusconiane, ne copiano più d'una tra cui la promessa di un milione di nuovi posti di lavoro, naturalmente a futura, malriposta speranza. Le sciagurate politiche del peggior Governo del nuovo secolo, oramai collocatosi alla pari, e forse peggio, degli esecutivi a guida berlusconiana, mancano persino d'originalità e di fantasia. Guarda caso, le cifre sopra citate, accompagnate dagli zeri (si accolga il plurale), sono state sbandierate in tutti i TG e i giornali di regime dalle truppe cammellate renziane nei giorni precedenti la manifestazione FIOM a Roma, come a voler far comprendere ai cittadini quanto risultasse strumentale la protesta sindacale contro il Governo. Invece...

E cosa dire dello sbandierato nuovo tesoretto? Se ci fosse da metter sul palco una commedia alla Eduardo De Filippo, l'argomento risulterebbe perfetto per imbastire una trama d'intrighi senza, però, un peccatore da scoprire a fine atto, in quanto già ben noto ancor prima dell'apertura del sipario. Forse chiamare in causa il grande De Filippo e le sue tragicommedie è inappropriato; più opportuno, riferito a questi governanti, è il film di Nanni Loy Pacco, doppio pacco e contropaccotto, che può essere associato perfettamente alla comunicazione renziana. Perfino il Sole 24 Ore, cifre alla mano, sbugiarda Renzi e le sue cifre farlocche (la qual cosa la dice lunga).

Ciò che lascia perplessi, in tale contesto, è l'atteggiamento degli iscritti al PD, i quali, seppur in caduta libera per numero di tessere, appoggiano e giustificano il comportamento del loro segretario a dispetto di ogni razionalità e libertà di pensiero. Solo i più sfegatati forzisti hanno dimostrato un tale grado di cecità, per sorvolare sui bersaniani inclini al suicidio politico.

Qualcosa, però, fuori dalle sezioni del PD inizia a muoversi. Le contestazioni e la ricerca di alternative sono sintomo del malessere di un elettorato di sinistra che si sente tradito. Le rilevazioni degli Istituti demoscopici iniziano a certificare flessioni del PD più che allarmanti per Renzi e ciò nonostante siano abbondantemente falsate dalla mancata presenza di nuove formazioni politiche le quali, stando a cifre a mala pena rese pubbliche, o comunque sussurrate, darebbero una lista "Landini" tra il dieci e il quattordici per cento. Se queste cifre si trasformassero in realtà, avremmo il privilegio di vedere Renzi trascorrere il tempo, anziché a far danni al Paese, a pescare pesci siluro sulle sponde dell'Arno, liberando finalmente l'Italia intera dalla sua presenza e da quella di qualche pesce siluro di troppo

Sul fronte dell'opposizione, viene da immaginare Beppe Grillo lo stanchino che lancia le esche sul Rio Cerusa nel tentativo di battere Renzi sui chili di pescato, illuso dei numeri delle solite rilevazioni che lo danno per secondo, immemore di quelle cifre reali rilevate alle regionali che hanno visto il suo M5S perdere uno zero: quello che conta, quello dietro il due! Evitiamo d'infierire sulla presunta opposizione berlusconiana: non è corretto sparare sui morti.

L'Italia ha da tempo innestato la retromarcia e solo personaggi tra cui Berlusconi prima e Renzi oggi possono far credere agli elettori che i rispettivi Governi da loro diretti siano stati per il primo e siano oggi per il secondo il meglio che l'Italia abbia meritato. Se non fosse una ovvietà, verrebbe da esclamare: povera Italia! Se poi l'alternativa dovesse rivelarsi quella dell'inutile opposizione grillina, dovremmo ipotizzare seriamente il ricorso all'espatrio, magari facendoci prestare le scalcinate imbarcazioni dei migranti nord africani, sequestrate agli scafisti, per farci accogliere nelle più o meno ospitali coste di quei luoghi!

I lievi sintomi di ripresa dell'economia italiana, fatti rilevare da diverse fonti, derivano solo ed esclusivamente dalla flebile ripresa a livello internazionale. Chi scrive lo aveva già esplicitato a suo tempo: solo le aziende in qualche modo proiettate verso i mercati globali possono farci sperare in una inversione di tendenza che però non può bastare a modificare i conti di un'economia asfittica alla quale un asfittico Governo non riesce a porre rimedio se non a parole, ma senza costrutto. Sconfiggere il Governo della destra renziana rappresenta la priorità assoluta per il bene di tutti noi. Debellare la precarietà dei contratti di lavoro, quella ipocritamente definita a tutele crescenti, è la prima emergenza per una società che ami se stessa, il proprio presente e, soprattutto, il futuro dei propri figli.

Foto: Wikimedia ("Renzi Napolitano" di Presidenza della Repubblica. Con licenza Attribution tramite Wikimedia Commons - http://commons.wikimedia.org/wiki/F...)




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