venerdì 17 agosto 2012 - Pompeo Maritati

Italia: neoplasia culturale, politica e purtroppo anche etica

La crisi finanziaria e la speculazione dei cosiddetti pescecani della finanza pare siano diventati il parafulmine degli atavici problemi che il nostro paese, il nostro Popolo, non ha mai seriamente voluto risolvere. Lo “Spread” termine più che popolare, nonostante la sua derivazione anglosassone, sta ad indicare la differenza valutativa tra i nostri BTP (Buoni del Tesoro Poliennali, ovvero il nostro debito pubblico) in riferimento a quelli tedeschi. Un valore che a distanza di mesi, nonostante l’autorevolezza e la stima goduta dal neo governo, evidenzia l’incapacità dell’Italia a risalire la china. Sono state applicate nuove tasse, si sono poste in essere nuove regole gestionali, si stanno rivedendo i costi dell’apparato pubblico, quello di cui però io non vedo alcuna traccia sono nuove leggi, chiare e severe che vadano a colpire la neoplasia culturale, politica ed etica che in questi ultimi decenni pare sia la vera causa del nostro declino.

Rivedere e ridurre le spese, non serve assolutamente a nulla. Trattasi solo di un blando analgesico, se a gestire queste residue risorse ci sono sempre coloro che lo sfacelo l’hanno generato. E’ come voler combattere un tumore con l’aspirina. Sono stati ampiamente pubblicati i numerosissimi sprechi nella sanità, negli appalti pubblici in genere, nella gestione stessa del personale pubblico, per non parlare delle corruzioni e concussioni. Di questi ultimi aspetti cancerogeni, distruttivi della società reale non se n’è ancora parlato. Sono notizie di questi ultimi giorni in cui alcuni contenziosi legali si sono chiusi a favore dei ricorrenti oltre ben 20 anni. Nel contempo per risparmiare si tagliano i tribunali. Se non è un controsenso questo, ditemi voi cos’è. Non sarebbe stato meglio mettere mano a tutte quelle leggi volute da destra e da sinistra solo per tutelare i loro interessi? Mentre tutto il mondo correva ai ripari, addirittura con Bush in testa a penalizzare il falso in bilancio, noi di gran carriera a depenalizzarlo, giusto per incentivare il “buon costume”. 

Piccoli reati a volte insignificanti o quanto meno di basso cabotaggio, puniti con severità, basti vedere l’emissione di assegni a vuoto, per poi assistere a veri e propri espropri di capitali pubblici di decine e decine di milioni, che vanno ad impattare negativamente sull’andamento economico generale del Paese che sono puniti con qualche giorno di custodia cautelare e con l’apertura di un processo, se andrà tutto bene, vedremo il reo condannato patteggiare una pena generalmente al disotto dei quattro anni e poi tutti amici come prima. In Italia, patria dell’uguaglianza legislativa vige il concetto sacrosanto che sino a quando un individuo non viene condannato definitivamente non può essere ritenuto “reo”. Solo che la condanna per questi soggetti, peraltro tutelati da uno stuolo di super avvocati, avverrà tra dieci, quindici anni, sempre che nel contempo non sia arrivato il termine di prescrizione. E’ questo che un serio governo dovrebbe avere la capacità e la forza di combattere. Ci metta la faccia, batta i pugni sul tavolo, faccia fare a questo parlamento costituito da soggetti, come disse giustamente qualcuno “per grazia ricevuta” la figura davanti a tutti gli italiani di voler perseguire i soli personali interessi. Vedi per esempio la nuova legge elettorale. Se tutto andrà per il verso giusto nella prossima primavera si voterà, solo che oggi siamo in agosto, le attività parlamentari inizieranno a settembre inoltrato e di nuova legge elettorale non se ne parla. 

Corruzione e malcostume sono le nostre vere neoplasie, se non riusciremo a metterci d’accordo per combatterle con la dovuta serietà e professionalità che il caso richiede, il futuro sociale, politico ed economico dell’Italia sarà alquanto fosco




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