giovedì 21 luglio 2016 - Agostino Spataro

Islam, il coraggio della reciprocità. L’esempio di Pecs, in Ungheria

Girando per i Paesi di tradizione islamica non ho mai visto un esempio di sincero rispetto per l’Altro come quello visto (e fotografato) a Pecs, bellissima città ungherese (l’antica Sophiane dei romani).

Qui, nella piazza principale, si può vedere la moschea di Pascià Gazi Kaszim costruita nel XVI° secolo dai turchi occupanti sopra le rovine della chiesa medievale cristiana di San Bartolomeo. Dopo la cacciata degli ottomani, che in Ungheria si macchiarono di stragi e di delitti orrendi, gli ungheresi trasformarono la moschea in chiesa di San Bartolomeo ma senza cancellare i segni del suo passato islamico.

Infatti, sulla cupola svettano una mezzaluna sovrastata da una croce, mentre sulle pareti interne si possono leggere alcune sure (versetti) del Corano e ammirare addirittura un “mirab”. Accanto all’altare maggiore della chiesa la comunità cattolica ha voluto collocare una lapide con inciso un detto di Maometto tradotto in lingua magiara.

In Europa e in varie parti del mondo le comunità islamiche possono esercitare liberamente la loro confessione, i loro riti.

Purtroppo lo stesso non si può dire per le altre religioni e culture in molti paesi di tradizione islamica specie, oggi, dopo le “primavere arabe” e le guerre per “esportare la democrazia” (forse quella dell’Arabia saudita o del Qatar?) in diversi Paesi del Medio Oriente.

Anche l’Islam dovrebbe darsi il coraggio della reciprocità verso tutte le religioni e le culture del mondo. Stiamo aspettando…

Agostino Spataro, direttore: www.infomedi.it




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