mercoledì 28 dicembre 2016 - Riccardo Noury - Amnesty International

In calo i giornalisti uccisi nel 2016, ma in tanti costretti all’esilio

Libertà di espressione | Nel 2016, secondo il consueto rapporto di fine anno di Reporters sans frontières, il numero dei giornalisti uccisi a causa del loro lavoro, è sensibilmente calato rispetto al dato del 2015: 74 quest’anno, rispetto ai 101 dell’anno scorso.

Non è, in assoluto, una buona notizia. Intanto perché quel numero di uomini e donne assassinati per raccontare a noi cosa accade nei loro paesi, è doloroso e inaccettabile.

E poi, quel numero è inferiore rispetto al passato perché sono sempre meno i giornalisti che accettano di rimanere nei loro paesi: paesi come Afghanistan, Burundi, Iraq, Libia, Yemen e Siria, dove la libertà di stampa è negata dalle leggi o dalla guerra ed è impossibile lavorare senza timore di ripercussioni, anche mortali.

Le 74 vittime erano nel 95 per cento dei casi, giornalisti, free-lance o blogger locali19 sono stati uccisi in Siria, 10 in Afghanistan (tra cui tre donne), nove in Messico, i tre paesi più pericolosi per i giornalisti, seguiti da Iraq e Yemen, rispettivamente con sette e cinque giornalisti assassinati.

Con i 74 del 2016, il numero dei giornalisti uccisi nell’ultimo decennio è arrivato a 780.




Lasciare un commento