Pensare che il problema dell'immigrazione sia solo dovuto alla guerra, significa legittimare respingimenti della maggioranza dei migranti, che non sono profughi di guerra. La questione è globale, economica e sociale e non solo dovuta alla guerra. Ma in un Paese disastrato come il nostro per ovvi motivi è facile immaginare che prevarrà il prima e solo gli italiani che poi non so se accetteranno di svolgere lavori poco attrattivi, come raccogliere pomodori nelle campagne, o fare da badanti e così via dicendo. Il problema è la globalizzazione che ha strumentalizzato a proprio compiacimento l'immigrazione per facilitare situazioni di sfruttamento nei luoghi di lavoro, dal caporalato, allo schiavismo.
Guardiamo alcuni dati. In Italia nel 2015 il 75% dei migranti giunti nel Paese non hanno avuto nessuna protezione, dunque sono "irregolari" lasciati allo sbando più totale, e dubito che sono stati "respinti" nei Paesi di origine, come vorrebbero in diversi. Dove sono finiti? In che condizioni vivono? E nel 2016 dubito che i dati siano diversi. Anzi, come è noto con 168.542 migranti sbarcati sulle coste italiane dal primo gennaio, il 2016 si è registrato solo il 17,28% di arrivi in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e il 4,41% rispetto allo stesso periodo di due anni fa.
Attualmente i migranti accolti, diciamo così, sono 175.339 nei primi 10 mesi del 2016 sono state 97.508 le richieste d’asilo presentate nel nostro paese, e ben 47.456 le domande che hanno ricevuto un netto diniego. Dunque la maggior parte dei migranti non sono richiedenti asilo o non hanno diritto all'asilo. E cosa dobbiamo fare con costoro? Spedirli dentro un pacco postale verso la miseria più totale se non il rischio di farli crepare letteralmente di fame? E' questo che vogliamo?
E' questo che vogliono coloro che dicono sì solo a chi ha avuto il diritto d'asilo? Cioè una quota minima? Se continuiamo a comportarci in questo modo verso gli ultimi della classe sociale, non si potrà mai e ripeto mai pretendere alcun miglioramento delle condizioni di vita degli "autoctoni", anzi, la situazione per costoro peggiorerà. E questo non è un banale buonismo, concetto che respingo al mittente "italianissimo", questa è la realtà che non si vuole vedere forse perchè siamo ancora profondamente un Paese condizionato dal razzismo, che non è mai stato superato.
Marco Barone