lunedì 13 marzo 2017 - Yvan Rettore

Il senzatetto dal passo lento

Ieri sera, davanti alla stazione di Bologna c'era un grande assembramento di giovani intenti a guardare un anziano senzatetto che attraversava la strada. Mi sono chiesto cosa ci trovassero di strano e subito ho capito il perché.
Il signore, appoggiandosi ad un bastone, avanzava ricurvo su se stesso e con un andamento molto lento. Sembrava che ogni passo gli costasse una fatica enorme.
Accanto a lui c'erano due agenti della Polfer, che invece di aiutarlo, si accontentavano di guardarlo a vista.
I taxi erano fermi sulla carreggiata in attesa che l'anziano completasse l'attraversamento.


Devo dire che inizialmente l'atteggiamento degli agenti mi ha alquanto sorpreso, tanto che ad un certo punto ho perfino pensato di avvicinarmi a quel signore per aiutarlo. Ma poi mi sono ricordato che spesso queste persone hanno un orgoglio tale da non accettare facilmente l'aiuto che viene loro offerto. E probabilmente è proprio questo il motivo che ha spinto gli agenti a non intervenire in tal senso.
Con la coda dell'occhio, ho però osservato l'atteggiamento di alcuni di quei giovani che sorridevano di fronte a quella scena tutt'altro che divertente. Mi auguro che le ragioni di tali sorrisi fossero altre, perché se così non fosse, si tratterebbe di un'attitudine veramente spregevole e da condannare in toto.
Ma la cosa che mi ha fatto riflettere più di tutto è la precarietà della condizione umana. Oggi sei sano e forte, senti di poter spaccare il mondo e domani potresti essere ridotto come quell'anziano barbone o comunque con una debolezza fisica tale da rendere estremamente difficoltoso anche il compiere un semplice passo.
Stamane quando mi sono alzato, ho pensato alla fortuna di riuscire a farlo ancora in modo agevole e di poter fare ogni gesto con la massima naturalezza. Però ho anche concluso che non bisogna mai dare nulla per scontato, proprio perché ogni giorno in salute è un dono prezioso che ci regala la nostra esistenza.

Yvan Rettore




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