mercoledì 15 giugno 2011 - GeriSteve

Il governo è nudo! E l’opposizione? Anche

Le crude analisi di Draghi e degli osservatori internazionali, la disfatta alle amministrative, il tracollo ai referendum hanno messo a nudo l’inconsistenza e la mancanza di progettualità del governo Italiano. E adesso? Se il governo è nudo, come sta l’opposizione?

In meno di un mese, Berlusconi e il suo governo hanno incassato tre sberloni da paura.

Il governatore della Banca d’Italia, andandosene, ha cantato chiaro: la non-politica economica del governo sta portando l’Italia al suicidio, non si risparmia sugli sprechi veri (i nostri politici amano fare lo struscio su auto blu ed elicotteri), ma si taglia dove invece bisognerebbe investire di più: ricerca, innovazione, istruzione, infrastrutture; mancano vere scelte di politica economica per il rilancio. I commentatori esteri, Economist in testa, hanno rincarato la dose. Le agenzie di rating sembrano avvoltoi in agguato, pronti a scommettere sul tracollo.

Sulle elezioni comunali a Milano e a Napoli, Berlusconi ci aveva “messo la faccia” e gli elettori ne hanno approfittato per sputargli in faccia i loro voti di opposizione.

Sui referendum poi, le hanno provate proprio tutte: la moratoria sul nucleare, la modifica delle leggi sull’acqua, l’autoabrogazione di quelle sul nucleare –spiegando in Tv che è stata una bella furbata per poterle riproporre -, le tante dichiarazioni di inutilità dei referendum mentre fino all’ultimo Ghedini arzigogolava con i suoi cavilli per impedirli…

Adesso che le sberle sono arrivate, i nostri leader politici non sanno fare niente di meglio che esibire la loro totale nudità di buone idee, utili per l’Italia.

A destra, l’idea portante, di notevole utilità per l’Italia, la ha espressa Bossi: Berlusconi non sa più comunicare con la TV, cioè non è più capace di abbindolare gli italiani vendendo loro parole vuote invece che fatti; anche alle elezioni comunali e provinciali i nostri governanti avevano espresso esattamente lo stesso alto concetto: “erano state male impostate le campagne elettorali” e così i loro prodotti non erano stati acquistati dagli elettori.

Nessun problema di sostanza, soltanto di forma: la confezione della loro merce politica non aveva attratto l’elettore; bisogna migliorare la confezione, cosa ci stia dentro la confezione non ha alcuna importanza.

Le sostanze invece, sono pesanti: la crisi finanziaria ed economica, che Berlusconi aveva dichiarato essere inesistente, dovuta a false percezioni psicologiche, sta strangolando l’Italia. Le aziende licenziano e rischiano la chiusura, gli italiani impoveriscono e sopravvivono consumando i risparmi familiari, i giovani più promettenti e intraprendenti fuggono all’estero, la scuola agonizza, i servizi sociali e sanitari sono sempre più inadeguati a fronte di una povertà crescente, le infrastrutture peggiorano invece che migliorare, noi paghiamo e nutriamo le cricche,

paghiamo i paghiamo i non-termovalorizzatori, la non-bonifica della Maddalena, la non-ricostruzione dell’Aquila, il non-ponte sullo stretto, la non-compagnia aerea di bandiera, con i contratti firmati (e le tangenti) paghiamo anche le non-centrali nucleari della Edf. 

Il debito pubblico è aumentato, i magheggi dei derivati hanno creato non si sa quanti altri debiti pubblici occulti, i fondi pensione dei lavoratori che domani avranno pensioni da fame servono per pagare le pensioni di oggi, talvolta lussuose e immeritate. E intanto l’Italia continua a non avere una politica industriale, una politica agricola, un politica di salvaguardia dei suoi beni culturali e ambientali, una politica demografica e di sostegno alle famiglie (di cui tutti si riempiono la bocca) una politica dell’istruzione (in riforma-restaurazione perpetua) e, tanto per tornare sull’argomento, neanche una politica energetica.

Su tutti questi problemi sostanziali, nessuna idea, ma con l’aria di disfatta che tira si cerca intanto di rubarsi in fretta un altro po’ di bene pubblico italiano: bisogna attuare il federalismo, cioè creare posti e sperperare di più nelle regioni e nelle province (tanto, nessuno si ricorda che si dovevano abolire), si può vendere qualche spiaggia agli amici (il colosseo no: già venduto), trasferire beni demaniali o culturali alla politica periferica, fare qualche altro condono o qualche altro regalo fiscale alla mafia delle slot-machine, vendersi leggine che favoriscano clientele e corporazioni…

Il governo è proprio nudo! E di quali idee e programmi è vestita l’opposizione?

Il leader del principale partito di opposizione ripete che il governo, dopo queste sberle, deve dimettersi, perché è stato sfiduciato.

Verissimo: il voto plebiscitario contro l’indegna legge dell’il-legittimo impedimento –che invece doveva diventare addirittura una norma costituzionale- è stata una autentica sfiducia ad personam, votata sia da destra che da sinistra, con particolare gusto da parte degli elettori, a cui avevano predicato l’inutilita’ dell’abolizione.

Ma questo significa che gli elettori sono oggi pronti a mettersi nelle mani di Bersani?

Con quali programmi? Bersani, come ministro dell’industria, ha sostenuto la scelta nucleare, e si è dimenticato di narrarci quando e come avrebbe cambiato idea. La privatizzazione dei servizi è stata un cavallo di battaglia anche del PD, e non solo dell’acqua: i romani ricordano bene la privatizzazione della loro centrale del latte, che solo oggi il Tar ha dichiarato illegittima.

Gli elettori di sinistra, nei limiti delle loro possibilità, hanno fatto scelte chiare, respingendo dove possibile i candidati ufficiali del PD, come a Milano, a Napoli e a Cagliari, mentre a Torino e Bologna li hanno eletti, ma non certo premiati.

Forse qualche elettore li ha giudicati non abbastanza di sinistra, ma la stragrande maggioranza li ha giudicati molto simili ai loro avversari. Qualcuno sostiene che si scannano in pubblico ma che si accordano in privato. Certo che in una cosa si somigliano molto: programmi chiari, credibili e coerenti per far risalire l’Italia dalla pessima situazione in cui sta decadendo non ce li hanno, ne’ da una parte ne’ dall’altra. E se qualche idea ce l’hanno, si guardano bene dal dirla, perché all’elettorato si raccontano soltanto belle balle virtuali, di diminuzione tasse con aumento dei servizi e diminuzione del debito…

Forse gli italiani hanno detto davvero basta al malgoverno attuale, e si ricordano che quasi vent’anni fa questo si era proposto come “buongoverno”. Parole, parole vuote. Ma la sostanza, un vero buon governo, con obiettivi e programmi, e che li realizzi davvero, dove sta?



2 réactions


  • (---.---.---.234) 15 giugno 2011 19:17

    Di sicuro neanche la sinistra radicale ha le ricette adatte a far riprendere il cammino dell’Italia. Cosche, mafie, clan, furbetti, cricche,caste, massonerie, ecc. ... hanno ridotto l’Italia ai ritmi di crescita di Haiti (ci dice The Economist). Nessuna fuga nel radicalismo di sinistra o peggio nel grillismo ci restituirà un’Italia migliore.


  • (---.---.---.11) 16 giugno 2011 11:58

    I tempi sono cambiati e noi dobbiamo cambiare. Leggete: http://wp.me/p19KhY-AG


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