lunedì 6 marzo 2017 - Camillo Pignata

Il PSE non vuole i secessionisti del Pd nel partito

Il divieto opposto dal presidente del PSE all'ingresso di D'Alema, Bersani, Speranza e Rossi non è solo un fatto politico eclatante, destinato a restare nella storia del partito socialista europeo. E' soprattutto un’occasione irripetibile, per porre sul tavolo la questione del PSE, la sua identità, la sua alleanza con il PPE, il suo spostamento a destra.

 

Certo poi c'è la crisi della sinistra e più in generale la crisi della politica, che identifica tutto e tutti, per cui è difficilissimo distinguere destra e sinistra. Se poi poi PSE e PPE votano insieme l’80% delle direttive nel Parlamento europeo, la confusione diventa massima.

Per questo, gli scissionisti, prima di sollevare la questione PD, dovevano sollevare la questione PSE ,quantomeno per riscoprire i valori fondatori della tradizione democratica e socialista, a partire dalla lotta contro le diseguaglianze, dispersi nelle nebbie di un'innaturale alleanza PSE/PPE.

Le politiche PD, prima di essere politiche renziane, sono le politiche PSE. In Europa sono state costruite le politiche italiane, francesi, olandesi, su lavoro, scuola, ambiente, wellfare. In Europa saranno ratificati eventuali cambiamenti di queste politiche? No! Stanishev, quando ha chiuso la porta del PSE a questi personaggi non è stato mal consigliato. Stanishev conosce bene le vicende politiche italiane, solo che presiede un partito che da sinistra si è spostato a destra. E’ di destra il sostegno alla riforma Costituzionale di Renzi. E’di destra l'attacco forsennato alla Grecia, l'indifferenza per l’innalzamento dei muri contro gli immigrati.

E’ di destra il silenzio sulla decisione di Renzi di appoggiare, nelle elezioni francesi, il centrista Macron e non il socialista Benoit Hamon. Per questo il confronto annunciato da Speranza con i partiti del centrosinistra, Socialisti, Socialdemocratici e Laburisti europei, per spiegare i cambiamenti in Italia, ma soprattutto la necessità di un cambiamento in Europa e nel PSE, più che utile, è necessaria.

E’ necessaria per ripristinare l’identità originaria del partito socialista europeo, per rompere le alleanza PPE/PSE, che ha distrutto la dialettica destra/sinistra nel Parlamento di Strasburgo. E’ necessaria per dare ai partiti di sinistra, di ciascun paese, una dimensione internazionale, quantomeno europea.

 




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