giovedì 16 ottobre 2014 - loredana michelon

"Italia malata, nessun segno di ripresa". Intervista a Carlo Magani, referente delle Pmi del sudovest Lombardia

Da una personaggio di grande esperienza quale Carlo Magani referente delle PMI del sud ovest Lombardia le ultime riflessioni sulla crisi italiana. 

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Parlare con Carlo Magani è come aprire un book multifunzioni, qualsiasi argomento affronti è sempre pronto, schietto e a volte pungente sulla risposta. Da 20 anni la ditta che conduce con la moglie e i figli la Masserini snc – prodotti per la doratura con sede in Abbiategrasso, è associata alla CONFAPI di cui Carlo da 8 anni è il referente di zona.

CONFAPI raggruppa tutte quelle piccole medie imprese che hanno creato il tessuto economico italiano e che forse al momento sono quelle che, ancora nonostante le grosse difficoltà in cui naviga l’Italia, riescono anche se a stento a sopravvivere alla crisi che oramai dura da oltre 7 anni. Oltre che appartenere a questa Associazione Carlo Magani è anche membro del Rotary club sez. di Abbiategrasso e proprio in quest’ultimo week end si è tenuto un incontro tra Rotary di 3 paesi europei: l’Italia, la Francia e la Germania.

In genere l’appartenenza a questi club è fatti di imprenditori, liberi professionisti, ecc, di gente che è legata al mondo dell’economia e per questo approfitto dell’occasione per mettere a confronto le realtà di questi 3 paesi, di come si sia e si sta tutt’ora affrontando la crisi in ognuno di essi. In effetti ci hanno sempre venduto il fatto che in Francia, ma soprattutto in Germania, la situazione sia migliore. Non è proprio così soprattutto in Francia la crisi imperversa ovunque, ci sono modi diversi di affrontarla, afferma Magani: il fatto di dare una programmazione alle cose, di essere più metodici che a lungo andare ti porta a risultati sicuri.

Carlo, intanto sottolinea il fatto che per quanto riguarda le infrastrutture, un esempio lampante è la Francia: si sono fatti passi da gigante, programmando meticolosamente a tavolino lo sviluppo viabilistico e sviluppando in maniera adeguata il trasporto pubblico è riuscita a diminuire del 40% l’utilizzo dei mezzi privati, con grande risparmio sia da parte del cittadino che un grosso aiuto all’ambiente.

Come per esempio per la Germania citava il caso dei finanziamenti alle imprese, dove lo stato ha stanziato una cifra precisa per sostenere il rilancio dell’economia, che ha assegnato alle banche, ma nello stesso tempo ha obbligato le banche a finanziare le ditte che lo richiedevano. La Germania, ha sempre lavorato in maniera diversa da tutti gli altri stati, un esempio che aveva fatto scalpore ai tempi fu l’ordine di far rientrare tutte le sue multinazionali per far lavorare la propria popolazione, ma che la stessa non sia sofferente economicamente non è affatto vero. Un problema del tutto italiano invece è la mancanza di preparazione dei nostri politici che spesso arrivano a certi traguardi non per merito ma per quello che in Italia è una brutta abitudine chiamata “raccomandazione”.

Insomma dietro a tutto questo esiste una volontà politica certamente forte dove anche se a volte ci si scontra con i poteri importanti, ma se il desiderio di rilancio del paese diventa la cosa primaria allora si trova il coraggio per andare contro alle solite regole e affrontare le situazioni di petto e trovare nuove vie e soluzioni. Cosa che in Italia al momento non si sta facendo provocando una letargia che durerà ancora parecchio tempo se davvero non si cercherà di impugnare seriamente il discorso riforme e riduzione tasse.

Magani si domanda come è possibile che l’Italia sia l’unica a far pagare praticamente il doppio della percentuale di tasse delle due nazioni citate, e non solo loro, con in più il fatto che i soldi raccolti vengono destinati in percentuali già stabilite a copertura di spese ben determinate. Quello che invece succede in Italia è davvero sconfortante, intanto si chiede Magani “ma dove vanno a finire tutti i soldi che sfumano in tasse? Almeno lo sapessimo ma non ne abbiamo la più pallida idea. Oltretutto non esiste un’equità fiscale per cui sono sempre i soliti a pagare e a pagare in maniera più pesante. Ma la cosa che rende il tutto ancora più incomprensibile e lo cita come esempio, è che le autostrade costano la minima parte in Francia e Germania rispetto a quanto viene pagato in Italia.

Allora la domanda che ci si pone è questa: se questi paesi incassano meno di tasse e danno servizi migliori che in Italia quale sarà il loro segreto? Bella domanda lo vorremmo sapere tutti! Solo abbassando le tasse l’Irlanda ha avuto una crescita del 7%, dice Carlo Magani, noi ne paghiamo troppe, non ci sono troppe domande e fantasie bisogna abbassare le tasse, tagliando tutte le varie sovvenzioni che vengono date a persone che non ne hanno nessun merito e stabilire una percentuale ben precisa in base al reddito invece che tasse su tasse di cui a volte non ci si ricorda nemmeno il nome. Semplificare il sistema e pianificare in maniera adeguata la suddivisione fra i vari settori di quanto viene raccolto. Un sistema più trasparente snello e che anche per l’imprenditore o il cittadino sia accessibile nel momento in cui voglia fare le verifiche del caso.

Chiedo al Sig. Magani cosa pensa per il futuro, se vede qualche spiraglio di luce. Assolutamente niente di nuovo se le norme rimangono allo stato attuale. 




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