martedì 15 marzo 2016 - Agostino Spataro

I rapporti tra Italia e Libia negli anni ’70-’80. Un viaggio a Tripoli

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Oggi, 14 marzo 2016, dalle parti di Agrigento è spuntata una bellissima giornata, inondata da un sole tiepido, brillante, dallo squittio delle rondini, dai mandorli fiore, dalle vocine stridule dei bambini...

Mi affaccio alla finestra e guardo il mare, il Mediterraneo, nostro padre silente e carico di problemi e sofferenze, e non posso che pensare ai popoli dell’altra sponda, alla Libia ridotta a un cumulo di macerie e di malefatte.

Penso, con terrore, alla nuova guerra che si sta apparecchiando e da “profeta” disarmato ho selezionato alcuni brani di un mio libro( http://www.lafeltrinelli.it/libri/spataro-agostino/osservatore-pci-nella-libia-gheddafi/9788891054913) per offrire uno piccolo squarcio del clima politico che caratterizzava, negli '70 e '80, i rapporti molto speciali dell'Italia con la Libia, per dire che altre vie sono possibili.

Prima che distruggano completamente Tripoli, i popoli della Libia, a noi tanto cari, desidero far notare agli scettici e ai guerrafondai che, nonostante le difficoltà, le provocazioni, i ritardi e le incomprensioni, l'Italia, l'Unione Europea riuscivano a gestire le relazioni con il regime del colonnello Gheddafi nella pace e nella cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa.

Spero che se ne ricordino, soprattutto i nostri “decisori” che si apprestano ad assumere scelte gravi, forse irreversibili. Prima d'incendiare e distruggere la Libia, scrissi che la Nato poteva vincere la guerra ma perdere il dopoguerra. Così è stato, è.

Oggi, si sta apparecchiando una nuova guerra che potrebbe risultare catastrofica. Per tutti. In primo luogo per la Libia, per l'Italia, per la Sicilia. 

Altra cosa sono, nei casi estremi, le "operazioni" di polizia internazionale decise, e gestite direttamente, dalle Nazioni Unite. 

Invece che accendere nuovi conflitti bisognerebbe spegnere quelli in corso e provare a capire le ragioni degli altri, ad amare tutti i popoli del Pianeta (la nostra casa comune), nel rispetto della dignità umana e della sovranità degli Stati, nella solidarietà e nella legalità.

Con questo libro ho cercato di evidenziare una verità oggi difficile da percepire: l'Italia della “prima Repubblica”, spesso con la convergenza fra maggioranza governativa e opposizione del PCI, realizzò con il regime di Gheddafi risultati economici davvero invidiabili (effettivamente invidiati da certi nostri alleati), riuscì a risolvere crisi gravi, problemi difficili insorti con la Libia e con altri Paesi arabi mediante il dialogo, mai con la guerra (a.s.)

Se volete, date un’occhiata qui:

http://montefamoso.blogspot.it/2016...




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