sabato 8 aprile 2017 - Riccardo Noury - Amnesty International

Giornata Internazionale Rom e Sinti | Centinaia di persone sgomberate a Napoli

Per le famiglie rom dell’ormai ex campo di Gianturco, a Napoli, il fatto che oggi sia la Giornata internazionale dei rom suona come una beffa.

Nelle casette auto-costruite in mattoni, legno e lamiere di Gianturco, negli ultimi sei anni, avevano trovato spazio circa 1300 persone, tra cui moltissimi bambini.

 

A partire dallo scorso anno, hanno iniziato a circolare voci sul loro imminente trasferimento, senza specificare quando né dove.

Pur avendo avuto più di un anno di tempo, nessuna reale consultazione è stata effettuata dal Comune di Napoli per valutare tutte le alternative possibili allo sgombero e le opzioni di alloggio alternative per tutte le famiglie.

Ieri mattina alle 7, dopo che nei giorni scorsi già molte famiglie rom avevano lasciato Gianturco, è iniziato lo sgombero. Nel giro di quattro ore, tutto ciò che restava del campo erano armadi, materassi, bombole del gas, vestiti e giochi che molti avevano dovuto abbandonare. Ai giornalisti è stato vietato di entrare nel perimetro del campo.

Duecento rom sono stati trasferiti in un altro campo segregato e fatto di container, realizzato in via del Riposo, nella stessa zona cui nel 2011 era stato appiccato un incendio.

Per alcune delle famiglie sgomberate, il Comune di Napoli ha reperito piccoli appartamenti confiscati alla criminalità organizzata; saranno anche messi a disposizione 75.000 euro come sostegno temporaneo a 25 famiglie per un contributo all’affitto da privati, se verranno soddisfatte determinate condizioni. Tuttavia, come ammesso dalle stesse autorità locali, centinaia di persone, bambini compresi, resteranno escluse da qualsiasi programma di alloggio alternativo. In poche parole, resteranno in mezzo alla strada.

Lo sgombero forzato di Gianturco, la ricollocazione di 200 residenti in un altro campo etnicamente segregato e la prospettiva, per molti altri, di rimanere senza un tetto mettono in evidenza il mancato rispetto, da parte dell’Italia, dei diritti umani dei rom e la mancata attuazione della Strategia nazionale d’inclusione adottata oltre cinque anni fa.

A Gianturco si stanno vedendo anche le conseguenze della mancata azione della Commissione europea di fronte alle ripetute violazioni, da parte dell’Italia, della Direttiva anti-discriminazione dell’Unione europea. Nonostante abbia aperto, ormai cinque anni fa, un’indagine preliminare contro l’Italia per la discriminazione dei rom, la Commissione europea deve ancora iniziare la procedura d’infrazione.

E come rivelato due giorni fa dal Financial Timesla procedura è ostacolata ai più alti livelli della Commissione europea.

La foto di Claudio Menna per Amnesty International è stata scattata durante lo sgombero di Gianturco.




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