sabato 12 marzo 2016 - angelo umana

Fuocoammare, di Gianfranco Rosi: "Quando un film fotografa la realtà senza mischiarla con opinioni"

Fuocoammare: quando un film fotografa la realtà senza mischiarla con opinioni. Questo fà Gianfranco Rosi, se ne stà a lungo nei posti che vuole “raccontare” e le immagini sommuovono più di mille parole. Eccoci servita un’altra testimonianza, da Lampedusa: la cinepresa pare essere collocata in un angolo discreto, asettica e neutrale, e lascia parlare gli avvenimenti, nessun rumore oltre quelli della realtà dell’isola. Solo le parole di un medico che presta i primi soccorsi agli immigrati appena sbarcati: se sei un uomo non puoi ignorare.

Viene ripresa la vita del paese con i residenti che conducono la loro esistenza pacifica senza ribellarsi agli arrivi continui di persone al limite della disperazione, senza sbraitare come spesso avviene in altri angoli d’Italia dove comunque si continua ad avere i ns. pasti ogni giorno tranquilli, dove badiamo alle ns. cosette da mondo sviluppato, e solo guardando immagini televisive o notizie ci sentiamo invasi, minacciati nel ns. welfare, “ci rubano il lavoro e i ns. sussidi!” E’ proprio vero che gente umile sa accogliere di buon grado altri bisognosi, come avviene attualmente in Grecia: non sembra che nelle regioni più povere i residenti sbraitino tanto come in altre più ricche per questa “invasione”.

Lecite le lacrime di Meryl Streep nell’assegnare l’Orso d’Oro 2016 di Berlino a questo documentario, sarà stata anche una scelta politica o del momento giusto ma Angela Merkel vedendolo si sarà convinta ancora di più della sua scelta di accoglienza, pagheranno le nostre pensioni questi invasori, mentre i nostri 5 milioni di residenti stranieri in Italia in parte già lo fanno, ci pagano pure l’affitto per la seconda e terza casa su cui abbiamo risparmiosamente investito.

Ora non resta che aspettare che da Mattarella a Papa Francesco (già più accogliente), dalla Camera al Senato e dai numerosi palazzi della politica alla pubblica amministrazione si stringano un po’, facciano più piccoli e sobri gli uffici dei loro dirigenti e lascino posto a chi ha perso tutto: vivranno per un po’ della nostra carità, degli avanzi di cibo e abiti che buttiamo via ogni giorno per ripulire le ns. dispense e per rinnovare i ns. armadi. Non resta poi che aspettare che altri ventriloqui come quel ragazzone dalla faccia intelligente, Salvini (che parla con la pancia alle pance delle persone), trovino spazio tra un’ospitata in tv e l’altra per vedersi questo film.




Lasciare un commento