martedì 26 luglio 2016 - Gianleonardo Latini

Francia: mille sfumature di un Presidente

La Francia, tra scioperi e rischio terrorismo, è sotto fuoco incrociato che destabilizza e porta al degrado uno dei paesi che hanno rappresentato un faro di civiltà.

Un degrado che sta portando il motto della Repubblica francese - Libertà, Uguaglianza, Fraternità - a sostituire la Fratellanza (Solidarietà) con la propriété.

La proprietà che diventa il fulcro della legge Job Act alla francese e che fa venire il dubbio, osservando i fatti d’Oltralpe, di vivere uno stravolgimento della sinistra francese ben più radicale di quello che è in atto in Italia.

All’entrata di Hollande all’Eliseo era stato additato da gran parte dell’opinione pubblica come un presidente dalla personalità sbiadita, ma nell' occasione di schierare i militari in Africa o di fronteggiare gli atti di terrorismo ha dimostrato la fermezza che si sta trasformando in cocciutaggine nel non voler dialogare con i francesi scesi in piazza per protestare contro la sua visione del lavoro.

La Francia di Hollande non vive nella paura di essere tra i bersagli privilegiati del terrorismo jihadista e continua la sua politica panafricana con la presenza militare non solo nel Mali e nella Repubblica Centroafricana, ma anche nel Ciad.

Hollande rappresenta una Francia che dà la precedenza agli affari più che all’affermazione dei Diritti e delle Libertà, come dimostra la sua posizione con il regime autoritario di Al Sisi e le modifiche nei rapporti di lavoro tra datore e assunto.

Gli affari con l’Egitto innanzitutto, e non solo, e si può sorvolare sul caso Regeni, ma d'altronde il governo francese non si è impegnato nemmeno per chiarire la morte del connazionale Éric Lang insegnante di francese presso il Centro culturale della Francia al Cairo ucciso nel 2013.

Silenziosamente prosegue a sostenere il generale libico Khalīfa Belqāsim Ḥaftar, pupillo di Al Sisi e prodotto dell’inventiva statunitense, mentre la Ue ha spostato le sue simpatie da Tobruk al governo costruito dagli sforzi dell’Onu.

Per il presidente Hollande è importante attendere, come è stato sottolineato in un articolo di Libération Pour Hollande, il est urgent d'attendre.

Ma ora Hollande ritiene che non si può più attendere, dopo gli attentati del 2015, e ancor più con la strage del 14 luglio a Nizza, per far nascerà l'agenzia nazionale per la lotta al terrorismo e far funzionare la Dgsi (Direction Centrale des Renseignements Généraux) che dovrebbe coordinare tutte le indagini, ma sino ad ora rimasta spogliata dei suoi effettivi poteri.

Una strage, quella di Nizza, che ha messo in secondo piano " Coiffeurgate", caso grottesco sul quale ha inciampato Hollande con il suo barbiere ben stipendiato e a sua disposizione 24 h su 24 h.

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