venerdì 30 maggio 2014 - Angelo Libranti

Europee: nessuna sorpresa

L'exploit di Renzi alle elezioni per il Parlamento Europeo ha sorpreso gli elettori meno attenti, divisi fra Grillo, il segretario del PD e Berlusconi. Diciamo la verità, sono state elezioni equivalenti ad un test sulla credibilità del Presidente del Consiglio, determinato a cambiare la politica in Italia.

Sull'onda del malcontento, già da alcuni anni Grillo si è buttato nell'agone e, questa volta, si sentiva sicuro della sua dialettica e del potere di convincimento sulle anime più semplici. Con i ripetuti vaffanculo, distribuiti a destra ed a manca, ha soddisfatto la pancia dei repressi, a rivalsa delle loro frustrazioni, che si sono riversati nei suoi comizi per strillare ed a compiacersi della capacità affabulatoria del loro idolo.

Bene, anzi male, i loro voti erano tutti lì nelle piazze, tutti presi dal sacro fuoco, ma fuori dalle piazze non sono riusciti a raccattare un voto, perché quelli che conoscono il mondo si sono tenuti prudentemente lontano, ed esclusi quelli che hanno rinunciato al voto, hanno pensato ad altri personaggi, più concreti e credibili.

Ricordo le elezioni del 1948, quando il PCI fresco di gloria resistenziale, presiedeva tutte le piazze d'Italia con cipiglio e autorità e Togliatti aveva ferrato le scarpe per dare il calcio definitivo a De Gasperi; c'era aria di presa del potere. Sappiamo come è finita.

Vorrei dire a Grillo che gli elettori non sono solo gli utenti del suo blog e gli ebetini dei suoi circoli, ma altri italiani, molto più numerosi, che si informano, leggono ed hanno opinioni più consone alla grave situazione nella quale versiamo e che cercano il candidato giusto a rappresentare un ideale difficile da trovare.

Credevano di averlo trovato in Berlusconi, imprenditore di successo, ricco di suo, mattacchione e simpatico. Sembrava credibile quando annunciava riforme epocali ed aveva ottenuto consensi record. Era sua intenzione mantenere le promesse, solo che non aveva realizzato come il Consiglio dei Ministri non fosse un consiglio di amministrazione del quale rappresentava il socio di maggioranza, ma un'insieme di teste, ognuna delle quali non aveva a cuore l'azienda, ovvero l'Italia, e perseguivano interessi di lobby e personali.

Ricordiamo i Follini, i Casini, i Fini, i Tremonti ed anche quel bel campione di Bossi, che un giorno sì e l'altro pure ostacolavano gli accordi e le decisioni da prendere, in modo plateale e sconveniente all'andamento del buon governo. Berlusconi avrebbe dovuto denunciare a reti unificate questa impossibilità a svolgere il programma annunciato e provare a riscuotere i consensi della base elettorale. Per timore di apparire dittatore e per ignavia non ha saputo o voluto agire, perdendo l'occasione propizia per fare riforme radicali.

Certamente non ha avuto il sostegno dei media, anzi gli ha dato addosso tutto “l'arco costituzionale”, per non dire certa magistratura, la quale, insieme agli altri ha creato una forza negativa diffusa, creando poi le condizioni idonee al suo indebolimento e la successiva cacciata dal Governo, complici determinati “poteri forti”.

Sotto questo aspetto Renzi è più corazzato perché, stando a sinistra, ha il sostegno dei media e dice chiaramente cosa vuole senza critiche aprioristiche, altrimenti minaccia le dimissioni, creando un rapporto più diretto con gli elettori che, appunto, lo hanno sostenuto in massa.

Berlusconi ha voglia di trovare scuse alla sua débacle; l'unica causa del tracollo è questo nuovo astro della politica italiana, intenzionato a svolgere il programma di FI, che poi è l'unico possibile per raddrizzare la barca. Tra i due, l'elettorato attivo e consapevole, ha scelto il più giovane e il più determinato, credibile perchè ha già fatto pulizia nel PD rottamando i vecchi tromboni comunisti.

Ora per Renzi comincia la stagione difficile, promesse ne ha fatte tante, il Parlamento è rimasto lo stesso e la vittoria serve solo come conquista morale. Occorre verificare in che rapporti sta con i ”poteri forti” e come intende destreggiarsi fra le secche di una Europa disunita, la cui Germania domina incontrastata.

Vorrei consigliare a Berlusconi di lasciar perdere le rivalse e l'intenzione di rinnovare Forza Italia, deve convincersi che la sua stagione è finita e non sarà certo la figlia Marina a sollevarne le sorti, col pericolo del risveglio della solita magistratura. Riorganizzi il partito per renderlo più compatto e tratti con Renzi circa le leggi più urgenti da approvare. Sarà apprezzato da chi non l'ha più votato e lui stesso troverà soddisfazione nel vedere le sue antiche volontà realizzate. D'altronde ha detto più volte, e ripetuto, come il suo obiettivo finale è il bene dell'Italia.

 

Foto: Politica Italiana/Flickr



5 réactions


  • (---.---.---.178) 30 maggio 2014 14:38
    Sono veramente dispiaciuto di dover scrivere questo a qualcuno che ricorda le elezioni del 1948.

    Egregio Libranti: pensare che Berlusconi abbia fallito non per disonestà e furfanteria ma per colpa altrui; pensare che fosse sua intenzione mantenere le promesse; che avesse paura di apparire dittatore; insomma, dico: credo che lei stia proferendo scemenze. Quando era al potere, quello che ha voluto Berlusconi l’ha ottenuto. Scudo fiscale, falso in bilancio, prescrizione, legittimo sospetto, lodo Alfano e via dicendo: tutte leggi volute da Berlusconi per interessi molto meno che legittimi. Sono disgustato dal suo articolo: è costituito da corbellerie una più incredibile dell’altra.


  • Angelo Libranti (---.---.---.21) 30 maggio 2014 20:44

    Gentile non so come si chiami, tanto per cominciare si presenti, poi la nebbia che aleggia nel suo cervello, programmato a secernere venefici acidi verso il Berlusca, non le consente di leggere lo scritto con animo sereno e di giungere a conclusioni affrettate.

    Ho detto che oltre le difficoltà che ha trovato con certi compagni di strada, noti a tutti gli elettori italiani meno che a lei (uso il lei per mantenere le distanze), "oltre ad averci messo molto di suo con un comportamento singolare come Presidente del Consiglio e nella vita privata", fidando nella memoria di lettori attenti che sanno tutto sulle sue leggi e sulle olgettine.
    Per amore di verità occorre aggiungere come questo politico anomalo sia stato perseguitato da certa magistratura, che non ha perso occasione di accusarlo di tutto e di più.
    Comunque, oggi come oggi, la sua parabola politica è finita. Si agita e starnazza come i tonni che, catturati e portati nelle tonnare, si agitano e schizzano acqua e sangue prima di morire.

    Rileggendo il testo e poi la risposta noto, con disappunto, che nell’articolo è saltato il seguito a "l’unica causa del tracollo è questo nuovo astro della politica italiana" sottolineato nel commento.
    Chiedo scusa all’anonimo, il concetto è saltato nella stesura definitiva per legare la frase che seguiva. Non è facile scrivere di getto e poi correggere per far capire meglio.

  • (---.---.---.160) 31 maggio 2014 07:58

    Un’incredibile accozzaglia di luoghi comuni desunti dalle TV del pregiudicato. Le riforme epocali ! ma quali erano? noi non ne ricordiamo alcuna, anzi no ne ricordiamo una sola : riportare la magistratura sotto il controllo della politica, come nel fascismo.

    Il resto delle riforme di Berlusconi le ha elencate — -- 178 nel primo commento.

    Carmelo Zappulla, Gennaro Esposito e Marco Guidolin


  • Angelo Libranti (---.---.---.90) 31 maggio 2014 22:18

    Siete talmente obnubilati che non vi rendete conto di cosa scrivete. Sarà oggetto di studio, per i posteri, l’odio che questo imprenditore passato alla politica, suscita in alcuni soggetti deboli, i quali evidentemente non conoscono la storia di altri imprenditori e di altri politici.

    Mi scoccia, in questa sede, fare il difensore d’ufficio di un personaggio del quale non me ne frega nulla, ma tant’è, ricordo al magnifico trio la legge di modifica costituzionale n°2544-D del 16.11.2005, approvata dal penultimo governo Berlusconi e respinta col referendum nell’anno successivo nei giorni 25 e 26 Giugno. 
    L’importante legge, che attualmente viene riproposta con modifiche da Renzi, prevedeva la riduzione dei parlamentari, l’attribuzione di maggiori poteri al Presidente del Consiglio, la soppressione del Senato, nella forma attuale, e tante altre cose che gli italiani attendono da anni.
    Se quel maledetto referendum avesse confermato la legge, già da parecchi anni avremmo avuto un Parlamento più agile ed una situazione legislativa moderna, però per fare dispetto all’odiato nemico gli italiani si sono tagliate le palle, con grande godimento da parte vostra.
    Poi, cosa cazzo scrivete che la magistratura era sotto il controllo del fascismo. Lo sapete che Amerigo Dumini, il capo della banda che uccise l’on. Matteotti fu condannato all’ergastolo e fu liberato dagli angloamericani come prigioniero politico, salvo subire un nuovo processo nell’immediato dopoguerra, quando fu condannato di nuovo all’ergastolo. 
    Mi fermo qui altrimenti rischio di farvi una lezione di storia.
    Un consiglio: leggete, leggete di tutto, libri e giornali di governo e opposizione, poi pensateci su e fatevi un’opinione personale. 
    Non omologatevi al popolo bue e, per favore, finiamola qui. 


    • (---.---.---.203) 14 giugno 2014 20:10

      Aspettavo un ulteriore commento all’imprecisione, voluta, circa la condanna di Dumini.

      Evidentemente i commentatori non sanno e non è bastata l’esca per sollecitarli a fare ricerche.
      Il Dumini e la sua banda furono condannati a 5 anni di carcere per omicidio preterintenzionale e, dopo la guerra, all’ergastolo che, peraltro, non scontarono mai, come succede oggi in Italia.

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