mercoledì 8 febbraio 2017 - Carmelo Musumeci

Ergastolo e semilibertà | Diaro di un ergastolano

1/01/2017

Com’è bello iniziare il nuovo anno da uomo libero, o meglio da semilibero, perché il mio fine pena rimane nell’anno 9.999, però mi considero fortunato che sono arrivato nell’anno 2017 con un piede dentro e uno fuori.

Adesso devo cercare di mettere fuori tutti due i piedi.

 

2/01/2017

Oggi è l’ultimo giorno che passo a casa perché domani mattina partirò per l’Umbria e domani notte dormirò nel carcere di Perugia.

Preparando i bagagli mi sono consolato pensando che in questi giorni ho passato tanti momenti belli con la mia compagna, i miei figli e i miei nipotini.

E ho pensato che sono tanto fortunato, a differenza di tanti miei compagni ergastolani ancora sepolti fra sbarre e cemento senza nessuna speranza. 

 

3/01/2017

Questa mattina la mia compagna mi ha accompagnato alla stazione.

Le ho accarezzato il viso.

L’ho baciata sulla punta del naso.

Le ho dato un ultimo tenero innocente bacio.

Mi sono raccomandato per la sua salute, perché sta poco bene.

Poi le ho lasciato di nuovo il mio cuore e mi sono preso il suo e sono salito sul treno.

Durante il viaggio ho pensato che devo fare di più per far abolire la pena dell’ergastolo o, come la chiama papa Francesco, la “Pena di morte nascosta” perché voglio invecchiare insieme alla mia compagna. 

 

4/01/2017

Questa notte in carcere il figlio di puttana del mio cuore mi ha svegliato un paio di volte, ricordandomi che dormiva meglio libero a casa della mia compagna.

L’ho mandato a quel paese dicendogli di farmi dormire perché l’indomani l’avrei portato di nuovo fuori.

E di accontentarsi dato che i cuori degli altri ergastolani stavano peggio di lui.

 

5/01/2017

Sto cercando di fare tanti buoni propositi per il nuovo anno e, a parte continuare a scrivere per dare voce e luce ai miei compagni ergastolani, ho capito che per essere più autonomo devo prendere la patente.

E mi sono convinto che questa è la prima cosa che devo fare.

 

6/01/2017 

L’Associazione Papa Giovanni XXIII è una comunità cattolica e in ogni “Casa Famiglia” c’è una capellina e ogni tanto viene qualche prete a celebrare una messa.

Sinceramente ogni volta io cerco di svignarmela, ma oggi faceva un freddo cane e, un po’ per riscaldarmi, un po’ perché non sapevo cosa fare, sono entrato anch’io nella capellina e ho assistito alla messa.

Devo dire che mi sono molto divertito e rilassato perché s’è cantato e suonato la chitarra. La presenza dei bambini trasmetteva gioia e felicità. Non mi sono sentito un intruso.

Ho ripensato alle tristi messe che mi costringevano ad assistere i preti quando ero chiuso in collegio. Questo di oggi, invece, era un prete simpatico e moderno che ci ha coinvolto nella sua omelia. Alla domanda cosa ci facevano pensare i tre magi, a me è scappato da dire che erano stati le ultime tre statuette che avevo rubato da bambino in un negozio, per farmi il presepe a casa.

Mi hanno guardato in modo strano, poi però mi hanno sorriso tutti, con simpatia.

 

7/01/2017

Questa mattina alle sei e mezza sono uscito dal carcere con la febbre a 39 perché purtroppo ho ripreso di nuovo l’influenza.

Forse il mio corpo non è più abituato ai virus della libertà, ma si dovrà arrangiare lo stesso perché, fin quando dipenderà da me, continuerò ad uscire anche da morto.

 

8/01/2017

Ho passato una bellissima giornata con la figlia adottiva del mio cuore, Mita, e l’amica del mio cuore, Tiziana, e i loro due compagni, Francesco e Massimo.

Mi hanno portato dei regali per la festa della Befana e abbiamo pranzato insieme.

Poi abbiamo giocato a carte e ad uno strano gioco che si chiama Taboo: io, che una vita fa ero il “Signore delle bische”, ho perso.

Roba da matti, si vede proprio che non sono più quello di una volta.

 

9/01/2017

Preferisco stare male fuori che bene dentro e anche questa mattina quando sono uscito dal carcere battevo i denti dalla febbre, ma il panorama era bellissimo perché durante la notte aveva nevicato.

Mi è sembrato di trovarmi in Siberia e di vivere un’avventura di “Zanna Blu”, il protagonista di uno dei miei primi libri, che la prefazione della grande Margherita Hack.

 

10/01/2017

Sto un po’ meglio.

Le medicine stanno facendo effetto e mi sembra che siano più potenti di quelle che mi passavano dentro.

In carcere, anche quando stai male, passi per un simulatore.

Insomma, forse me la cavo.

E dopo l’Assassino dei Sogni dei Sogni, forse riuscirò a sconfiggere anche i virus dell’influenza.

 

11/01/2017

Alcuni miei compagni continuano a scrivermi e oggi, con molto ritardo, perché dentro l’Assassino dei Sogni le poste funzionano ancor più male che fuori, ho ricevuto queste parole del mio ex compagno di sezione, che mi hanno fatto particolarmente sorridere per i complimenti esagerati che mi fa:

Carissimo Carmelo, stiamo preparando il cenone di Capodanno. Ti immaginerai già chi è la prima donna, sono sicuro che indovinerai quali saranno le battute spiritose e a chi toccherà lavare i piatti. A me manchi molto (Boris a scacchi fa schifo). Mi avevi dato la sicurezza che l’intelligenza unita al buon cuore riesce a disintegrare quella gabbia di merda che il carcere vuole costruire. Ogni tanto questa sicurezza vacilla, ma da quando ti ho conosciuto non permetto più a nessuno di pronunciare la tipica frase: “Tanto carcere ti brucia il cervello”. Col cazzo, io ho conosciuto Carmelo, che è amico mio, e lo “picchiavano” un giorno sì e un giorno no, ed è una grandissima persona, con il cervello ed il cuore ancora a posto, perciò poche balle: “O sei una brava persona, o se no, non tirare fuori scuse”. Ti voglio bene Carmelo. Ciao, Roberto. 

 

12/01/2017

Oggi è il compleanno di una mia amica: Gabriella.

La voglio ricordare nel mio diario perché è spuntata all’improvviso dietro l’angolo della mia vita qualche anno fa, ma mi sembra di conoscerla e che mi sia vicina da una vita.

Gabriella, buon compleanno. Ti voglio bene. Tanto. Un bacio da me. E uno dal mio cuore. Carmelo.

 

13/01/2017

Con l’amico di una vita, Giuliano Capecchi, e l’Associazione Liberarsi stiamo creando un progetto per dare voce a chi non ne ha e sto diffondendo, sia fuori che dentro ai carceri, queste parole:

L’Associazione Liberarsi, che da anni lotta per l’abolizione dell’ergastolo e del regime di tortura del 41 bis, ha deciso di mettere a disposizione di tutta la popolazione detenuta, in particolare dei condannati all’ergastolo e alle lunghe pene, il suo sito www.liberarsi.org e il suo periodico cartaceo “Mai dire mai”.

 Mi ha incaricato inoltre, grazie al mio attuale regime di semilibertà, di curare una rubrica settimanale intitolata “Rassegna Stampa fine pena 9.999” per diffondere le notizie e le testimonianze che mi arriveranno direttamente dagli ergastolani, dai detenuti, dai loro familiari, dagli avvocati e da tutti gli addetti ai lavori.

Chi volesse aderire a questo progetto per avere voce e luce può farlo scrivendomi al seguente indirizzo postale:

 

Carmelo MUSUMECI

c/o Comunità Papa Giovanni XXIII

Via del Convento, 7

06031 BEVAGNA (PG)

oppure tramite queste indirizzi email:

zannablumusumeci (at) libero (punto) it

 ergastolani (at) gmail (punto) com

 

14/01/2017

Questa mattina quando sono uscito dal carcere ho trovato la neve e la ragazza, Francesca, che fa servizio civile per la Comunità Papa Giovanni XXIII è venuta a prendermi, ma mi ha fatto tanta tenerezza perché non stava neanche bene…

Ci siamo presi anche un bel spavento perché abbiamo trovato un pezzo di strada ghiacciata e all’improvviso la macchina ha sbandato prima a destra e poi a sinistra, ma per fortuna lei è rimasta calma ed è riuscita a mantenerla bene sulla strada.

 

 

15/01/2017

Sto cercando di amministrare il sito www.liberarsi.org ma non mi è facile capire come funzionano questi nuovi (per me!) mezzi tecnologici e mi sembra di essere un uomo preistorico uscito da una caverna.

Chissà se me la caverò, perché non è neppure facile inventarsi un mestiere nuovo a sessantadue anni, ma le nuove avventure mi sono sempre piaciute.

Poi, per fortuna, Mita, la mia figlia del cuore, mi sta dando una mano con delle lezioni accelerate di computer. 

 

16/01/2017

Che bello è lo spettacolo della vita fuori dalle mura di un carcere.

E mi sembra di essere tornato bambino perchè non mi stanco mai di guardarmi intorno.

Oggi dal finestrino del treno ho visto una coppia di anziani che si tenevano per mano e mi hanno fatto tanta tenerezza.

 

17/01/2017

S’è sparsa la voce che sono laureato in giurisprudenza e quando rientro in carcere i miei compagni mi chiedono consigli giuridici e varie istanze da fare.

Faccio però fatica ad accontentare tutti perché fuori il tempo vola e non ne ho mai abbastanza per fare tutto quello che vorrei, ma non riesco a dire di no a nessuo. 

 

18/01/2017

Oggi si sono sentite diverse scosse di terremoto ed ho visto i lampadari oscillare da tutte le parti.

Tutti si sono rifugiati al piano terra per essere più vicini alla porta, ma io per tenere compagnia al mio Diavolo Custode, che con la sedia a rotelle non può scappare e si è stufata di stare fuori casa ad ogni terremoto, sono rimasto con lei sotto una solida arcata in muratura.

Poi ci siamo stancati e abbiamo pranzato serenamente come se niente fosse successo.

 

19/01/2017

Oggi ho fatto una brutta figura con Paolo, il ragazzo non vedente, perché è mancata la luce nell’intera struttura per qualche minuto.

Quando l’ho incontrato nell’altro appartamento gli ho chiesto s’era arrivata, lui ovviamente mi ha risposto che non lo poteva sapere e per fortuna ha sorriso. 

Subito dopo ho pensato che ho fatto una delle domande più stupide della mia vita e sono rimasto mortificato.

Poi mi sono consolato pensando che spesso mi sembra che Paolo ci veda più di me.

 

20/01/2016

Questa sera sono rientrato in carcere con un po’ di malinconia perché ce la sto mettendo tutta per ritornare a vivere, ma durante la notte l’Assassino dei Sogni mi ricorda spesso che, anche se non ha più il mio cuore, continua ad avere il mio corpo.

 

21/01/2016

Da quando esco dal carcere al mattino e rientro alla sera continuando a scontare il mio debito verso la società, il fatto di aiutare le persone e i bambini in difficoltà, mi fa sembrare di essere diventato più buono.

…E sono meno arrabbiato di avere passato un quarto di secolo chiuso in una cella vivendo una vita senza vita.

 

22/01/2016

Sabina Rossa, che ha subìto l’uccisione del padre durante la lotta armata degli anni ‘70, è intervenuta durante la giornata del 20 gennaio 2017 nella Casa di Reclusione di Padova, organizzata da Ristretti Orizzonti dal titolo: “Contro la pena di morte viva. Per il diritto a un fine pena che non uccida la vita”. Ha voluto mandarmi il suo contributo:

Vorrei iniziare il mio intervento prendendo in prestito alcune frasi di Carmelo Musumeci non solo perché le condivido ma anche perché ho potuto toccare con mano la veridicità delle sue parole: “Il carcere non mi ha fatto bene, non solo mi ha peggiorato ma mi ha fatto anche del male”. “Ciò che mi ha migliorato e cambiato non è stato il carcere ma un programma di rieducazione fatto dalla presenza delle persone care, dalle relazioni umane e sociali”. “In carcere si soffre per nulla, il nostro dolore non fa bene a nessuno, neppure alle vittime dei nostri reati, è difficile pensare al male che hai fatto fuori se ricevi male tutti i giorni” (…).

Musumeci ci dice che dal carcere si dovrebbe uscire perché lo si merita, perché è stato fatto un certo percorso, perché c’è stata una crescita. Sono d’accordo con lui e credo che giustizia sia anche quella di prendere atto che, a tanti anni di distanza, quella persona non sia più quella di un tempo e che si sia realizzato un cambiamento nel profondo.

Quando è stata concessa la liberazione condizionale alla persona che ha sparato a mio padre l’ho considerato un atto giusto, mi sono sentita come se si fosse chiuso un cerchio e ho potuto posare a terra quello zaino che mi sono portata sulle spalle per tanto tempo.

 

23/01/2016

Per tentare di essere una risorsa più autonoma per la Comunità Papa Giovanni XXIII mi sono iscritto alla “Scuola Guida” per prendere la patente; ovviamente, sono il più anziano.

 Quando confido a mia figlia le mie difficoltà nel fare i quiz, mi prende in giro dicendomi che per uno che ha preso tre lauree dovrebbe essere una passeggiata. Per provocazione oggi le ho risposto che le domande dei quiz sono così stupide che… solo gli scemi riescono a prendere la patente. Speriamo che non mi boccino, altrimenti chissà come mi prenderà in giro!

 

24/01/2016

Ho scritto un articolo per ringraziare Sabina Rossa e Agnese Moro per il loro attivismo e sensibilità contro la “Pena di Morte Viva” o, come la chiama Papa Francesco, la “Pena di morte nascosta”. Ho concluso il mio scritto con queste parole:

Grazie Sabina e Agnese di continuare a lottare per recuperare e migliorare le persone che vi hanno fatto del male.

Con il vostro impegno contribuite a sensibilizzare l’opinione pubblica che la pena dell’ergastolo è una morte interminabile che ti fa sperare in una morte istantanea come un regalo della pietà. La vostra testimonianza di vittime dà un senso ancora più profondo alle vostre parole.

 

25/01/2017

Fra le mie attività di volontariato per la Comunità Papa Giovanni XXIII, in questo periodo sto aiutando anche diversi studenti nella stesura delle loro tesi di laurea sul carcere e sulla pena dell’ergastolo.

Uno di questi si chiama Daniel e mi ha scritto una delle lettere più belle che abbia mai ricevuto in questo quarto di secolo di carcere. Sono contento di condividerla con chi mi legge:

 

Ciao Carmelo,

Ho letto tutti e tre i libri che mi hai mandato e volevo dirti che sono bellissimi.

Secondo me tu sei la libertà; e non lo dico tanto per dire, tu ti batti talmente tanto per questo ideale che, secondo me, lo rappresenti. Sei molto più libero tu, pur essendo in vincoli, di molte persone che si credono libere.

Mi sembra di conoscerti da una vita...leggendo i tuoi racconti, le tue poesie e le pagine del tuo diario mi sembrava di essere una mosca, immobile sulla finestra della tua cella intenta ad osservare il tuo dolore e la tua forza e sei diventato un amico per me.

Sai, io sono finito a studiare giurisprudenza con molti sacrifici: non sono figlio d’arte e non sono figlio di persone benestanti, vengo “dal basso” e, dopo le superiori, per un anno ho fatto il manovale sottopagato sfruttato e maltrattato, mi hanno illuso, mi trattavano come una merda e mi sentivo tale.

Poi ho deciso di iscrivermi all’università per sfuggire a quel mondo, per essere libero e, con tanti sacrifici dei miei genitori, sono qui...a scrivere la tesi. Di questo sono felice. Spesso però penso e mi rattristo perché il mondo sembra che vada bene solo ai corrotti ed ai raccomandati, ai colletti bianchi.

Ma ora, vedendo la tua lotta e la tua forza ho un motivo in più per credere che le cose possano cambiare. Sei un motivo di forza per tutti quelli che, come me e come te, credono nella libertà, una libertà che non è solo fisica ma è l’idea di una vita migliore nella quale tutti hanno le stesse opportunità.

Ti ringrazio per questi insegnamenti: pur essendo distanti e pur non essendoci mai visti di persona io ti capisco e mi sento legato a te.

Non cedere mai, sei un’anima forte che può incoraggiare chi è dentro e chi è fuori da quelle mura, la libertà che possiedi tu è la più bella di tutte e nemmeno “l’Assassino dei sogni” ha potuto e mai potrà togliertela. Ti definisci un “uomo ombra” ma, secondo me, dentro quell’ombra nascondi una luce che può spezzare il ferro e‎ il cemento.

‎Questo è quello che mi sentivo di dirti con il cuore, scusami se ti ho annoiato.

Sto preparando il questionario, intanto ti mando un caro saluto e ti ringrazio per la disponibilità.

Ciao, con un sorriso. Daniel

 

26/01/2017

I miei compagni dal carcere di Padova continuano a scrivermi e oggi ho ricevuto una lettera da Mauro:

(…) Mi ha particolarmente emozionato leggere ciò che stai vivendo. La tua nuova condizione di “semilibero” mi ha fatto riflettere e, non ti nascondo, mi ha incuriosito leggere come hai vissuto dopo “un quarto di secolo”… i primi giorni da uomo libero. Ti ringrazio perché mi stai arricchendo spiritualmente, facendomi vivere le tue sensazioni. Un abbraccio.

 

27/01/2017

Oggi al telefono ho raccontato a mia figlia che l’altra settimana la “Casa Famiglia” accanto la quale lavoro, ha avuto un problema: una persona è rimasta chiusa in bagno e non riusciva ad aprire la porta. S’era bloccata la serratura e stavano persino chiamando il fabbro. Poi qualcuno ha pensato di chiedere aiuto a me. Grazie alla mia esperienza, da ragazzo, di ladro d’appartamento, ho liberato quella persona in un minuto. Subito dopo mi hanno battuto le mani e io, per una volta, non mi sono vergognato del mio passato.

Poi ho pensato che è proprio vero che, a volte, dal “male” può nascere anche il “bene”.

 

28/01/2017

Un detenuto extracomunitario in regime di semilibertà ha perso il lavoro e, per paura che lo rinchiudessero, è scappato al suo paese.

Un altro, invece, non ha neppure i soldi per pagarsi i mezzi pubblici. Così, di sua volontà, non sta più uscendo dal carcere.

Stando a contatto con questi detenuti problematici, sto comprendendo perché in Italia, a differenza di altri paesi, la recidiva è così alta. Capisco infatti che per tanti giovani uomini che hanno sbagliato non è proprio facile reinserirsi nella società e in famiglia.

E tanti di loro si trovano veramente abbandonati a se stessi. Il carcere, purtroppo, è l’unica opportunità che rimane loro.

 

29/01/2017

Mi è venuta a trovare una mia cara amica da Udine, Gabriella. Non sapevo dove portarla perché la “Casa Famiglia” dove svolgo la mia attività di volontario è distante dal paese. Quindi, ho pensato di portarla a passeggiare al cimitero difronte alla struttura dove lavoro.

Abbiamo scambiato pensieri e parole molto profonde che hanno fatto bene a entrambi.

…E forse hanno fatto bene anche ai morti perché, probabilmente, si saranno sentiti un po’ vivi anche loro!

Poi, alla sera, Gabriella mi ha accompagnato in carcere e il suo sorriso mi ha fatto compagnia dentro l’Assassino dei Sogni.

 

30/01/2017

Oggi Gabriella è tornata a casa e mi ha lasciato scritte queste parole:

- Grazie di cuore per questi due bellissimi giorni trascorsi con voi, per la vostra accoglienza, per le risate fatte insieme. Sono stata proprio bene, serena, ed ho conosciuto altre persone, ricche come voi, ricche dentro, la cui vita è semplice ma vera. Porto a Udine la passeggiata con te Carmelo, l’ottimo gelato “divorato” in auto tutti insieme, lo scambio di regali, quella super coperta a stelle, (che stasera mi vedrà avvolta mentre guardo la televisione, e, poi, mi addormenterò perché i politici ci propinano sempre le stesse balle!). Grazie soprattutto per la vostra amicizia. Amore e amicizia sono veramente la salvezza in questo mondo. Vi voglio bene.

Finito di leggere le sue parole, ho pensato che la mia nuova vita è propria bella.

 

31/01/2017

Oggi, una persona mi ha chiesto qual è una delle cose che mi ha colpito più di tutto, qui fuori, dopo un quarto di secolo.

Ci ho pensato un attimo poi ho risposto che la cosa che mi ha colpito più di tutto in questo nuovo mondo è la povertà economica e culturale che ho trovato nella società. Sono rimasto infatti molto colpito dalle persone, per lo più extracomunitari e giovani, che trovo davanti ai supermercati e ai parcheggi e che chiedono piccole somme di denaro; ma ho notato anche con amarezza il menefreghismo delle persone che passano loro davanti ignorandoli completamente.

 

 




Lasciare un commento