mercoledì 13 aprile 2016 - Alberto

E’ un falso luogo comune la difficoltà ad identificare chi non paga le tasse e di presentargli il conto di quelle che non paga

L’evasore fiscale può continuare ad evadere impunemente il Fisco perché i Governi gli hanno appiccicato l’etichetta “specie protetta”. Anche il Premier Renzi ed il Ministro Padoan non utilizzano la banca dati elettronica che guida la mano del Fisco nelle tasche dell’evasore fiscale dopo avere quantificato la sua ruberia all’erario.

Da un quarto di secolo gli slogan più abusati “pagare tutti per pagare meno” - “pagare meno per pagare tutti” - “se pagano tutti si paga meno” attestano, da un lato, che il fenomeno evasione fiscale ha raggiunto dimensioni politicamente inaccettabili, d’altro lato che il contrasto all’evasione fiscale è una priorità da sempre nell’agenda di Governo.

Eppure, da un quarto di secolo è operativo, ma ignorato, l’Archivio unico informatico (Aui), la banca dati che traccia i frequentatori e le frequentazioni del canale finanziario ed è precondizione indispensabile per la caccia ai 100-200 miliardi rubati ogni anno dall’evasore fiscale. E’ la banca dati decentrata-gestita e custodita dal singolo intermediario finanziario-integrata nella piattaforma informatica di ogni intermediario finanziario (il numero di conto e di anagrafe interna presenti in ogni registrazione Aui rilanciano automaticamente ai sottosistemi operativi-al sistema informativo dell’intermediario)-interattivamente utilizzabile dal Fisco (il codice fiscale presente in ogni registrazione Aui aggancia automaticamente il Fisco ai dati finanziari del contribuente) -costruita appositamente per innovare l’esercizio del controllo istituzionale (sarebbe antieconomica ed illogica la duplicazione in formato standardizzato di dati già presenti nei sottosistemi operativi del singolo intermediario).

Bankitalia, con i periodici Provvedimenti, dice che l’Aui è tecnicamente strutturato per fornire interattivamente la movimentazione e le consistenze bancarie di un codice fiscale - di un numero di conto bancario - di un dato anagrafico. Da un quarto di secolo è operativo, ma inutilizzato perché inutilizzabile senza Aui, il meccanismo di sorveglianza dei flussi, impiantato nel canale finanziario, precondizione indispensabile per intercettare tempestivamente i 100-200 miliardi sottratti ogni anno all’erario. E’ il modulo automatizzato di valutazione della qualità della movimentazione dei mezzi di pagamento, articolato in monitoraggio sistematico e continuativo dei flussi nel momento in cui vengono veicolati nel canale finanziario ed in setaccio elettronico mirato – di massa delle scritturazioni in Aui e, attraverso l’Aui, delle registrazioni nei sistemi operativi-informativi dell’intermediario finanziario, che intercetta-marca-evidenzia i flussi sospetti di “nero e sporco”, innesca-pianifica il tempestivo accertamento fiscale e prova-misura fino a 10 anni di ruberia al Fisco. L’evasore non può più confidare nel “tanto nessuno controlla” e sbeffeggiare lo spaventapasseri delle sanzioni severe e dei roboanti programmi ispettivi. 

Da un quarto di secolo dovrebbe essere operativa l’Anagrafe centralizzata dei conti bancari, la banca dati che crea le precondizioni indispensabili per mettere le mani nelle tasche dell’evasore fiscale e requisire i 100-200 miliardi che ogni anno ruba al Fisco. Localizza i conti bancari di un codice fiscale, assembla le movimentazioni dei mezzi di pagamento -le consistenze bancarie riferite ad ogni contribuente, le documenta e le inserisce nel paniere di calcolo della capacità contributiva fornendo così al Fisco la cartina di tornasole della lealtà nelle dichiarazioni fiscali. La legge 413/91 dispone il censimento delle aperture-variazioni-chiusure di conti bancari fornendo al Fisco la mappa centralizzata di tutti i conti, intestati e nella disponibilità di un contribuente-di un codice fiscale, operativi presso tutti gli intermediari finanziari insediati in tutto il territorio nazionale. L’evasore non può più nascondere il “nero” nella banchetta sperduta confidando nella difficoltà di localizzarla. Non può nascondersi dietro alla “delega” per veicolare il “nero” su conti intestati a prestanome, rubare indisturbato gli incassi all’impresa ed affidarli a famigliari o a dipendenti di provata fedeltà, frequentare furtivamente la banca fuori dall’immediato perimetro dell’insediamento aziendale per versare i fondi di cassa in contanti o per approvvigionarsi del contante da utilizzare nel mercato del “nero”.

  I Ministri delle finanze dispongono dell’Aui che documenta-traccia la movimentazione dei mezzi di pagamento, dell’impianto di sorveglianza che intercetta-segnala i flussi sospetti di “nero e sporco”-innesca l’immediato accertamento fiscale e dell’Anagrafe centralizzata dei conti bancari che conteggia fino a 10 anni di ruberia all’erario e pilota le mani del Fisco nelle tasche dell’evasore fiscale:

 1-produce automaticamente, per ogni contribuente, l’estratto conto nazionale (fino a 10 anni) della movimentazione dei mezzi di pagamento canalizzata sugli intermediari finanziari (indica per singolo conto e singola transazione il “chi – dove - quando – come - per cosa - con quale controparte – per che importo, di cui quanto in contanti – da chi e da dove vengono-a chi e dove vanno i fondi”) cioè fornisce la base per l’investigazione-l’accertamento fiscale e per la prova e la misura di 10 anni di ruberia all’erario

 2-inserisce automaticamente nel paniere di calcolo della capacità contributiva flussi-rendita-patrimonio finanziario assemblando, per ogni contribuente e presso tutti gli intermediari operanti sul territorio nazionale, le consistenze per tipologia di rapporto ed i mezzi di pagamento movimentati per tipologia di flusso cioè fornisce la base per la verifica automatica della lealtà nelle dichiarazioni fiscali e per la quantificazione della slealtà fiscale.

 3-introduce il principio che per disporre dell’informazione non è necessario possederla ma basta sapere dove si trova per poterla prelevare aggiornata nel momento in cui serve cioè salvaguarda il diritto alla privacy (vengono circoscritti all’indispensabile l’accesso alle banche dati decentrate ed il prelievo di informazioni).

 Un’esagerazione! I Ministri delle finanze della seconda Repubblica provvedono alla bonifica dimostrando che la loro mission non è di impalare l’evasore ma di guastare l’architettura che lo incastra. L’Anagrafe centralizzata dei conti che apre la bussola della banca al Fisco muta nell’Archivio rapporti che blocca il Fisco nella portineria della banca. Saltano il raccordo diretto Fisco-dati bancari del contribuente, il rispetto del diritto alla privacy per il contribuente onesto, gli automatismi di intercettazione del “nero e sporco”, di inserimento dei flussi e delle consistenze finanziarie nel paniere di calcolo della capacità contributiva, di produzione del mastro decennale del “nero e sporco” veicolato nel canale finanziario, di certificazione dei comportamenti fiscalmente scorretti e di quantificazione della slealtà fiscale. Il Premier Renzi ed il Ministro Padoan ereditano l’Archivio dei rapporti bancari, il pastrocchio senza giustificazione logica ed economica con cui è stata bonificata l’originaria Anagrafe centralizzata e che ha l’unico pregio di impedire al Fisco di mettere le mani nella tasche dell’evasore. Il rottamatore della Politica datata ed il Ministro delle finanze del Governo del “cambiare verso” (che come Ministro dell’economia non perde occasione per certificare il cronico vuoto di cassa prodotto dai 100-200 miliardi che, come Ministro delle finanze, si lascia fregare ogni anno dall’evasore) possono agevolmente (a costo zero) conoscere chi ha evaso e requisire quanto evaso rottamando l’Archivio dei rapporti ed attivando l’Anagrafe centralizzata dei conti solo disponendo l’invio telematico dei dati relativi alle aperture-variazioni-chiusure dei conti degli ultimi dieci anni già scritturate in Aui. Che fanno? Legittimano la bonifica dell’Anagrafe centralizzata dei conti e la dismettono ufficialmente! Nel primo Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale— “Evoluzione della lotta all’evasione – gli anni 90 -allegato A1-pag 82, datato 30 settembre 2014, viene ignorata l’Anagrafe centralizzata dei conti bancari disposta dalla legge dello Stato 413/91 e strumentalmente manomessa. Possono il Premier Renzi ed il Ministro delle finanze Padoan spiegare, anche per conto di tutti i Politici della cosiddetta seconda Repubblica, perché, dopo avere vietato l’utilizzo dell’Aui (produce 10 anni di mastro del “nero e sporco” cioè documenta dove sono i soldi) e del modulo di sorveglianza dei flussi veicolati nel canale finanziario (intercetta-blocca-documenta il “nero e sporco” ed innesca l’immediato accertamento fiscale cioè trova i soldi sottratti al Fisco), confermano la manomissione dell’Anagrafe centralizzata dei conti (punta l’evasore fiscale cioè indica dove si possono subito requisire i soldi) e stracciano la cartina elettronica di tornasole della lealtà fiscale (impedendo di certificare-quantificare-punire fino a 10 anni di slealtà fiscale) cioè avallano l’etichetta “specie protetta” sull’evasore fiscale e gli lasciano in tasca da 100 a 200 miliardi di euro all’anno?




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