giovedì 16 marzo 2017 - Maria Francesca Carnea

Dio chiede collaborazione

La modernità, perduta ogni capacità di vita interiore, consegna il cuore al chiasso dell’orrido non senso. Tutto è frenesia, corsa verso l’inconsistenza, che non si avvede di riempire il tempo nel vuoto non fare. L’assenza di vita interiore lascia ampio respiro alla superficialità, al relativismo, al che vale la vita se non è in mia egoistica funzione? Ma io sono nulla senza l’altro, Dio stesso chiede collaborazione alle sue creature, chiede di rendersi esseri pensanti, capaci di pensiero autonomo, non amebe inutili al bene della vita.

Quanto dolore, quanta ignoranza, bigottismo alimenta l’esistere moderno, la mediocrità di una società smarrita di umanità, relativista al punto di sostenere disparità di genere, quadrature economiche, diritti civili a tutti i costi, espressioni massime di egoismo sociale, a discapito dei doveri, innanzitutto dovuti alla vita, al bene sociale, propri per il vivere civile. Dove può condurre una società che alimenta commistione, confusione sessuale, anomalie valoriali, assenza di pensiero, che nega contestualmente alla propria richiesta di diritti, il diritto stesso alla vita che genera, alla donna che procrea, pur di assecondare l’innaturale e nocivo culto dell’egoismo?

La cultura della morte diventa, sempre più, carro della vittoria su cui la nostra epoca, e molti inutili idioti, fanno a gara per accomodarsi. Non tento nemmeno di trovare fede tra i bigotti, gli ipocriti, né tra i sedicenti cultori delle libertà, lussuriosi, ancor più poiché credo che si riproducano con assidua reciprocità, quasi fossero sostanza congiunta, inscindibile gli uni dagli altri. Ciò che si alimenta di fatuo, non caritatevole nel bigotto, è da attribuire, paradossalmente, all’arrogante ignoranza dei cultori delle libertà. Assistiamo alla rigidità cupa e tetra del conformismo: la ridondanza sulla fede emotiva, che non è fede, inchioda le persone non pensanti alla comodità, non le fa uscire nemmeno per liberare se stessi, li allontana dalla concretezza, dai bisogni reali, dalla verità!

La vita spirituale nutre, diviene feconda quando ci accorgiamo di essere albergati da Altro d’Amore, e ci troviamo dentro Altro d’Amore, nella nostra vita gemmato silenziosamente. La lucerna è affievolita ma non estinta: spirito di nuova vita si desta, suo alimento è la speranza.

 




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