lunedì 22 novembre 2010 - Martino Ferrari

Dell’Utri, Saviano e l’insopportabile ignavia degli italiani

E’ insopportabile. L’omertà di questa Italia su certi argomenti è scandalosa. Tre giorni fa la Corte d’Appello di Palermo ha emesso le motivazioni della sentenza di condanna a 7 anni di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa del 29 giugno scorso (vedi “Assolto Dell’Utri!“). In questa motivazione sono scritte delle cose incredibili (non nel senso di cose che non si possono credere o che non si potevano supporre, ma nel senso di cose allucinanti per uno Stato di diritto). Copio e incollo due righe dell’articolo di Marco Travaglio sul Fatto (“Coso nostro“) che riepilogano le cose più importanti:

“Nella sentenza c’è scritto nero su bianco che: per vent’anni Dell’Utri è stato “il mediatore” e lo “specifico canale di collegamento” tra Cosa Nostra e B. (non è un omonimo del nostro premier: è proprio lui); che “ha apportato un consapevole e valido contributo al consolidamento e al rafforzamento del sodalizio mafioso” capeggiato prima da Bontate e poi da Riina fino a tutto il 1992, l’anno delle stragi di Capaci e via D’Amelio; che l’assunzione del mafioso Mangano nel 1974 fu suggellata da un incontro a Milano fra B. (sempre il nostro premier) e Dell’Utri da una parte, e i boss Bontate, Teresi e Di Carlo dall’altra; che Mangano non era uno stalliere o un fattore, come han sempre raccontato Silvio e Marcello, ma il garante di Cosa Nostra a protezione dell’“incolumità” di B. (sempre il nostro premier); e che, per vent’anni, fino al 1992 mentre esplodevano le bombe, B. versò sistematicamente a Cosa Nostra “ingenti somme di denaro in cambio della protezione alla sua persona e ai suoi familiari” e della “messa a posto” delle tv Fininvest in Sicilia”.

Aggiungo un’altra frase della motivazione: “E’ valida la tesi di un’adesione spontanea, nel ’94, di Cosa Nostra [a Forza Italia, n.d.r.] convinta che avrebbe avuto da guadagnare dal progetto garantista sulla giustizia del nuovo partito”.

Ora, ci rendiamo conto di cosa significhino queste parole? Della loro portata? Il premier e il suo braccio destro hanno avuto rapporti provati con la mafia. E i giornali come trattano la notizia? Sì, in prima pagina il giorno dopo l’uscita della motivazione. Ma poi? Qualche articolo, qualche commento. Niente di che. Omertà (tranne il Fatto). Questa è una cosa su cui fare titoli di prima pagina, analisi, commenti, interviste per mesi. Tutte le autorità dovrebbero richiedere immediatamente le dimissioni di Berlusconi. Subito. E invece nulla.

I telegiornali poi, lasciamo stare. Quelli che non hanno censurato la notizia, le hanno dedicato un servizietto (doppio senso voluto) da niente. Le radio pure.

Che Paese è questo? Che Stato siamo? Che Paese è quello in cui non succede niente dopo queste rivelazioni? Attenzione, non parliamo di supposizioni o voci. Sono fatti accertati dai magistrati, scritti in una sentenza. E la Cassazione non può cambiarli, perché si occupa solo di questioni di diritto, non di fatto. Quindi queste parole sono indelebili, incancellabili.

E non succede nulla.

 Poi invece Saviano dice una cosa nota a tutti, chiara come il sole, ovvero che al nord c’è la mafia, e tutti lo attaccano. Cari miei, avete scoperto l’acqua calda. Al nord c’è la mafia, ma va là? Come se non si sapesse. E via con richieste di firme contro Saviano, con gli sputtanamenti, le falsità fatte circolare apposta per infangare.

Qual è stata la colpa di Saviano? Ma è ovvio: aver parlato davanti a milioni di telespettatori di cose che non devono passare ad un pubblico così vasto. Per questo sbaglia, in parte, Travaglio : le cose di cui parla Roberto sono stranote a chi bazzica l’ambiente e a chi si informa. La forza di "Vieni via con me" (e quello che fa paura alla politica) è proprio il fatto che la trasmissione si rivolge e parla alla gente comune, a quella che non è abituata a sentir parlare di questi argomenti e non conosce queste notizie, questi fatti.

Quindi ecco il ministro Maroni che strilla. Di cosa si lamenta, di non avere la possibilità di replicare alle accuse di Saviano? Per una settimana è stato intervistato da tutti i TG ed è andato ospite di In Mezz’ora, Matrix, Porta a Porta, L’ultima parola. La maggior parte delle volte da solo, a sproloquiare senza l’amato contraddittorio, nemmeno l’ombra. E alla fine la Rai ha ceduto e l’ha invitato a Vieni via con me. Nemmeno gli ospiti si possono più scegliere, li decide il governo. Quindi Maroni avrà la possibilità di leggere davanti a milioni di persone l’elenco dei mafiosi arrestati. Si prenderà il merito di questi arresti, merito che ovviamente è di poliziotti, carabinieri, magistrati che da anni lavorano a queste indagini e stanno dietro a mafiosi e boss.

Quali leggi del suo governo ha da portare Maroni come esempio di lotta alla mafia? Lo scudo fiscale? La tentata legge sulle intercettazioni? La messa all’asta dei beni mafiosi? I tagli ai fondi per le forze dell’ordine e la magistratura, che lasciano le macchine della polizia senza benzina e le cancellerie dei tribunali senza carta? Davvero dei motivi di vanto.

Quindi per favore, la smettano di gridare in questo modo. Non fanno altro che coprirsi di ridicolo. Anche perché quanto ha affermato Saviano è la pura verità. Ecco alcuni documenti che lo confermano: il rapporto della Direzione Nazionale Antimafia del 2009, un’inchiesta dell’Espresso, la mappa della ‘ndrangheta in Lombardia, una video-inchiesta del Fatto Quotidiano, un’altra inchiesta dell’Espresso, gli omicidi di mafia al nord dal 2005 al 2010, un’intervista a Caselli. La bontà delle affermazioni di Saviano non è quindi da accettare con un atto di fede. Ma è suffragata da moltissime prove.

Ora mi aspetto da Saviano che parli di questa sentenza. Domani o al massimo la settimana prossima. Deve rompere questo tabù, lacerare la membrana di omertà che ricopre questi argomenti e raccontare in prima serata i rapporti tra Berlusconi e Dell’Utri con la mafia. E’ il momento di farlo. Lui ne ha la capacità e la forza. Verrà attaccato, infangato, delegittimato. Ma deve farlo. Se non lo farà questa volta, non lo si farà mai. Il silenzio rimarrà per sempre.

E allora non potremo più avere scuse. Non potremo più girarci dall’altra parte, fare finta di nulla, che sia tutto una montatura. La televisione, droga della nostra generazione, anestetico della nostra coscienza e del nostro spirito critico può diventare la molla, la scintilla che riaccenda la speranza e la verità.

Come possiamo rimanere inerti? In Francia, In inghiliterra per cose importanti ma infinitesimali rispetto a queste le persone si ribellano, lottano e protestano. Noi no. Restiamo imbambolati, narcotizzati da tette, culi, grandi fratelli, dibattiti inutili. Non ci alziamo. Siamo codardi, ignavi, vili? In parte sì.

Ma penso che ci sia possibilità di cambiare. Che la gente debba sapere per capire. Che stavolta si possa arrivare a quella parte del Paese che di solito è persa, irraggiungibile, avvolta dalla menzogna che le viene propinata. Spero che Saviano lo faccia. Forse è la volta buona, il momento giusto. Perché si possa iniziare a fare qualche passo verso uno Stato vero. O per lo meno verso uno Stato.



5 réactions


  • paolo (---.---.---.126) 22 novembre 2010 14:13

    Ciao Martino


    Stessa cosa che ho detto a MariLouise sul suo articolo che tratta il medesimo argomento.
    Calma e gesso . Alla fine della fiera manca il 3° ed ultimo giudizio , ossia la Corte di Cassazione 
    alla quale il socio della bocciofila Bacicalupo si appellera’ sicuramente .
    E siccome temo che nulla sia cambiato dai tempi del’ammazza sentenze Corrado Carnevale , invito alla prudenza perche’ potremmo trovarci davanti alla sorpresa di un Dell’Utri puro e cristallino come acqua di fonte .
    Mai dire gatto se non l’hai nel sacco !! (Trapattoni 16.03.2009)

    paolo

  • luigiduca (---.---.---.8) 22 novembre 2010 17:56

    Però va detto, Paolo, che la Cassazione non entra nel merito.

    La sentenza potrebbe venire ribaltata per qualche vizio di forma e/o qualche inghippo procedurale (Carnevale docet) che difficilmente potrebbero essere così gravi da sconvolgere il senso logico delle due sentenze precedenti che concordavano sul fatto che dell’Utri fosse un "paramafioso".
    Per quel che serve a noi cittadini per valutare il soggetto in questione e chi gli sta intorno difendendolo a spada tratta, dovrebbe già essere tutto chiaro, ma doveva esserlo già ben prima del processo, in realtà: ricordate sempre le parole di Borsellino!

  • Martino Ferrari Martino Ferrari (---.---.---.156) 22 novembre 2010 18:20

    Ciao Paolo. 

    Come dice giustamente dice Luigidiluca, la Cassazione non entra nel merito. Quindi quei fatti sono ormai provati e definitivi. Se poi il terzo grado di giudizio dovesse annullare il processo o cambiare comunque in qualche modo le carte in tavola, quelle pagine sarebbero ancora valide. Il fatto è scolpito nella pietra, le questioni di diritto sono altra cosa. 
    In ogni caso, come ancora giustamente ricorda Luigidiluca, Borsellino diceva che il cittadino non deve aspettare una sentenza definitiva. Può anche farlo sulla base dei suoi comportamente (e quelli di Dell’Utri sono fissati nella sentenza). Un esempio chiaro è il caso Calciopoli: se anche il processo penale di Napoli dovesse concludersi con un nulla di fatto, le intercettazioni rimarrebbero a testimoniare qual era il sistema Moggi.
    Detto tutto questo, attendiamo fiduciosi il giudizio della Cassazione!


  • paolo (---.---.---.126) 22 novembre 2010 23:56

    Cari amici . D’accordissimo . Per quanto mi riguarda , per quel tanto di conoscenza della Berlusca story ,il mio giudizio su Dell’Utri era già chiaro anche prima della sentenza di 1° grado .

    E’ sufficiente un minimo di logica induttiva per capire come sono andate le cose .
    Le sentenze dei due gradi sono state solamente una conferma .
    Però attenzione a non sottovalutare l’impatto mediatico di una sentenza della Cassazione "tecnicamente" assolutoria . Cosi’ come per Andreotti e cosi’ come per Berlusconi si tradurrebbe in " Dell’Utri assolto !! " ossia , tradotto in minzoliniano ," innocente!!" .
    Borsellino diceva bene , ma i fatti scolpiti nella pietra , come tu li definisci , diventerebbero scolpiti nella sabbia se la sentenza sarà cassata e puoi scommettere che il senatore rimarrebbe al suo posto , altro che condanna morale . 
    Delle sentenze morali questo paese e’ intriso fino al midollo . Quel che manca sono le sentenze in via definitiva pronunciate , scritte e pubblicate . 
    Diversamente da Martino sono meno fiducioso . Spero di essere smentito .

    paolo


  • (---.---.---.154) 5 febbraio 2011 20:55

    Ignavi gli Italiani? Non lo erano quando riempivano le piazze durante il fascismo dimostrandosi molto attivi nell’applaudire anche gli annunci di guerra? Non lo sono quando si accalcano al festival o dove si mostrano i divi del momento? Lo saranno o no quelli che mattino e sera percorrono le tangenziali per raggiungere lavoro e casa? Viva viva e muoia muoia? Chi? Dell’Utri, Berlu, Rii, Vattelapesca? Conoscono casa loro. Hanno visto, vedono, nei loro paesi le conventicole impegnate a farsi i loro interessi attraverso una attività politica poco lodevole. Cosa dovrebbero fare per non essere giudicati ignavi? Semplicemente accodarsi? 

    Siamo certi di indicare loro qualcosa di giusto e soprattutto di farlo in modo onesto? Potrebbero avere qualche dubbio, stante il padreternismo e l’impostura imperanti. 
    Saranno qualunquisti o avranno, semplicemente, il senso della realtà? 
    Ricordate lo scolastico: " Molti han giustizia in core e tardi scocca, per non venir sanza prudenza all’arco? Ma il popol tuo l’ha in sommo della bocca! "?? E’ del tutto superato? 

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