lunedì 24 novembre 2014 - Paolo Giardina

Dalla contrapposizione ideologica a quella tematica

Parecchi secoli fa quel “testa pensante”, che non era altro, di Aristotele si inventò il cosiddetto metodo deduttivo. Si tratta di un percorso logico, che funziona pressappoco così: “In Italia ci sono città bellissime, Roma è una città italiana, quindi è bellissima”, si procede dal generale al particolare.

Ora, se le premesse sono vere si avranno conclusioni altrettanto vere, di conseguenza se le premesse sono false anche le conclusioni saranno errate. Ora, con una forzatura, trasportiamo questo metodo alla politica. Tutti noi, nel valutare fatti e personaggi ci serviamo di questo metodo, sia con premesse vere, sia false. Qui non si vogliono discutere le premesse, sarebbe estremamente complicato, ma soltanto mettere in discussione il metodo. Noi cittadini “declamiamo” un uomo politico al punto da essere fortemente vincolati non già alle idee che esprime, ma esclusivamente alla persona, a prescindere da quello che dice o fa.

Prima questa venerazione era nei confronti dei partiti, delle ideologie, oggi direttamente delle persone “i super eroi”. E se invece provassimo a ragionare e poi discutere per tematiche? Per cui, una volta può avere ragione Grillo, un’altra Renzi, e perfino Alfano può dire cose buone e giuste.

Cosa ci obbliga ad essere con un partito o con un politico tout court, qualunque cosa dica o faccia, anche se la consideriamo errata? La risposta è semplice: “non ragioniamo con la nostra testa, ma con quella degli altri”. Alle condizioni attuali, nella percezione pubblica, coloro che utilizzano un metodo tematico, appaiono degli sconclusionati, sempre in contraddizione.

Però vuoi mettere la libertà di vivere senza dogmi, senza pregiudizi. Questo sarebbe il modo migliore per i cittadini di incidere sull’azione politica di chi comanda, e soprattutto prendere realmente in mano le redini del gioco. Il cittadino non può appartenere ad alcun politico, semmai è al contrario. Nella realtà accade che siccome “sono” con il politico “X”, tutto il raggio delle sue azioni è buono, e se sono avversario di “X” nulla di ciò che a lui è riconducibile è buono, anche quando lo è in modo evidente.

Ecco, fino a quando non saremo capaci di distinguere le idee dalle persone, non faremo molta strada. Immaginiamo quale importante pressing la società civile può imporre a quella politica nel dettare e determinare l’agenda, i temi gli ordini del giorno. Non sarebbe la società civile a seguire quella politica, ma al contrario la società politica subordinata a quella civile.

Il tempo delle contrapposizioni fittizie, per partito preso o “per persona presa” è fallito, senza mai portare risultati. Discutiamo sulle idee e non sulle persone, proviamo a cambiarci. 

 

Foto: Wikimedia




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