martedì 11 aprile 2017 - Oggiscienza

Cura di Hamer | Licenza di uccidere con Nuova Medicina Germanica

Un libro di Ilario D'Amato mostra quanto siano devastanti le tesi di Geerd Hamer e la disinformazione propagandata dai suoi seguaci sui media.

di Sylvie Coyaud 

Ilario D’Amato è il giornalista di The Climate Group, a Londra, che per dieci anni ha indagato sulle conseguenze della “Nuova Medicina Germanica” e antisemita di Geerd Hamer, pluri-condannato per sevizie e molteplici omicidi colposi. Per esempio quello della moglie, colpevole del proprio tumore – come tutti i suoi pazienti – e di una scarsa fede nel suo metodo.

Ora in Dossier Hamer, inchiesta su una tragica promessa di cura contro il cancro (Mondadori, 216 pagine, 18 euro), D’Amato racconta le lucrose imprese, sopratutto in Italia, della “setta” assai rissosa degli hameriani, spesso iscritti all’Ordine dei medici come omeopati e varianti, all’Ordine degli psicologi o all’Albo dei naturopati.

Media complici

Sono favoreggiati da commerciantidocenti universitaripolitici, da editori come Nexus di Tom Bosco o MacroLibrarsi di Giorgio Gustavo Rosso e Ivana Iovino, che ne pubblicano i libri e ne organizzano i convegni, da blog come 22 passiDionidream e

centinaia [di altri] che amplificano i dettami della Nuova Medicina Germanica e l’agiografia di Hamer.

I dossier sono molti in realtà: cartelle cliniche e testimonianze – diari su Facebook, lettere, mail – delle vittime, dossier legali dei parenti e amici che cercavano giustizia o almeno che quella morte non fosse vana e che, faute de mieux, condividono quello che resta con D’Amato nella speranza di prevenire altri omicidi.

Stato latitante

Qui l’impunità dei ciarlatani è garantita da uno Stato che non ne reprime i delitti e viola le proprie leggi; da media che disinformano o per malintesa par condicio promuovono l’equivalenza tra Eleonora Brigliadori e Giuseppe Remuzzi; dall’omertà che prevale nella lobby della medicina alternativa; da una magistratura lenta e distratta (con poche e recenti eccezioni) che assolve, lascia decorrere i termini, fra un condono e l’altro concede patteggiamenti generosi: quattro mesi di carcere con la sospensione della pena. E il condannato corre ad arricchirsi di nuovo con il sostegno di qualche associazione.

Germana Durando, oggi sotto processo a Torino per omicidio colposo, pratica tuttora l’omeopatia hameriana ed è tuttora dell’Ordine dei medici nonostante un precedente processo per lo stesso delitto, archiviato per decorrenza dei termini. Le è dedicato un capitolo agghiacciante.

Nuovi nomi, stessa setta

Le associazioni godono della stessa impunità. Lo dimostra un altro capitolo in cui i fondatori si vantano dei propri progetti e ostentano la superiorità morale dei perseguitati da BigPharma e sodali: La Fonte, Sibelius, la Scuola 5 Ellebi e altre decine di schegge dovute alla frammentazione di ALBA, creata dal barista svizzero Marco Pfister che non ci stava a spartire gli incassi.

Qualcuna è stata costretta a “cambiare strategia” dalla documentazione raccolta via via sul sito Dossier Hamer e a mascherare da “medicina complementare” – naturale, biologica, spirituale, olistica, traboccante anima e soldi in nero – corsi, diplomi e altra merce venduta dagli spacciatori locali, mascherati da benefattori dell’umanità.

Ci vuol coraggio per mettersi nei panni di malati vulnerabili e felici di venir illusi, per raccogliere le prove da parenti, amici, oncologi amareggiati dalla propria impotenza. Ci vuol talento per riuscire a farne leggere i fallimenti anche quando lo stomaco s’annoda. Ilario D’Amato ha deciso di

devolvere parte del ricavato della vendita di “Dossier Hamer”, tramite una quota fissa mensile, alla Cancer Research UK – la charity indipendente sul cancro più grande del mondo – e a Macmillan, una charity che supporta i malati oncologici.

Dare uno scopo così al suo lavoro lo ha reso meno terribile? Forse sì perché anche da lettori ci si sente meglio sapendo che attraversare tanto cinismo e tanto dolore servirà a contrastarli almeno un po’.

Se comprate Dossier Hamer, quando l’avete finito per favore parlatene attorno a voi con la rabbia che vi veniva leggendolo, prestatelo a conoscenti o regalatelo a una biblioteca pubblica. Nella speranza di prevenire altri omicidi.




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