lunedì 13 maggio 2013 - Mauro Guidi

Cori razzisti contro Balotelli. Si potrà ancora assistere a partite di calcio con regole di civile comportamento?

Ieri sera, domenica 12 maggio, allo stadio San Siro di Milano, cori e schiamazzi odiosi rivolti dai tifosi (sic!) romanisti contro il giocatore del Milan Balotelli, hanno indotto l'arbitro Rocchi a sospendere la gara per 90'' mentre lo speaker dello stadio ricordava che episodi razzisti possono portare alla sospensione della partita.

Ancora un bruttissimo episodio di razzismo appena codardamente mascherato da “tifo sportivo" che in pratica ha costretto migliaia di veri tifosi democratici ad assistere ed essere complici, a quel punto, di uno squallido siparietto, dopo che la partita è ripresa, con i reiterati canti e sollazzi rivolti contro il solito giocatore individuato come vittima sacrificale solo per il colore della pelle. Questo è il senso della domanda che mi sono immediatamente posto e che riporto nel testo del mio intervento.

L'arbitro avrebbe dovuto sospendere definitivamente la partita, come del resto molti tifosi in coro chiedevano (come sfida?), oppure la maggior parte dei veri tifosi avrebbe dovuto abbandonare lo stadio? Non lo so, capisco che molte decisioni vanno prese ricordando prima di tutto l'ordine pubblico che può, in simili situazioni, degenerare creando molti danni e vittime; però deve essere dato un segnale deciso che faccia capire inequivocabilmente che tali atteggiamenti razzisti non sono più tollerati dallo Stato italiano.

Non dico niente del risultato sportivo della partita, perché sarebbe bene che anche l'informazione imparasse a tenere separate le denunce di costume dalla cronaca sportiva. Giù la maschera: lo sport non ha niente da spartire con la violenza ed il razzismo! 




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