giovedì 7 aprile 2016 - Giuseppe Aragno

Chiamate un medico, presto! La signora non sta bene!

Chiamate un medico, presto! La signora non sta bene! «Non ci sono manifestazioni libere! Anche solo due persone costituiscono un assembramento».

Non sto raccontando una storia degli anni Venti, nessuno ha lasciato Matteotti crivellato di colpi nella selva della Quartarella e non ci sono in giro squadristi che ammazzano di botte Amendola e Gobetti. Siamo a Napoli, il 6 aprile del 2016 e in città c’è Renzi, che ormai non va più in bicicletta. Quelle che riporto tra virgolette sono parole pronunciate ieri pubblicamente da una funzionaria della Digos, incurante di una telecamera che la riprendeva e nel pieno esercizio delle sue delicate mansioni, mentre sequestrava un «pericolosissimo» foglio bristol a una giovane giornalista che fa rima con terrorista.

Se i numerosi colleghi della donna presenti sul posto non hanno ritenuto di chiamare in soccorso una unità operativa del più vicino Centro di salute mentale, bisogna credere che anche per loro la Repubblica è morta. Non si sa chi l’ha uccisa e alla Digos non interessa prendere l’assassino, ma non ci sono dubbi: per il Questore di Napoli siamo tornati al fascismo e la signora non dava segni inquietanti di improvvisa pazzia. Eseguiva disposizioni venute dall’alto. Il Questore le aveva assegnato un compito e lei ha eseguito con spirito garibaldino: obbedisco! Di qui la lezione alla stampa sulle le libertà democratiche cancellate e il ritorno all’adunata sediziosa e al divieto di manifestare liberamente il dissenso.

C’è qualcuno che voglia o possa spiegare al Questore di Napoli che non siamo nel Cile di Pinochet e il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione, dobbiamo sopportare che la Polizia Politica si faccia una sua legge sugli assembramenti e se infischi del Codice Penale, Persino di quello del fascista Rocco? Si può dire, senza temere arresti e processi per lesa maestà, che Napoli è stata ieri il laboratorio sperimentale del regime che il capitale finanziario sta costruendo lentamente, ma inesorabilmente nel nostro Paese?

Ieri il presidente di un consiglio dei Ministri la cui moralità è stata sinora incarnata alla perfezione dalla signora Guidi, il massimo esponente di un governo eticamente illegittimo e politicamente delegittimato da una sentenza della Corte Costituzionale, è giunto in città senza sentire il dovere istituzionale di passare per il palazzo del Comune. Ci è venuto come un padrone si presenta nella tenuta di famiglia e scioglie i cani per badare comodamente ai suoi affari personali; come l’azionista di maggioranza va in azienda. 

C’è venuto in aperto dispregio di un sindaco democraticamente eletto, del Consiglio Comunale e dei cittadini pacifici e inermi, trattati come ultras delle curve sugli stadi.

Quello che si è visto ieri a Napoli non si vedeva dai tempi delle camicie nere: la polizia contro i cittadini e le piazze di spaccio, i vicoli degli affari illeciti e i palazzi della corruzione, completamente incustoditi. La camorra ieri ha avuto un giorno di libera uscita. Per Renzi, come per gli squallidi ras della bassa padana ai tempi di Matteotti, il pericolo vero è la democrazia e contro il dissenso ha schierato la Polizia Politica e il fior fiore dei questurini, ma era onestamente difficile capire chi stesse dentro le divise sudaticce per il primo caldo e dietro gli scudi antisommossa: i custodi della legalità repubblicana che ci costano un occhio della testa, o guardie del corpo al servizio di interessi privati?

Quanto c’entrano Renzi e Alfano con le deliranti affermazioni della Digos e gli ordini del Questore?

Il filmato che linko è stato girato da una troupe di “Identità Insorgenti”, e non ha bisogno di commenti. Ringrazio di nuovo le giovani giornaliste per la passione civile, mi associo al loro bellissimo grido: Viva la democrazia!”.

Qui il video https://www.facebook.com/1465069657...




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