giovedì 24 novembre 2016 - Doriana Goracci

Certe giornate amare delle donne senza nessuna maiuscola

Facciamo che quello che le donne non dicono, lo dicono? Si chiamava Elizabeth Huayta Quispe, la mamma uccisa da Vittorio Vincenzi. Oggi, 24 novembre del 2016: è un giorno prima di quella Giornata con la g maiuscola, che dovrebbe ricordare a tutti, quali crimini siano commessi violentemente dagli uomini, nel nostro Paese, nel mondo e si spera mai più.

 

Oggi 24 novembre 2016, una giovane madre peruviana di 29 anni. a Seveso, è stata strangolata dal compagno, imprenditore italiano, alla presenza in casa dei due suoi piccoli figli di 3 anni e 1 anno: zitta per sempre, sua per sempre anche da morta. Aveva già denunciato ai carabinieri le minacce e gli insulti, poi si era fatta convincere a ritornare con lui ma tutto il male possibile di quella relazione malata è tornato, come lei che poi aveva chiesto il divorzio all'ennesimo litigio, fino a spingere oggi questo uomo di 56 anni, italiano d.o.c., a confessare che aveva fatto un disastro, mentre tentava di nascondere il corpo della donna dietro a un mobile e arrivavano i carabinieri, chiamati dai vicini e un parente...

Alla maggior parte degli uomini, anche quelli che si sentono tanto "compagni" dà fastidio che si parli di femminicidio, a me l'hanno pure scritto: pensate sia più corretto scrivere di mani omicide maschili? Volete che riepiloghiamo tutte le donne ammazzate per mano di uomo che spesso aveva le chiavi di casa, in questo ancora non finito 2016?

E intanto, con molta amarezza e sconforto verifico che i fondi destinati alle case rifugio, 31milioni di euro ai centri antiviolenza per il 2015-2016, non sono stati "liberati", come promesso dalle parlamentari e la ministra Boschi. Sarebbe stato un piccolo gesto, data la risibile cifra equivalente a una manciata di ville, a dire che era un inizio. E invece la fine di un'altra giovane vita e due bambini piccolissimi rimasti orfani, annunciano la vigilia del 25 novembre, mese dei santi e dei morti.

Saranno tante le manifestazioni nelle città italiane, domani 25 novembre e sabato 26 ad esempio a Roma, contro la violenza alle donne.

Quante madri figlie sorelle amiche donne volete ancora violentare e uccidere? Posso solo ringraziare chi attraverso la televisione la radio i media la scuola gli scritti le parole gli appuntamenti l'esempio la sensibilità, l'arte e l'educazione... dedica ogni giorno un po' di sé, del suo amore, nella speranza che domani sia un altro giorno, senza violenza, perché ce l'abbiamo messa tutta, insieme, a farla finita con queste parole e atti criminali, che non hanno scuse e neanche il nostro perdono.

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Doriana Goracci




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