mercoledì 21 giugno 2017 - Carmelo Musumeci

Carcere | Diario di maggio: adesso mi sento innocente di essere stato colpevole

1/05/2017

Oggi pensavo che quando ero in carcere tutto il giorno mi toccava inventarmi e pensare come trascorrere la giornata. Vivendo in pochi metri quadrati, con delle sbarre dietro le spalle e un cancello davanti agli occhi, non era facile. Fuori, invece, il tempo trascorre così veloce che arriva subito sera, insieme all’ora di rientrare in carcere.

2/05/2017

Veronica, una ragazza accolta nella struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII a cui ho donato il mio ultimo libro, mi ha donato questa breve recensione:

L’Angelo SenzaDio è uno splendido libro scritto da una persona che abita con me. È la storia di una profonda amicizia tra un ergastolano e un angelo immaginario che gliene fa vedere di tutti i colori per via del suo carattere. L’Angelo farà di tutto per proteggerlo e far nascere in lui la speranza per andare avanti, superare le difficoltà e sopravvivere in un ambiente ostile come il carcere.

3/05/2017

Da quando sono in regime di semilibertà non riesco più ad avere il tempo di leggere, e i libri mi mancano.

Nelle celle di punizione e di isolamento ho imparato l’amore per i libri. In un quarto di secolo di buio, i libri sono sempre stati la mia luce e mi hanno anche aiutato a continuare a lottare e stare al mondo. Durante i primi anni i libri li leggevo solamente, poi ho iniziato anche a scriverli. E questo mi ha dato ancora di più la forza per esistere e resistere.

4/05/2017

Questa mattina ho accudito da solo per qualche ora Pio, un ragazzo con varie difficoltà motorie e cognitive: non parla, forse neppure sente, ma sorride spesso.

E quando lo fa, mi riempie il cuore di luce.

5/05/2017

Oggi pensavo che sono grato ai miei lettori che hanno letto i miei libri perché mi hanno aiutato a farmi esistere al di là del muro di cinta.

Ricordo che una volta un lettore mi aveva rimproverato perché facevo morire spesso i protagonisti dei miei romanzi. E gli avevo risposto: “L’ergastolano ostativo muore ogni giorno. E non può farci nulla. Apre gli occhi al mattino e muore alla sera. E non può farci proprio niente. Io per non morire scrivo romanzi di notte. E per non morire io, faccio morire i miei personaggi al posto mio”.

6/05/2017

Sono rimasto sbigottito della notizia circa l’approvazione alla Camera della legge sulla legittima difesa perché, secondo i nostri legislatori, per difendere le proprie cose, si potrebbe ammazzare,

se è notte...

Ma quello che mi ha ancor più rattristato e indignato è stata la notizia dell’ennesimo suicidio di un detenuto, un uomo anziano, di ben 76 anni, italiano, nel carcere di Parma.

 E poi quella di un ragazzo di 33 anni, suicida nel carcere di Saluzzo.

Ovviamente queste notizie non hanno avuto nessun risalto, soprattutto rispetto alla precedente. Eppure io mi chiedo: ma il suicidio di un detenuto non rientra forse anche questo nella legittima difesa?

7/05/2017

Non ci posso fare nulla: anche se continuo a starci solo di notte, le notizie dei detenuti che si suicidano in carcere mi fanno stare male. E per sensibilizzare l’opinione pubblica ho scritto un altro articolo intitolandolo “Suicida per legittima difesa”.

 

8/05/2017

Un mio compagno detenuto nel carcere di Livorno mi ha scritto:

Essendo in due in cella, bene o male si sopravvive. Quello che mi preoccupa è che qui in sezione sono quasi tutte celle a tre. Ma io questo non lo accetterò mai e, come alternativa, penso che andrò in isolamento. Per quanto riguarda l’udienza del mio reclamo, dall’avvocato mi sono giunte notizie che il magistrato non ritiene di poter decidere senza che gli sia pervenuta la relazione richiesta. Questo meccanismo sembra fatto apposta per logorare lo spirito e il morale. Come può essere che tutti questi soggetti istituzionali, a fronte delle ripetute richieste del magistrato di sorveglianza, le possono così disattendere? Quando si è trattato di rispondere all’istanza che mi hanno rigettato, l’hanno fatto in quattro e quattr’otto, con una motivazione telegrafica e oscura che non consente l’esercizio del diritto di difesa.

9/05/2017

È da un po’ di tempo che il mio cuore si sveglia alle cinque del mattino, prima che suoni la sveglia puntata alle cinque e mezza. Forse è perché il mio cuore teme che non sia pronto ad uscire alle sei e mezza quando finalmente mi aprono! Povero scemo: non sa quanto si sbaglia, perché mi addormento già con il pensiero di non vedere l’ora di uscire.

10/05/2017

Ho ricevuto questa bella recensione del mio ultimo libro “Angelo SenzaDio” (distribuito da Amazon.it) che mi ha fatto particolarmente piacere perché l’ha scritta una studentessa alla quale avevo dato una mano nella stesura della sua tesi di laurea:

Anche in questo libro lo scrittore Carmelo Musumeci cerca di coinvolgere il lettore toccandogli il cuore. Lorenzo, il protagonista, cerca di costruirsi una corazza intrisa di cattiveria che lo aiuta a sopravvivere nell’ambiente che lo circonda; un luogo malato che si manifesta carico di malvagità e spietatezza. Perennemente combattuto tra odio e rancore che scorrono nelle sue vene e il disperato bisogno di affetto, Lorenzo riesce in maniera consapevole a fantasticare facendo dialogare quotidianamente la sua mente con un Angelo che supporterà la sua anima nella disperata ricerca d’amore. Un racconto che unisce tristezza, commozione e fantasia. Durante la lettura, l’Autore, con la sua maestria immaginativa e contemplativa, ci accompagna a riflettere sulla terribile realtà della condizione detentiva. Un romanzo che lascia un’impronta indelebile nel mondo interiore del lettore.

11/05/2017

Appena ho un attimo di tempo libero mi faccio delle lunghe passeggiate sui prati.

Oggi ho camminato per un’oretta.

Mi sono ricordato che tutti i cortili dei passeggi nei carceri dove sono stato erano stretti e corti. Freddi d’inverno e caldi d’estate. Il cortile si dilatava quando mi fermavo e si rimpiccoliva quando camminavo.

E quando alzavo la testa mi sembrava che il cielo si restringesse sempre di più.

12/05/2017

Oggi Matilde mi ha augurato una bella giornata.

Ed io le ho risposto che il passato resterà sempre nel mio cuore e nella mia mente, ma che per me, fuori, sono tutte belle giornate.

13/05/2017

Roberto, dal carcere di Padova, mi ha fatto questa difficile domanda:

Carissimo Carmelo, mi piacerebbe darti belle notizie. Non ne ho. La tua idea di scrivere al magistrato per sbloccare il permesso è una eccellente idea, ma non ci riesco. Io cerco, con le migliori intenzioni, di scrivere qualcosa d’accettabile da parte del sistema, della società, della chiesa, ma non ci riesco. E da tre giorni che cerco di scrivere per fare un pieno atto di colpa, strapparmi le vesti e chiedere scusa. Non ci riesco.

Quanto si può vendere l’anima per riavere il corpo?

Ci ho pensato un po’, poi gli ho risposto che l’importante per un prigioniero non è far uscire il corpo, ma piuttosto la sua anima.

14/05/2017

La scorsa settimana ho comprato un vaso con una piantina di basilico e tutte le mattine quando arrivo nella struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, dove faccio il volontario, corro a dargli un po’ d’acqua.

E me la guardo pensando a quando ho desiderato in 26 anni di carcere avere una piantina tutta mia.

15/05/2017

Ormai sono sei mesi che esco al mattino e rientro alla sera in carcere.

E mi sento sempre più felice perché mi sto abituando a vivere e a sentirmi vivo.

16/05/2017

Oggi nel carcere di Perugia mi sono incontrato con i ragazzi della Classe III della Scuola Media di Chiusi della Verna (prov.di Arezzo), accompagnati dal Prof. Leonardo Magnani, ed è stato un bellissimo incontro.

E ancora una volta ho avuto la conferma che i detenuti hanno più da imparare dai ragazzi che dagli adulti (e dal carcere) perché penso che spesso il senso di giustizia dei giovani sia molto più avanti di quello dei grandi.

Le parole, gli sguardi e i sorrisi di questi ragazzi mi hanno riempito il cuore di tenerezza e amore sociale. E per questo il mio cuore dice loro grazie.

17/05/2017

Un detenuto nigeriano, da tanti anni in carcere, mi ha scritto:

Dopo tanti anni continuo a non capire questo sistema così chiamato giustizia, che niente di giusto sa fare. Purtroppo qui, dato il tentativo di due evasioni di due compagni, hanno sospeso tutte le attività. Non riesco ad accettare la regola che condanna la massa per colpa di uno.

Difficile dargli torto.

18/05/2017

Da quando sono in regime di semilibertà ho iniziato di nuovo a sognare, cosa che non facevo più da anni.

Spesso, fino a poco tempo fa, mi svegliavo con il cuore a pezzi e l’anima in fondo al mare: adesso invece mi sveglio sempre con il sorriso sulle labbra. 

19/05/2017

Guardo sempre con tenerezza e curiosità i bambini che incontro fra la gente durante il giorno: del mondo libero mi sono mancati anche loro, forse perché in carcere, per un quarto di secolo, ho visto solo adulti. 

20/05/2017

Un amico a cui ho donato il mio ultimo libro “Angelo SenzaDio” mi ha scritto:

Caro Carmelo, ho ricevuto alcuni giorni fa la tua ultima fatica letteraria, e mi ripromettevo proprio in questi giorni di ringraziarti. Lo faccio ora, con grande affetto, contento di vedere che una grande persona qual è Agnese Moro ti ha prestato la sua penna (e il suo cuore) per la prefazione al libro. Ho sempre pensato che scrivere sia uno dei modi migliori per guarire dalle proprie ferite. Ritrovo, nel tuo percorso di scrittore, conferma di questa idea terapeutica.

21/05/2017

Durante la mia lunga detenzione, dopo cinque anni in regime di tortura del 41 bis, sono stato detenuto nei circuiti di Alta Sicurezza per ben 19 anni prima di essere declassificato ad un regime più basso. 

La notizia dell’apertura di un procedimento penale contro l’ex direttore del carcere di Padova, per la declassificazione di alcuni detenuti dal circuito di “Alta Sicurezza” a quello di “Media Sicurezza”, mi ha molto indignato. L’Italia è veramente uno strano paese se uno dei meno peggio direttori di un carcere viene indagato per avere rispettato la Costituzione e la legge! Mi chiedo se, paradossalmente, sia stato inquisito proprio per questo!

22/05/2017

Ho scritto ad Ausilia:

C’è del vero in quello che scrivi, anch’io ho letto i “Promessi sposi” e il protagonista che mi è piaciuto più di tutti è proprio l’Innominato. T’assicuro che a me piacciono più le critiche costruttive fatte con intelligenza che i complimenti senza nessun ragionamento dietro, quindi ti ringrazio di quello che mi hai scritto. Ausilia, la mia storia è molta complicata e controversa per potertela spiegare bene, ma sappi che anche altri mi rimproverano che nei miei scritti non c’è nessun pentimento interiore, religioso o no. Forse perché anche adesso mi sento innocente di essere stato colpevole o forse anche perché quando facevo del male pensavo di farlo con umanità. Non so spiegartelo bene, ma è così. E forse anche perché credo che se adesso sono una persona migliore è anche per merito del male che ho fatto. E non ci crederai, ma penso che a Dio piacevo più prima che adesso, perché l’altro giorno, per non infrangere la legge, non ho potuto aiutare un compagno di sventura, (e mi sono sentito veramente cattivo) una volta invece per farlo avrei infranto qualsiasi legge degli uomini. Lo so, è difficile capirmi, ma sotto un certo punto di vista di umanità, solidarietà e amore, mi sentivo migliore quando facevo il male che adesso, che per non rischiare di andare nei guai o per non infrangere la legge, non aiuto un compagno di sventura. Purtroppo penso che se non sei stato cattivo è difficile essere buoni, ed io penso che se in me non c’è il pentimento interiore dell’Innominato è perché sinceramente penso che ero più buono prima che adesso. E mi fermo qui, perché penso che s’è difficile per me capirmi, immagino come lo sia per gli altri che mi leggono, ma sappi che adesso che mi hai detto quello che pensi ti voglio ancora più bene. Un sorriso a te e uno al tuo cuore. 

23/05/2017

Nella mia cella eravamo quattro detenuti in regime di semilibertà, poi eravamo rimasti in due, ma ieri sera sono rimasto solo e sopra il mio letto ho trovato questo bigliettino, scritto dal mio ultimo compagno: Ciao Zio, mi hanno scarcerato, sono uscito in affidamento provvisorio. In bocca al lupo per il futuro. Sei una persona meravigliosa e sono contento di averti conosciuto.

Queste brevi parole mi hanno commosso e ho pensato come sarebbe bello se anch’io avessi un fine pena perché una punizione che non finisce mai non ha niente di umano.

24/05/2017

Mi ha scritto un compagno detenuto nel carcere di Verona:

Ciao Carmelo, ti ringrazio per l’istanza di trasferimento che mi hai inviato. La presento subito, vediamo che succede. Anche i tuoi articoli che mi mandi mi piacciono sempre di più. Grazie! Caro Carmelo, il detenuto di una volta non si trova più, chi lecca a destra, chi a sinistra. Nessuno combatte come hai fatto tu per 26 anni. Io faccio tanti casini. Lo so che sbaglio, ma sono questo. 

25/05/2017

All’inizio della mia lunga carcerazione non mi è stato per nulla facile comunicare oltre le sbarre della mia cella. La cosa più incredibile è che molti mi chiedevano di “farmi la galera” e di smettere di scrivere.

Credetemi, scrivere mi è costato anni di regimi duri, punitivi e d’isolamento, perché spesso per ritorsione mi impedivano persino di avere libri o una penna per scrivere.

E in certi casi mi lasciavano la penna, ma mi levavano la carta.

Anche per questo ho accettato l’invito a partecipare al Festival della Comunicazione domani a Cesena, nella sezione “Comunicare dietro le sbarre”, per portare la mia testimonianza.

26/05/2017

Oggi sono stato al Festival della Comunicazione a Cesena per portare la mia testimonianza e nel mio intervento ho sottolineato che in Italia la giustizia e le prigioni sono quelle che sono anche perché, a differenza degli altri Paesi, nel nostro manca una informazione corretta sull’argomento.

Sì, è vero, le notizie sul carcere si danno, ma si danno spesso senza approfondimento.

 

27/05/2017

È iniziato l’evento generale annuale di tutta la Comunità Papa Giovanni XXIII, a Forlì.

In tanti anni di carcere ho sempre sognato un giorno di poter venire a questo appuntamento e quest’anno ho preso quattro giorni di licenza per esserci.

È stata una delle esperienze più belle della mia vita perché ho fatto un bagno di umanità, di umanità vera.  

 

28/05/2017

Oggi i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII mi hanno invitato a dire qualcosa sul palco dell’Assemblea e sono stato molto orgoglioso di ricordare l’incontro che ho avuto nel lontano 2007 con Don Oreste Benzi.

Spero che il Don, dovunque adesso sia, mi abbia sentito, come io continuo a sentire lui, perché se il carcere non mi ha distrutto è grazie al suo amore sociale. 

 

29/05/2017

Oggi è l’ultimo giorno di licenza e questa notte tornerò a dormire in carcere, ma sono molto felice di questi giorni che ho trascorso con il popolo della Comunità Papa Giovanni XXIII perché loro sono la mia seconda famiglia.

 

30/05/2017

Mi ha scritto Mimmo per informarmi che ancora una volta lo hanno trasferito in un altro carcere.

Caro Carmelo, ti informo che sabato mattina io ed altri sette detenuti siamo stati trasferiti qui ad Opera-Milano. A Parma c’era sovraffollamento, ad alcuni detenuti che protestavano per avere la cella singola, dopo mesi d’isolamento, gli hanno applicato il 14 bis. Qui, dal primo impatto ed informazioni, credo di essere caduto dalla padella alla brace. Un abbraccio. Mimmo.

 

31/05/2017

Oggi mentre prendevo un caffè al bar sentivo che un cliente si lamentava e offendeva gli zingari perché gli avevano rubato in casa.

E per tentare di consolarlo gli ho detto che non si dovrebbe rubare ma, se proprio deve accadere, preferisco che lo faccia un poveraccio, piuttosto che un ricco, come purtroppo accade spesso, anche perchè poi il ladro benestante non va neppure in carcere.




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