venerdì 27 febbraio 2015 - Roberto Bortone

Caos Libia. Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio: è Romano Prodi il possibile mediatore

Il sedicente Stato Islamico è alle porte dell'Europa e sembra possa colpire seriamente. L'opzione militare è stata scartata dai militari stessi come prematura e inappropriata. Occorre una soluzione politica e qualcuno che se ne faccia carico, mettendoci la faccia. Il ruolo possibile di Romano Prodi e l'endorsment di Andrea Riccardi.

Non è possibile abituarsi alla furia devastatrice dei miliziani dell'ISIS. Dalla Siria alla Libia, ogni operazione del Califfato, intrisa di orrore e follia, appare volta a segnare un punto di non ritorno: sia esso la vita strappata di 21 cristiani egiziani, sia la distruzione di un pezzo di storia mondiale come è avvenuto nel museo di Mosul.

Punti di non ritorno, barbarie, terrore, paura. Che fare? Alcuni Paesi, come l'Egitto, chiedono a gran voce un intervento militare congiunto sotto l'egida delle Nazioni Unite, mentre Turchia, Qatar, Emirati, Algeria, hanno posizioni differenti. Gli Stati Uniti hanno assunto una posizione attendista.

E l'Europa? Anzi, l'Italia? Dopo gli iniziali tentennamenti - guerra si, guerra no - la linea del nostro Governo si va chiarendo in questi giorni sempre di più. Il ruolo dell'Italia, come da più parti sottolineato, è centrale soprattutto nella partita libica. Dunque deve essere chiaro e ben rappresentato.

Dalle colonne del Corriere della Sera e Famiglia Cristiana, Andrea Riccardi - che sulla Siria aveva già lanciato la campagna "#SaveAleppo" per la creazione di una zona cuscinetto attorno ad Aleppo, fatta propria dalle Nazioni Unite - ha indicato in Romano Prodi come mediatore Onu per la Libia accanto allo spagnolo Bernardino Leon. Secondo Riccardi "l'Italia ha una responsabilità particolare. Una personalità autorevole come Romano Prodi potrebbe guidare una missione di pace ritessendo l'unità all'interno di un Paese frammentato (che è la base per ogni soluzione politica), ma anche cercando di accordare le nazioni "amiche" della Libia (o meglio dei diversi gruppi libici)".

Un endorsment importante quello di Riccardi verso Romano Prodi che è stato apprezzato anche dalla comunità islamica italiana. Il nome di Prodi come protagonista di quel “raddoppio di sforzi” indicato come necessario dal premier Matteo Renzi, e’ stato fatto infatti anche dall’Unione islamica in Italia, il cui presidente - il libico Mansur Tantush - ha dichiarato: “L’Italia ha un ruolo molto importante in questo momento, di agire politicamente”; in Italia per Tantush “c’è un uomo che potrebbe dare una mano concreta all’Onu per risolvere il problema Libia: il professore Prodi. Penso che, in questo momento, sia l’unica persona che possa risolvere la questione libica, perché è un personaggio molto conosciuto in Africa. Non dimentichiamo che la questione Libia è Africa, non è solo italiana



1 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.210) 27 febbraio 2015 19:10

    La questione ISIS non si può risolvere con le chiacchiere e le mediazioni.

    Il primo, necessario, passo è quello di chiarire chi sono quelli che l’hanno progettata, finanziata e aiutata. I principali sospettati stanno in USA e Arabia Saudita. 

    Riccardi forse potrebbe anche dirci se l’Opus dei è implicata.

    Il governo italiano invece potrebbe dirci se il taglio di teste in Libia è stata o no l’operazione di marketing vincente per decidere l’acquisto degli F35.

    GeriSteve


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