sabato 15 ottobre 2016 - soloparolesparse

Cafè Society, la solita eleganza di Woody Allen

Il solito Woody Allen, ormai sempre meno pungente, sempre meno divertente, ma sempre più decisamente affascinante ed elegante. Con Cafè Society ci riporta agli anni ’30 e ci rifila l’ennesima imperdibile sequela di jazz.


Bob decide di trasferirsi da Mew York a Los Angeles, sperando che lo zio produttore possa dargli una mano ad entrare nel fantastico mondo del cinema. Le cose andranno diversamente, Bob cambierà idea ma conoscerà la splendida Vonnie.

La ragazza però ha una situazione sentimentale complicata e lo stesso capita allo zio. Così Bob torna a New York e con l’aiuto del fratello gangster si metterà a dirigere il nightclub Cafè Society, troverà una splendida donna, la sposerà…

Tutto bene quindi? Naturalmente no.

Come detto il nostro Woody regala ormai grande eleganza. Costumi, musica, luci, scene, tutto concorre a creare dei quadri fatti di splendore anni ’30.

La storia è invece quello che è. Nulla di folgorante, nulla di imperdibile. Una storia d’amore come tante, su uno sfondo che diventa il vero protagonista.

Il cast è la solita sequela di nomi importanti ma se Jesse Eisenberg è perfetto nell’interpretare il giovane Woody (volete negarlo?) Kristen Stewart non è qui più espressiva che in altri film.

Direi che questo è tutto. Godetevi le immagini, le musiche, i luoghi, le scenografie…




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