venerdì 12 maggio 2017 - Maddalena Celano

CARTONI…ANIMATI: un nuovo stile letterario per Nicola Viceconti

In attesa della presentazione della nuova opera letteraria dello scrittore Nicola Viceconti, che si terrà questo 20 maggio 2017 alle ore 17:00, presso il Salone del Libro di Torino (Padiglione 2, stand L28), presentiamo una nuova intervista che ripercorre la creatività e la complessità del suo percorso artistico.

 

Nicola Viceconti è nato a Roma nel 1963. Si è laureato con lode in Sociologia (1995) e in Scienze delle Comunicazioni (2003). E’ appassionato di tango e cultura latino americana e questi interessi sono stati il motore di alcuni importanti viaggi in Sud America, da cui ha tratto ispirazione per la pubblicazioni di diversi romanzi su tematiche inerenti l’ immigrazione ed i diritti umani.

1. Come nasce la sua attività di scrittore?

Nasce da un viaggio fatto alcuni anni fa in quella parte del mondo dove due paesi (Argentina e Uruguay) si affacciano su un grande fiume: il Rio de La Plata. Al principio il viaggio aveva come obiettivo soddisfare una certa curiosità sociologica sulla diffusione del fenomeno del tango del quale volevo scoprire le radici sociali nella terra d’origine, osservare il suo variegato universo e respirare l’atmosfera autentica delle milonghe di Buenos Aires e Montevideo. L’esperienza vissuta in una terra attualmente abitata da una popolazione formata per oltre il 40% da discendenti italiani, mi ha dato l’opportunità di conoscere alcuni aspetti del mondo degli emigranti e di rendermi conto che il tango è profondamente contaminato del fenomeno dell’emigrazione, argomento trattato in “Cumparsita”, mio primo romanzo. Poi l’interesse si è spostato sulle tematiche della memoria e dei diritti umani.

2. Perché ha scelto di pubblicare con CSA Editrice?

Sono venuto a conoscenza della CSA Editrice in occasione del Premio letterario nazionale "La penna perfetta" edizione 2016-2017 nel quale “Cartoni... animati e altri racconti” si è classificato al terzo posto assoluto per gli inediti e primo tra le raccolte di racconti. È bastato poco per istaurare con l’editore Alessandro Labonia un proficuo rapporto di collaborazione che spero continui nel futuro con altre produzioni letterarie. L’impegno della CSA Editrice nell’attuale mondo impenetrabile dell’editoria libraria italiana - sempre più concentrato su un numero esiguo di grandi marchi editoriali - è da sottolineare per la professionalità e le opportunità che offre ai propri autori. La partecipazione del sottoscritto alla 30° edizione del Salone del libro di Torino è un esempio significativo in tal senso.

3. Considerando lo stile narrativo delle sue precedenti pubblicazioni, come nasce l’idea di scrivere una raccolta di racconti brevi?


Sono convinto che la scelta di un genere di scrittura rifletti lo stato d’animo di chi scrive. L’idea di elaborare racconti brevi è nata circa un anno fa a seguito della perdita di una persona cara. Nella complessa fase di elaborazione del lutto sentivo il bisogno di scrivere storie brevi, intense, quotidiane, nelle quali i lettori potessero identificarsi facilmente con i protagonisti e, soprattutto, da fruire in pochi minuti, senza l’impegno e l’attitudine che necessitano normalmente per la lettura di un romanzo. Si è trattato di un esercizio letterario complesso. La stesura di racconto breve, infatti, rappresenta una vera e propria sfida che l’autore accetta per prospettare ai lettori il cosiddetto “viaggio dell’eroe” tramite un’operazione che definirei di “condensazione” dell’episodio narrato in un numero di pagine contenuto. Il racconto breve deve poter essere goduto in una “seduta” di lettura e deve riuscire a fornire tutti gli ingredienti della storia, compreso la forza narrativa che decisamente è più impattante di quella di un romanzo.

4. Ha ricevuto premi per alcuni dei suoi racconti. Di quali si tratta?

La Ragazzina di Homs è risultato finalista alla II edizione del "Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti" e Vincitore del Premio Scuola al Concorso Internazionale Città di Sassari. Magia è stato premiato alla terza edizione del "Concorso Endira" Messico. Scacco alla Regina: terzo classificato al Concorso Nazionale Città di Livorno.

5. I suoi libri rientrano nella “narrativa ad ambientazione storica”. Ci può spiegare il motivo di tale scelta?


Nasce dal voler raccontare argomenti storico-sociali che altrimenti resterebbero esclusi a determinate fette di popolazione. Credo che la forma del racconto di fantasia (collocato in un preciso contesto storico) possa fornire al lettore le giuste coordinate spazio-temporali del fatto narrato, risultando così uno strumento molto più efficace a livello di elaborazione, percezione e comprensione del messaggio che si vuole veicolare. Il genere del racconto/romanzo ad ambientazione storica, al quale mi ispiro da alcuni anni, tenta di assolvere a una duplice funzione sociale della scrittura: da una parte una funzione “informativa” su quanto accaduto, dall’altra una funzione di “mantenimento dell’attenzione”, il tutto attraverso una forma agile e accattivante di lettura soprattutto per le fasce giovanili.

La narrativa ad ambientazione storica è anche un richiamo alla letteratura predominante in America latina che, diversamente da quella statunitense o europea, ha sempre viaggiato su un sentiero parallelo a quello della realtà socio-politica del contesto di appartenenza. Potremmo parlare di letteratura “d’avanguardia”, “sperimentale”, modellata su un uso quasi costante della metafora. Un esempio per tutti è la scrittrice Luisa Valenzuela che per conoscere a fondo l’Argentina degli ultimi decenni, l’ha guardata attraverso la lente dell’ironia, del grottesco e dello humor. L’autrice ha scritto uno dei suoi libri più belli (Aquí pasan cosas raras, ambientato nell’Argentina della Triple-A) recandosi nei caffè, origliando le storie terribili che raccontava la gente. Tutto quello che assorbiva lo metaforizzava e lo lavorava utilizzando l’umorismo e il grottesco. A quei tempi - sostiene l’autrice - “era impossibile raccontare una storia così dolorosa e forte nella sua immediatezza”, per farlo si doveva ricorrere alla finzione. Su tale aspetto vale la pena sottolineare che in Argentina la censura applicata dalle numerose dittature ha contribuito a un diverso significato del concetto di “finzione” così come lo intendiamo nel mondo occidentale. Per questo motivo l’America Latina per anni si è caratterizzata dall’essere la patria del "realismo magico", dove la presenza di elementi "magici" sono fusi in contesti narrativi realistici. In questo genere di narrativa nella quale “la finzione che si converte in verità”, la realtà dei fatti raccontati è irrilevante: ciò che resta vero è il contesto umano e sociale.

5. Nel maggio del 2015, in occasione del suo ultimo viaggio in Sud America, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di “Visitante Ilustre” rilasciato dal Governo della provincia di Buenos Aires. Oltre ad alcuni insert narrativi, in “Cartoni ... animati e altri racconti” è presente “Magia” un racconto ambientato a Buenos Aires. Come mai questo interesse per la storia e la cultura Argentina?

Come già detto in una precedente intervista, l’ispirazione a scrivere il primo romanzo è nata dall’interesse per il fenomeno dell’emigrazione italiana nel Rio de La Plata. Successivamente l’attenzione si è spostata sulla tematica dei diritti umani. L’interesse per la memoria del popolo argentino nasce prepotentemente a seguito della visione di alcuni film dedicati al dramma dei desaparecidos dell’ultima dittatura militare che ha colpito il paese alla fine degli anni ’70. Il contatto diretto con persone che hanno vissuto sulla propria pelle l’orrore della dittatura ha costituito la principale fonte d’ispirazione.

6. Lei si occupa, da diversi anni, delle tristi vicende argentine legate alla dittatura militare e alla desaparecion forzata di migliaia di giovani e studenti. Fa parte di un’associazione che collabora con le Madres y las abuelas de Plaza de Mayo e da circa due anni ha aderito al Comitato per la Liberazione di Milagro Sala. Cosa pensa degli eventi di questi ultimi anni in Argentina?

Ritengo che per quanto concerne i diritti umani l’attuale governo argentino stia attuando una reale regressione rispetto ai governi precedenti. Purtroppo la situazione nel Paese sudamericano ha subito un vero e proprio cambio di paradigma che si pone in netta contrapposizione con quanto portato avanti dalle numerose associazioni in difesa dei diritti umani. L’ultimo esempio che conferma questa drastica inversione di tendenza è la vicenda che riguarda la decisione della Corte Suprema di Giustizia argentina di applicazione, nei giorni scorsi, della legge 24390, che riduce le pene ai condannati per crimini di lesa umanità. Tale legge, già abrogata nel 2001, soprannominata legge 2×1, ha reso possibile la riduzione delle condanne inflitte ai militari dell’ultima dittatura che si sono macchiati di crimini di lesa umanità e di dimezzare, pertanto, le pene per genocidio. Sulla vicenda l'assemblea per i diritti umani (APDH) in un comunicato stampa ha dichiarato: "Questa legge non ha altro proposito che consacrare l'impunità. Tutto questo è un aggravio alla lotta dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime e degli organismi dei diritti umanitari che da 40 anni continuano a lottare per verità, giustizia e memoria". Il 10 maggio in Argentina e in altri Paesi si sono mobilitate le diverse associazioni in difesa dei diritti umani.

Sulla politica del Governo Macri trovo interessante la dichiarazione che Nora Cortiñas, la storica leader delle Madri di Plaza de Mayo della Linea Fundadora, ha rilasciato in occasione dello scorso 24 marzo, durante la ricorrenza del golpe di 41 anni fa: “il governo di Mauricio Macri ci provoca continuamente, ma non può modificare la storia". Posizione analoga è stata espressa anche dalla signora Estela Carlotto, Presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo “Macri si occupa di modificare la storia a modo suo, a proprio piacimento, parlando di cose che non conosce. Lui ha l'obbligo di sapere che 30.000 persone sono scomparse".

Relativamente al caso di Milagro Sala va sottolineato che l’attuale governo argentino è responsabile della detenzione arbitraria della leader dell'associazione “Tupac Amaru”, e che l’arresto avvenuto il 16 gennaio 2016 è stato ritenuto arbitrario dal gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria (GAD) delle Nazioni Unite. La vicenda di Sala è stata portata recentemente all’attenzione al Governo italiano dall’Onorevole Giovanna Martelli con un’interpellanza volta a chiarire la posizione italiana sulla detenzione della leader sociale argentina e a chiedere al Governo quali siano i motivi del ritardo nel sostenere le risoluzioni che difendono i diritti umani. Al contempo è stato richiesto al Presidente Macrì l’immediato rilascio di Milagro Sala affinché possa difendersi da persona libera.

7. Quale dovrebbe essere oggi il Ruolo di uno scrittore?

Nonostante alcuni studiosi considerano tramontato il modello sartriano sul ruolo dello scrittore e del suo costante impegno nella società e nella storia, personalmente condivido la visione del famoso filosofo sul ruolo dell’intellettuale. Le condizioni storiche e soprattutto le forme tradizionali dell’arte e della cultura sono soggette a continua trasformazione, così come nello specifico il rapporto editore-scrittore-lettore. Nonostante ciò resta ancora valido, a mio parere, il concetto di impegno dell’artista in generale. Pertanto, credo che uno scrittore dovrebbe “contribuire a produrre determinati cambiamenti nella società che lo circonda” e che la sua eventuale posizione rispetto a determinati fatti politici debba mantenersi “indipendente e non strumentale dai partiti.../... da collocare nella naturale concezione dell'essere uomo”.

Uno scrittore dovrebbe impegnarsi a comprendere le dinamiche sociali nelle quali è calato e dovrebbe assumere un atteggiamento critico verso ogni forma di “irresponsabilità” di chi non prende mai decisione (atteggiamento che Sartre ha sempre denunciato). Oltre ad emozionare i lettori con le storie, credo che un certo tipo di narrativa debba continuare a svolgere un compito di militanza sociale dove per “militanza” s’intende proprio l’impegno a mantenere viva l’attenzione su talune problematiche di interesse collettivo.

8. I suoi racconti spaziano da tematiche sociali dense di drammaticità (La guerra in Sira raccontata in “La ragazzina di Homs”, le vicissitudini di un barbone in “Cartoni... animati”, il dramma della demenza senile in “Dammi una cosa”) a situazioni surreali. Da dove scaturisce questo interesse?

Ci sono fatti che ci capitano ogni giorno sotto gli occhi, nei confronti dei quali non possiamo voltarci dall’altro lato. La guerra in Siria, la miseria e la disperazione di un clochard, il dramma delle malattie mentali degli anziani, sono solo alcuni esempi ai quali abbiamo il dovere di reagire. Come insegnava Charles de Foucauld “non possiamo essere dei cani muti, sentinelle addormentate, o pastori indifferenti; dobbiamo gridare quando vediamo il male”.

9. Ci parli dei suoi progetti futuri.

Nel breve periodo la pubblicazione in Italia e Messico del romanzo “Vieni Via” (già pubblicato in Spagna con la casa editrice Chiado Editorial). Si tratta di una storia emozionante di un uomo di ottant'anni che intraprende un lungo viaggio alla ricerca di Irina, l'amore della sua vita. Un viaggio tra due continenti che, seppur fatto alle soglie della fine della vita, consente al protagonista di comprendere intimamente sé stesso, il senso delle proprie scelte politiche e della propria vita.

10. Da dove nasce la sua ispirazione?

Normalmente dalla curiosità per determinati fatti storico-sociali che attirano la mia attenzione sui quali puntualmente approfondisco alcuni aspetti. In altri casi l’ispirazione nasce un semplice fatto di cronaca oppure parlando con le persone che incontro. Sono convinto che ognuno di noi è un “portatore sano” di narrazioni.

11. Due racconti (“Hells Bells” e “Cartoni... animati”) sono ambientati in Puglia. È stata una scelta casuale o ci sono particolari motivazioni che l’hanno spinta a descrivere luoghi e personaggi di tale regione?

Non credo molto alla casualità degli eventi. Dopo numerose partecipazioni a iniziative culturali in Basilicata, terra d’origine alla quale sono particolarmente legato, la Puglia sta entrando lentamente nella mia identità di scrittore e non solo come luogo di ispirazione di alcuni racconti. La casa editrice di Castellana Grotte, il premio Zingarelli che ho ricevuto lo scorso anno a Cerignola e l’ultimo riconoscimento che mi è stato conferito pochi giorni fa dalla giuria del Premio Seneca di Bari per una poesia sui desaparecidos argentini, rappresentano importanti tasselli di un percorso che mi sta portando sempre di più in Puglia.

12. Perché un ipotetico lettore dovrebbe leggere i suoi racconti?

Perché attraverso un mondo a tratti surreale, magico, onirico può intraprende un viaggio immaginario nel corso del quale potersi emozionare con il tango, la scena di Alfonsina Storni nelle acque di Mar del Plata, la vicenda di una bambina profuga siriana o le peripezie di un geniale clochard romano.

13. A quale racconto è più affezionato?

Non è facile scegliere tra le proprie opere. Ogni racconto ha una particolarità che può riguardare lo svolgimento della storia, le caratteristiche del protagonista o il contesto nel quale il racconto è inserito. Sono particolarmente colpito dal racconto “La ragazzina di Homs” poiché tale racconto è riuscito è arrivato dritto al cuore dei ragazzi di alcune scuole secondarie della Sardegna che hanno assegnato al testo in questione il Premio Scuola del Concorso internazionale di Sassari.

14. Mi parli di un suo desiderio da scrittore.

La realizzazione di un film ispirato a uno dei miei romanzi.

15. Perché ha scelto l’immagine di un Mimo sulla copertina?

Perché è un’immagine incredibilmente adatta al contenuto dei racconti inseriti nel libro. A tale proposito ringrazio l’amico fotografo Fabrizio Frioni per aver saputo cogliere l’essenza del messaggio che con questi racconti ho voluto trasmettere ai lettori: un pizzico di magia e tanta speranza. 

  




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