sabato 25 giugno 2016 - GeriSteve

Brexit

La Brexit ha un aspetto altamente positivo e uno altamente pericoloso. Quello positivo è il rifiuto di essere etero diretti e la volontà di contare sulle decisioni; una forte ribellione unita ad una pregievole volontà di ricostruire una democrazi, che oggi viene giustamente percepita come democrazia perduta.

Quello pericoloso è che si tratta di una ribellione contro qualcosa di maldefinito, quindi di una ribellione facilmente strumentalizzabile in senso reazionario: se il nemico diviene il mondo intero e il progresso, è facile che avvenga una chiusura insulare, xenofoba, squallidamente egoista e in cui si vedono nemici dappertutto...pericolosa per l'intera umanità.

La Brexit è l'inaspettato risultato di un referendum che ha ribaltato le previsioni. Si dovrebbero analizzare bene alcuni complessi aspetti geografici: la Brexit ha perso in Scozia ed in Irlanda del Nord, mentre ha inaspettatamente vinto in Galles e in alcune zone operaie inglesi e stravinto nel resto d'inghilterra, ma qualcosa è chiaro, anzi, chiarissimo: gli elettori si ribellano e non accettano più di essere espropriati del loro potere decisionale.

A questo punto di vista contribuiscono perfino le zone in controtendenza: scozzesi e irlandesi si ribellano anch'essi, ma contro il potere di Londra più che contro quello di Bruxelles.

Le cause scatenanti della ribellione sono molteplici e anche contrastanti fra loro: c'è chi vede gli immigrati come causa di tutti i mali e chi ci vede invece il potere finanziario, chi le banche e chi invece i governi più corrotti e spendaccioni, come Grecia, Italia e Spagna. Nei primordi, il timore nord europeo era che la mafia italiana trovasse nell'Unione Europea la sua occasione di espansione: oggi quel timore è diventato una evidente e spaventosa realtà.

Di fatto, i britannici avevano una sostanziale fiducia nel loro imperfetto e discutibilissimo sistema elettorale e democratico: eleggevano localmente i loro rappresentanti con un maggioritario secco, che fa sparire ogni minoranza, ma avevano un rapporto molto diretto con gli eletti e ritenevano che questi rappresentassero bene perlomeno la loro maggioranza nelle due camere e presso il governo, dove si titeneva che stesse il potere.

Oggi non è più così: la globalizzazione ha colpito anche il ricco e progredito Regno Unito e quindi importantissime decisioni, da cui dipendono il benessere, il lavoro, la vita e la qualità della vita vengono prese "altrove", e quell' "altrove" è evanescente e indefinito. L'unica cosa che è chiarissima è che quell'altrove non è un democratico parlamento europeo in cui i cittadini europei si possano riconoscere.

Perciò la Brexit comprende un aspetto altamente positivo e uno pericoloso. Quello positivo è il rifiuto di essere etero diretti e la volontà di contare sulle decisioni; in sostanza è una forte ribellione unita ad una pregevole volontà di ricostruire una democrazia, che oggi viene giustamente percepita come democrazia perduta.

Quello negativo è che si tratta di una ribellione contro qualcosa di maldefinito, quindi di una ribellione facilmente strumentalizzabile in senso reazionario: se il nemico diviene il mondo intero e il progresso, è facile che avvenga una chiusura insulare, xenofoba, squallidamente egoista e in cui si vedono nemici dappertutto...

Ricordiamoci che la crisi del '29 in Usa ha favorito l'isolazionismo in America e la colpevolizzazione degli ebrei in Germania, poi anche il riarmo e la volontà di rivincita con la guerra. Non sono pericoli da poco.

La Brexit rappresenta quindi un esempio da cui si può prendere spunto per ottime ma anche per pessime iniziative: sarebbe ottimo rimettere in discussione tutto il pessimo impianto dell'UE e dell'Euro, sarebbe pessimo chiudersi rispetto ai problemi del mondo: la sovrapopolazione, i conflitti, l'immoralità dell'economia e della grande finanza, l'espansione delle mafie. Volere essere padroni di se stessi è cosa ottima, ma chiudersi in se stessi significa non voler vedere nel mondo grandi problemi di sfruttamento, di lavoro schiavistico, di diritti negati, perfino di traffico di organi!

Ad esempio, c'è un grosso problema di pulizia oppure di immoralità nella finanza mondiale: la city di Londra, con le isole Cayman e altro, attualmente costituiscono il miglior paradiso fiscale dell'economia sporca e criminale, oltre che favorire l'evasione fiscale delle multinazionali, come nel caso della FCA di Marchionne. E' tollerabile che questo problema venga affrontato con strumenti di democrazia locale e che quindi le multinazionali scelgano loro a chi pagare poche tasse?

C'è un altro problema, fondamentale per la storia dell'umanità: lo sfruttamento del pianeta, la logica capitalistica e della crescita continua sta producendo un grave cambiamento climatico. Recentemente quasi tutti i governi del mondo si sono impegnati ad affrontare il terribile problema delle emissisioni. La democrazia in piccolo a casa propria può essere la via per ricostruire un mondo più umano, ma anche più disumano: potrebbe passare il principio che quegli accordi siano da respingere e che i minatori britannici abbiano il diritto di decidere da soli se riprendere l'uso del carbone come fonte energetica.

La Brexit quindi non è di per sè positiva o negativa: tutto dipende da come verrà usata e questo è adesso il vero problema da affrontare.




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