giovedì 18 agosto 2016 - Fabio Della Pergola

Bergoglio: il Grande Inquisitore in mentite spoglie?

Una piccola, ma non trascurabile, annotazione sul nuovo Papa la dobbiamo proprio fare.

Ce lo autorizza il Vaticano stesso che ha pubblicato sul suo sito internet la biografia ufficiale di Jorge Mario Bergoglio, dove ci ricorda che «nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale, del titolo di san Roberto Bellarmino».

I titoli cardinalizi - ci spiega Wikipedia - sono chiese della diocesi di Roma il cui nome viene legato ad un cardinale al momento della sua creazione.

Che il cardinale Bergoglio sia legato in qualche modo a Roberto Bellarmino è una cosa irrilevante quindi? Forse, ma non possiamo fare a meno di notare che il qui nominato Bellarmino una sua nomea ce l’ha anche - e forse soprattutto - alle orecchie di un ateo conscio, convinto e consapevole come chi scrive.

Il Bellarmino, “del cui titolo” Bergoglio fu nominato cardinale, fu un teologo gesuita, santo e dottore della Chiesa, super-esperto antiriformista e autore di un esplicito trattato in più tomi contro le eresie, Disputationes de controversiis christianae fidei adversus hujus temporis haereticos. Ovviamente diventò uno dei massimi rappresentanti del Sant’Uffizio (oggi chiamata Congregazione per la dottrina della fede). Vale a dire della Santa Inquisizione romana.

In questa veste gli furono affidati i due casi più scottanti delle complesse vicende fra Chiesa e società civile della storia italiana, quelli di Giordano Bruno e di Galileo Galilei. Sappiamo come finirono: uno sul rogo e l’altro salvo solo per aver abiurato alle sue tesi scientifiche, in particolare sulla teoria eliocentrica (che era quella giusta).

Gli storici di parte cattolica difendono la memoria dell’inquisitore affermando che non poteva fare a meno di agire come agì e che si comportò amichevolmente con lo scienziato pisano così come tentò di far abiurare Giordano Bruno per potergli salvare la vita. Sterili tentativi di far risultare “grande” la figura di uno dei tanti responsabili della cultura oscurantista e sanguinaria della Chiesa.

A questo Grande Inquisitore rimanda il “titolo” con cui Bergoglio fu nominato cardinale da Papa Wojtyla. Un misterioso legame fra il Santo (gesuita e inquisitore) e il nuovo Papa (gesuita e finto francescano) che Wojtyla reputò di stabilire per motivi che a noi ovviamente sfuggono.

Ma definire Bergoglio “rivoluzionario” a questo punto suona davvero un po' strano.



10 réactions


  • Giancarlo (---.---.---.71) 19 agosto 2016 07:22

    L’articolo è solo frutto di malafede, poca intelligenza. Si maligna solo per il gusto di malignare. Chi l’ha scritto farebbe bene a guardarsi allo specchio e ammettere che i problemi stanno solo ed esclusivamente nell’immagine che vi trova riflessa. O non c’è tanto coraggio da farsi un’introspezione? Il problema sta solo lì. Vergogna, articolo insulso, stupido.


  • Vita Bruno (---.---.---.116) 19 agosto 2016 08:22

    l’articolo è insulso, lo scoop dov’è? Sono atea, grazie a Dio, e non sono una fan di Bergoglio, però si è saputo sin dall’inizio che Bergoglio è un gesuita: allora finché la Chiesa non rinnega Roberto Bellarmino e non rinomina la Chiesa a lui intitolata non vedo il "problema", visto che è da considerarsi la "Cattedrale dei Gesuiti". Le zone d’ombra di Bergoglio son altre, cercate meglio... 


  • Fabio Barbera Fabio Barbera (---.---.---.2) 19 agosto 2016 11:12

    Non vedo nei fatti davvero nessuna apertura di Bergoglio, se non quelle costruite ad arte da una stampa compiacente e prona. E’ la solita Chiesa ;) in ogni caso chi non crede come me non la invoca né la pretende quell’apertura: non ne riconosco l’utilità e la rappresentanza. La religione continua ad essere una mera (con)cessione di sovranità al pensiero magico, qualcosa che appartiene già al passato: le nuove generazioni la stanno destinando all’oblio :)

    Simpatico articolo, offre spunti di riflessione!

  • Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 19 agosto 2016 11:54

    Né il gentile sig. Giancarlo, che si lancia in spericolate interpretazioni psicanalitiche tanto ardite quanto banali, né la signora Vita Bruno, atea grazie a Dio, sembrano cogliere il punto. Che Bergoglio fosse un gesuita lo sapevano anche i sassi; che la Chiesa nominata a Bellarmino potesse essere considerata la "cattedrale dei gesuiti" era intuibile, ma qui non si capisce il significato del nesso stabilito tra un Papa attuale - con tutti i problemi insiti nel rapporto tra le varie religioni e soprattutto in quelli del contrastato rapporto tra religione e scienza - e un Grande Inquisitore degli inizi della modernità.

    Mi riferisco in particolare alle problematiche molto complesse relative a inizio e fine vita, alias aborto ed eutanasia che sono al centro del dibattito contemporaneo (cfr. qui, ad esempio: http://www.igiornielenotti.it/?p=17942).

    I due scandalizzati lettori non sembrano capire che la Chiesa non fa mai niente "a casaccio". Il nesso con Bellarmino fu stabilito ai tempi della nomina cardinalizia, la nomina a papa di Bergoglio fu successiva. Il messaggio sembra chiaro: la scelta è caduta su un personaggio che Wojtyla considerava adatto ad affrontare le problematiche scientifiche attuali con la sottilissima intelligenza dei gesuiti e la loro stessa caparbietà antimodernista.

    La Chiesa, sia chiaro, fa il suo lavoro: l’articolo non è una critica alle sue scelte (per quanto sia legittimo criticare chiunque nonostante i "giancarlo"), ma all’ottusità di chi, soprattutto a sinistra, continua a vedere Bergoglio come un faro di modernità.

    Sulle altre "zone d’ombra" di Bergoglio, cui allude la signora Bruno, rimando a una serie molto ampia di articoli che si possono trovare in rete con facilità (soprattutto sulle sue contestate attività durante la dittatura militare argentina).

    Ringrazio invece Fabio Barbera per l’apprezzamento (e gli altri duemila lettori che non si sono scandalizzati).


  • DANILO (---.---.---.102) 19 agosto 2016 16:49

    Affascinante analisi, con qualche altro capitolo potrebbe tranquillamente andare a ruba alla pari dei romanzi thriller di Down Brown.


  • Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 19 agosto 2016 20:44

    Mi accontento dei quattromila lettori a oggi. Saluti.


  • Persio Flacco (---.---.---.62) 20 agosto 2016 18:56

    E’ singolare che un papa che apre ai divorziati, che si astiene dal condannare i gay, che sceglie di vivere in 50 mq a santa Marta, che ha riformato lo IOR, che si scaglia contro i cardinali che ostentano ricchezza, lo si ritenga meritevole di essere associato a Bellarmino. Dai frutti riconoscerete l’albero, è il senso della pragmatica ammonizione del Vangelo. Se questo è vero allora è difficile far passare Bergoglio come un frutto dell’albero Bellarmino. D’altra parte è passato qualche anno dal rogo di Giordano Bruno e dall’abiura imposta a Galilei, nel frattempo la chiesa cattolica ha pubblicamente ammesso il suo errore.

    Ma come l’ammonizione evangelica è stata utile per meglio giudicare Bergoglio può tornare utile anche per valutare l’autore di questo articolo e le sue motivazioni.
    Ebbene, quale albero produce frutti così minuziosamente circostanziati e abilmente preparati, ma sostanzialmente falsi e tendenziosi, contro la Chiesa cattolica?
    A voi lettori la risposta.

  • Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 20 agosto 2016 20:11

    L’attuale Papa non ha aperto niente ai divorziati se non per proclamare la necessità della misericordia (vale a dire una pelosa pietà per la loro "miseria" umana), non si è mai proposto di condannare la storica condanna ecclesiastica degli omosessuali, ma si è solo astenuto dal ripeterla dietro il famoso "chi sono io per giudicare?" (cioè niente), proponendo che anche a loro vada la solita misericordia (ma solo se casti); non ha mai affermato invece il diritto/dovere degli stati al riconoscimento dei più banali diritti civili, come se un omosessuale non fosse un cittadino come qualsiasi altro. Quanto alla lentissima riforma dello IOR, non ancora giunta al termine per quello che ne sappiamo, è semplicemente ridicolo attribuirgli alcun merito, dato che allo IOR furono imposte le regole bancarie internazionali ben prima che lui arrivasse e che l’istituto ha stentato molto ad accettare e ancor di più a mettere in pratica. In particolare si parla delle regole antiriciclaggio, mica scherzi.
    Ha speso parole contro la pedofilia dei prelati (che è il minimo per qualsiasi essere umano, ma tuttora le alte gerarchie della Chiesa affermano che non c’è alcun obbligo di denuncia per loro dei casi di cui vengono a conoscenza!). Poi che altro?
    Certo resta la scelta di vivere in 50 mq., l’uso di scarpe nere anziché rosse e altri specchietti per le allodole come lo scagliarsi contro i cardinali che ostentano ricchezze; cioè non impone loro di liquidare quelle ricchezze per vivere in povertà, ma di nasconderle semplicemente alla vista (questo significa non ostentare).

    In sintesi niente di serio, solo chiacchiere e aria fritta. Dove sia la grandezza rivoluzionaria di questo papato non si sa. Lasciamo all’interlocutore il fremente entusiasmo per i fantomatici frutti dell’evangelico albero in attesa di qualcosa di più concreto.


    • Persio Flacco (---.---.---.62) 21 agosto 2016 09:30

      Un’ultima replica e poi concluda come crede. 

      Se sono intervenuto non è certo per difendere il Papa, sono intervenuto per difendere la verità e l’onestà intellettuale, perché mi disgustano la menzogna e la vile tendenziosità. Ce ne è già troppa in giro di questa robaccia.
      A colpirmi del suo intervento è stata la macroscopica contraddizione tra l’assunto principale della sua tesi: Bergoglio = Bellarmino = Santa Inquisizione, e la plateale evidenza di quanto questo Papa, nelle parole e negli atti, abbia fatto di tutto per distaccarsi concretamente da ciò di cui lei lo accusa.
      Bergoglio finge di essere un Papa diverso dai suoi predecessori? E’ possibile, non mi stupirebbe, ma lei non si è preoccupato affatto di dimostrarlo. Eppure è sotto gli occhi di tutti che questo Papa vuole mostrarsi diverso, e forse è diverso, da ogni suo predecessore. A cominciare dalla scelta del nome, che richiama quel Francesco di Assisi che fece della povertà la sua bandiera di fede contrapponendola alla corrotta opulenza della Roma papalina; al conseguente rifiuto, concretamente praticato, di ostentare i segni della ricchezza e del potere; all’uso di parole che rifuggono dalla dottrina e invece si fondano sull’amore e sulla misericordia. Valori che a lei magari non piaceranno, ma che sono i fondamenti della fede cristiana che il Papa rappresenta.
      E’ talmente evidente l’artificiosità e la tendenziosità delle sue accuse a Bergoglio, costruite sulla base di un puntiglioso e vuoto formalismo, che qualunque persona intellettualmente onesta non può esimersi dal rilevarle.
      A mio parere avrebbe fatto una miglior figura a dichiarare schiettamente la sua avversione per il cristianesimo e per la Chiesa cattolica invece che nascondersi dietro una maschera. La saluto.


  • Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 21 agosto 2016 17:49

    Lei è libero (e ci mancherebbe altro) di pensare o credere quello che vuole. Ma se usa un lessico offensivo - io sarei falso e tendenzioso - le rispondo come ritengo giusto: lei si beve le superficiali banalità propagandate da questo papato senza avere le capacità critiche minimali per demistificarne i contenuti. In particolare non si rende conto che comunicare, esaltandole, cose assolutamente superficiali - cosa in cui questo Papa è abile essendo "un po’ furbo", per sua stessa ammissione - è utilissimo per riaffermare invece la classica antropologia cristiana di sempre. Stiamo parlando quindi di specchietti per allodole. Lei è un’allodola? Sono affari suoi, non miei. Se vuole provare a capirne di più la rimando ai quattro articoli in sequenza che ho pubblicato su Agoravox a partire dal 18 settembre 2013. Qui il primo articolo: http://www.agoravox.it/Credenti-e-n...


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