martedì 16 gennaio - Doriana Goracci

Bella Ciao per gli oppressori delle donne

“O tutte insieme, o anche da sola, ci svegliamo al chiaro di luna, noi che resteremo sveglie fino all’indomani, alla fine le nostre mani romperanno in tutto il mondo la catena dell’oppressione”.

 

Narges Mohammadi, attivista iraniana insignita del premio Nobel per la pace nel 2023, ha ricevuto una nuova condanna, con l’accusa di “propaganda contro la Repubblica islamica dell’Iran”. Lo ha reso noto una dichiarazione della sua famiglia sui social media.
Il tribunale iraniano ha condannato Mohammadi “a 15 mesi di carcere, due anni di esilio fuori da Teheran e dalle province limitrofe, due anni di divieto di viaggiare, due anni di divieto di associarsi a gruppi politici o sociali, e due anni di divieto di utilizzare uno smartphone”, si legge nel comunicato.
 
Secondo i famigliari dell’attivista, si tratta della quinta condanna dal marzo 2021 per una pena totale di “12 anni e tre mesi di carcere, 154 frustate, quattro mesi di divieto di viaggio, due anni di esilio e vari divieti sociali e politici”. Mohammadi è stata arrestata diverse volte e, dal 16 novembre 2021, è detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, dove continua la sua attività di protesta.
 
(Foto CFFC ROMA/Arci/Facebook)
Era a novembre scorso che Francesco Guccini, 83 anni, dichiarò: "Dedico Bella Ciao alle donne iraniane, che la cantano in italiano perché è diventata una canzone internazionale ed è diventa anche simbolo della protesta, ma ho fatto un piccolo cambiamento, nel cui testo ho sostituito la parola invasore con oppressore, perché in Iran non c'è un invasore ma un oppressore. Non è una canzone partigiana, passa per esserlo, ma la cantavano anche le mondine".
 
(contro ogni propaganda...)
 



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