mercoledì 9 novembre 2016 - Marco Barone

Barriere contro i migranti | Il caso di Aquilinia (Ts): in rivolta contro 20 profughi, per 20 giorni di permanenza. La fine della Mitteleuropa

Aquilinia (Žavlje) è una minuscola frazione di un piccolo Comune dell'estremo Nord Est, confinante con la Slovenia.

Slovenia, che in modo ridicolo, ha costruito una sorta di barriera anti-migranti, con reticolati e simili, dissuasori politici e psicologici più che altro. In ogni caso miserabili risposte che hanno seguito le miserabili misure dell'Ungheria, Croazia, Austria ecc. 20 persone, per 20 giorni, e solo nelle ore notturne. Ed apriti cielo.
 
Tra i soliti non siamo razzisti, siamo preoccupati per la nostra sicurezza, non sappiamo chi sono e così via dicendo, barricate corali hanno avuto luogo anche qui. In Italia si è aperta la massima solidarietà nei confronti dei terremotati, cosa giusta e doverosa, ma, verso chi scappa da bombe e distruzione, non essendo italiani, possono anche essere sballottati in ogni ovunque purché fuori da casa nostra. 
 
Certo, è assolutamente vero che nel sistema dell'accoglienza è maturato anche una sorta di business, inevitabile nell'Italia di oggi, lo Stato avrebbe potuto gestire il tutto diversamente e direttamente, invece preferisce dare soldi a chi gestisce determinate situazioni per arrivare all'incredibile bonus gratitudine. Migliaia di euro regalati ai Comuni che hanno ospitato sul proprio suolo un certo numeri di migranti. Che poi in questi Comuni per mesi siano rimasti accampati in mezzo alla strada, in situazioni da quinto mondo, pazienza. Per non parlare del fatto che si sono inventate anche percentuali, un tot di migranti per mille abitanti. Parametri senza senso sforati, in alcuni casi, dalla necessità, in altri neanche sfiorati, perchè vi sono comuni, anche in FVG, che hanno avuto una storia importante di profuganza, a migranti zero, altro che km zero. Il caso di Aquilinia è l'ennesima dimostrazione del fallimento dell'Europa. Morta, defunta, crepata.
 
Ed ha ragione Stefano Lusa quando su Radiocapodistria scrive che "Nel Centro europa cresce la paura dei migranti. Da Budapest ad Aquilinia il messaggio è sempre lo stesso: 'Non li vogliamo nel giardino di casa nostra'. Si dice che a manifestare siano solo poche persone, manipolate politicamente, a cui si dà fin troppo risalto, ma a dirla tutta una città ed un’area che ama decantare il suo multiculturalismo non sembra indignata per quanto sta accadendo.
 
Poche settimane fa una fetta consistente dell’opinione pubblica era insorta per una questione simbolicamente importante, ma tutto sommato effimera, come quella della rimozione dal comune di Trieste dello striscione che chiedeva verità per Giulio Regeni. Ci sono cose per cui ci si mobilita e altre che lasciano indifferenti, quella dei migranti è una di queste. La patata bollente è stata lasciata in mano al sindaco di Muggia, Laura Marzi. A suo fianco non sono scesi opinion leader, intellettuali, attivisti della convivenza, antifascisti di professione. Del resto nella Mitteleuropa nessuno sembra volere avere tra i piedi i rifugiati."
Cosa aggiungere a ciò? Niente, anzi sì, che la Mitteleuropa non esiste più nella società profondamente nazionalistica di oggi.
 
Marco Barone 



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