martedì 2 maggio 2017 - soloparolesparse

Baby Boss, quanto è difficile accogliere in casa un fratellino nuovo

Curioso lavoro questo Baby Boss. Se agli occhi di un bambino può risultare un film totalmente divertente senza andare a cercare livelli più profondi, il giochino che Hendel Butoy e Tom McGrath fanno con gli spettatori adulti è più sottile, più sviante.


Per la parte iniziale del film infatti lo spettatore adulto è portato a credere che sia il bambino grande a vedere il fratellino nuovo come un boss, vesito in giacca e cravatta, dominatore, assillante, vampiro di tutto l’amore che in casa era fino a quel momento dedicato a lui.

Poi si scopre invece che il piccolo nuovo arrivo è davvero un manager in missione, veste davvero in giacca e cravatta (ma i genitori, accecati dall’amore non se ne rendono conto) ed è arrivato per un compito preciso. Insomma non era strano agli occhi del fratello grande, era proprio strano del tutto.

Detto questo però è chiaro che il senso del film rimane valido: l’arrivo di un nuovo bambino sconvolge la vita del fino a quel momento figlio unico, che si sente derubato, escluso, messo da parte, superato, dimenticato. Ovvio e risaputo.

Poi c’è il film. Ed è divertente, ritmato, veloce, coinvolgente. Insomma c’è da divertirsi come tradizione Dreamworks con alcuni personaggi davvero notevoli (protagonista su tutti) ed alcune soluzioni folgoranti.


Ai bambini è piaciuto molto e questo è sempre un metro fondamentale per i cartoons.

La storia? Il piccolo boss è in missione speciale per l’azienda (produzione bambini) per cui lavora. Sembra che i rivali di sempre, quelli che producono cuccioli, stiano per lanciare un nuovo modello che rimane cucciolo per sempre, rischiando di conquistare tutto l’amore degli uomini e mettendo così a rischio la produzione di bambini.

Per scoprire tutto sul nuovo cucciolo si farà aiutare dalla sua squadra di neonati e dal fratello grande, che ha l’unico obiettivo di liberarsi al più presto di lui per poter tornare ad essere l’unico titolare dell’amore in famiglia.




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