venerdì 6 novembre 2015 - Pompeo Maritati

"Avarizia" di Fittipaldi e "Via Crucis" di Nuzzi paradossalmente aiutano Papa Francesco

Le problematiche della nostra politica interna in questi ultimi giorni sono state poste in penombra dal vespaio causato dalla pubblicazione dei due libri “Avarizia” di E. Fittipaldi e “Via Crucis” di G. Nuzzi. Due libri che trattano della deriva di un sistema clericale che pare abbia dimenticato o posto in secondo piano quello spirituale. Vengono riportate informazioni sull’allegra finanza e sul dispendio di risorse finanziarie e immobiliari per consentire un’agiatezza a numerosi alti prelati, aldilà di ogni cristiana giustificazione o, mere finalità di materialismo finanziario dai risvolti non sempre trasparenti. Cardinali che risiedono in abitazione di oltre 400 mq; investimenti finanziari con finalità non certo di solidarietà. Una serie di comportamenti che, così come sono stati riportati, denotano soprattutto tra gli alti prelati della chiesa, una scarsa attitudine a condividere ed ad coniugare alcuni verbi cristiani quali carità, umiltà, solidarietà.

Una brutta pagina, attenzione non della Chiesa ma di alcuni suoi adepti, fenomeno che diventa più grave e rilevante proprio perché posto in essere da coloro che più degli altri avrebbero dovuto esser d’esempio. Una pagina che avvilisce, delude e soprattutto mortifica tutti coloro che nell’ombra ogni giorno dedicano la loro vita ai più deboli nel nome di Cristo. Penso a tutti quei missionari in giro per il mondo, a tutti quei sacerdoti che spesso fanno la differenza in tanti territori disagiati e a tutti coloro che credendo nei verbi cristiani li ha posti in essere a costo della propria vita.

E’ questa la parte più abominevole, irritante e nauseabonda di questa bufera che sta investendo il clero. Un clero che a quanto pare ancora oggi, nel XXI secolo confonde e spesso preferisce il potere temporale a quello spirituale.

Io desidererei andare ulteriormente a fondo in questa vicenda, affrontando un altro tema scottante. Chi ha fatto fare carriera a questi soggetti poco inclini al verbo cristiano? Chi ha perorato le loro candidature, chi le ha valutate e soprattutto come? Penso che l’allegra gestione dei due papati precedenti di cui sento di assolvere in parte Papa Benedetto XVI, dovrebbe avere sulla propria coscienza questa scarsa lungimiranza e capacità valutativa di quegli uomini che, guarda caso, sarebbero dovuti diventare i più rappresentativi di una Chiesa più aderente al verbo cristiano, non solo nelle omelie delle funzioni religiose. 

Ritengo che la chiesa, per sua fortuna, possieda ancora i necessari anticorpi per affrontare con rigorosa determinazione un suo risanamento interno troppo a lungo trascurato ma ha poco tempo da perdere. Questa bufera che si è abbattuta con violenza sull’organizzazione clericale ha messo in risalto molti aspetti negativi che, ed è ancor peggio, già in parte sospettati o evidenziati nei decenni precedenti. E come spesso si dice “non tutti i mali vengono per nuocere” perché questa tempesta, per quanto avvilente e degradante è un evento fausto per Papa Francesco che sin dal primo giorno del suo pontificato ha manifestato la ferma determinazione di riportare la chiesa nel solco di Cristo. Oggi tutti non possono che schierarsi con lui e contribuire fattivamente al risanamento morale ed etico di un sistemo che da troppo tempo aveva intrapreso strade impervie, lontane dall’umile carità cristiana.

I due libri in oggetto penso che saranno forieri di una nuova ventata di rinnovamento e che se Papa Francesco oggi è avvilito, a questi dovrà molto, anche in termini di polizza assicurativa sulla vita. 

 

 




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