sabato 31 dicembre 2016 - Pressenza - International Press Agency

Argentina | Un’altra condanna assurda per Milagro Sala

Nel giro di 24 ore la dirigente sociale fondatrice della Tupac Amaru è stata condannata due volte dai giudici di Jujuy.

Questa volta Milagro Sala veniva processata per il famoso sit-in che dal dicembre 2015 al febbraio 2016 si è svolto di fronte al palazzo del governo di Jujuy. Milagro Sala e la Tupac, insieme a numerose altre associazioni della provincia argentina protestavano in modo assolutamente pacifico, in un'”acampada” perché il nuovo governo di Gerardo Morales aveva lasciato di fatto senza lavoro 18.000 lavoratori delle cooperative.

L’accusa ha sottolineato il grave danno alla circolazione di questa manifestazione e il giudice Matías Ustarez Carrillo ha condannato Milagro a una multa e a essere “inhabilitada para ser electa en organizaciones sociales y políticas por tres años” (interdizione a pubblici uffici e cariche in associazioni per tre anni). La difesa ha immediatamente sottolineato il fatto che in casi analoghi non sia mai stata contemplata l’interdizione dai pubblici uffici e come sia invece stata lesa gravemente la difesa, le cui motivazioni non sono state nemmeno ascoltate.

Subito dopo la nuova condanna Milagro ha dichiarato: “Tutto ciò fa parte di un circo. Questa sentenza è assolutamente antidemocratica e il suo unico obiettivo è quello di continuare a criminalizzare la protesta”. Riguardo ai fatti specifici la dirigente sociale ha anche ricordato che le decisioni durante l’acampada sono sempre state prese in condivisione dall’assemblea dei partecipanti e che le organizzazioni che appoggiavano la protesta erano numerose, ma che sul banco degli imputati c’era solo gente della Tupac. Infine ha ricordato che lei stessa aveva chiesto più volte al Governatore Morales di ricevere una delegazione dei manifestanti per discutere i problemi dell’occupazione di migliaia di membri delle cooperative, che i provvedimenti di Morales avevano lasciato sul lastrico, senza nemmeno i soldi per mandare i bambini a scuola.




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