giovedì 28 aprile 2016 - Angelo Libranti

A destra il caos regna sovrano

Ho iniziato questo articolo tre o quattro volte, nel frattempo la situazione delle candidature comunali variava di giorno in giorno, per non dire di ora in ora, in un quadro politico confuso tanto a destra quanto a sinistra.

Se a sinistra, pur con le divisioni in atto, i candidati sono stati trovati, a destra ancora non hanno trovato la “quadra” e un turbinio di nomi si alternano e si annullano a vicenda.I partiti tradizionali non ci sono più; anche le ideologie, quelle più radicate sono tramontate e prevale il singolo, arroccato con un gruppetto di amici in nuovi partitini o movimenti, creati ex novo o escissi da uno più grande. Si è perso il conto dei passaggi di casacca, da una parte all'altra, tutti parlano, tutti si candidano e l'Italia va a vacca.

A Napoli è rispuntato Bassolino, già Sindaco e già Governatore della Campania, che con invidiabile naturalezza, per non dire faccia tosta, aspira al ritorno a palazzo San Giacomo, incurante delle traversie passate all'epoca della “monnezza” che affogava Napoli e che in parte era pure colpa sua.

E' stato trombato alle primarie, ma sono stati documentati brogli ai suoi danni ed ha preso cappello tanto da minacciare una lista sua, per danneggiare le aspettative del PD, suo partito di appartenenza e favorire implicitamente un secondo mandato al deludente De Magistris, del quale i napoletani non hanno una grande considerazione.

A Milano sembra tutto più tranquillo con i nomi annunciati di Giuseppe Sala per la sinistra, Patrizia Bedori per il M5S e Stefano Parisi, che l'ha spuntata, dopo un sondaggio, su Alessandro Sallusti direttore de “il Giornale” e Maurizio Lupi, già Ministro dei Trasporti.

A Roma la sinistra sembra aver trovato in un poco entusiasta Giachetti il proprio candidato mentre Marino, dimissionato per la ben nota questione dei pizzini, pare abbia rinunciato a presentare una lista sua, che certo avrebbe diviso l'elettorato piddino.

L'unica candidata che non ha problemi, con alte probabilità di vittoria è Virginia Raggi del M5S.

A destra è il caos perché, un giorno si e l'altro pure, una ridda di personaggi si beccano fra loro come galli nel pollaio. Ha cominciato Salvini a rompere una presunta alleanza con Bertolaso e la Meloni, la situazione ha raggiunto il paradosso con la candidatura di nomi improbabili al limite della provocazone a cominciare da quello di Rita dalla Chiesa per finire con quello di Antonio Razzi. Candidature durate lo spazio di un giorno e rientrate non sappiamo se a furor di popolo o per resipiscenza personale.

La Meloni fa una lista per conto suo appoggiata da Salvini, resta poi da capire cosa c'entri Salvini con le questioni romane, lui che ragliava dalla mattina alla sera contro “Roma ladrona”; Marchini aveva già una lista propria e non si capisce bene se sta di qua o di là; Storace intende, pure lui presentare una sua lista; Berlusconi insiste con la candidatura di Bertolaso pur carente nei sondaggi, insomma un quadro a dir poco caotico, sicuramente perdente per tutto il centrodestra.

Le ultime novità, che poi non sono novità, confermano l'intenzione dei leader di presentarsi con una propria lista andando incontro a una sconfitta sicura, salvo forse la Meloni, che ai sondaggi risulta la più gradita all'elettorato di centro destra.

Interessante sarebbe avere una forza unita con i nomi più rappresentativi presentati all'elettorato per ogni singolo assessorato; per esempio Bertolaso allo “Sviluppo e manutenzione urbana”, Meloni ai “Servizi per la famiglia e i giovani”, Storace alle “Politiche sociali e salute”, Marchini alla “Programmazione e attuazione urbanistica”.

E' proprio Marchini il nodo dell'intesa, essendo candidato a Sindaco di Roma in pectore già da un po' di anni, non molla la sua posizione.

Credo che con una coalizione così formata il centro destra avrebbe molte possibilità di vittoria, ma si sa l'orgoglio personale prevale e non se ne farà nulla, alla faccia di tutti quelli che dicono che si candidano per il bene di Roma e dei romani.




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