mercoledì 8 marzo 2017 - Leandro Malatesta

8 marzo | "Tre figlie di Eva", un libro per leggere la Giornata Internazionale della donna

E' importante che una data simbolica e significativa come quella dell'8 Marzo venga celebrata con la ricerca del senso che anima una data come questa.

Il ruolo della donna nella nostra società va posto al centro in maniera costante in modo da poter costruire una società a “misura di donna” dove il pieno rispetto e la piena uguaglianza dei diritti uomo/donna sia una realtà concreta e non solo un sogno lontano.

 

Per fare ciò è necessario l'impegno totale da parte di tutti quanti e per non smettere di porre l'accento su una rivoluzione necessaria sembra interessante come il mondo dell'arte possa aiutare tale processo.

Mi preme quindi segnalare un libro la cui lettura può segnare il percorso verso tale traguardo.

“Tre figlie di Eva” (Edito da Rizzoli) della scrittrice turca Elif Shafak è un libro davvero molto significativo per ciò che racconta ed il modo con il quale lo fa.

La Shafak è autrice molto apprezzata come lo conferma il successo dei precedenti lavori quali “La Bastarda di Istanbul” o “La casa dei quattro venti” solo per citarne alcuni.

In questo suo ultimo lavoro le protagoniste sono tre (appunto le tre figlie di Eva): Nazperi Nalbantoglu (detta Peri), Shirin e Mona.

“La storia è un intreccio tra il presente (2016) ed il passato (2001) ad Oxford. Ad Istanbul seguiamo Peri la quale ha trentacinque anni, tre figli, un marito e una vita agiata. Si sta recando a una cena lussuosa quando subisce lo scippo della borsa. Riuscirà a mettere in fuga il ladro ma dalla borsetta cadrà una vecchia polaroid in cui compaiono quattro volti: un uomo e tre giovani ragazze a Oxford. Una è Shirin, bellissima iraniana, atea e anticonformista; la seconda è Mona, americana di origini egiziane, osservante, fondatrice di un gruppo di musulmane femministe e poi Peri, cresciuta osservando il laico secolarismo del padre e la devota religiosità islamica della madre, incapace di prendere posizione sia nel dibattito famigliare sia nel suo stesso conflitto interiore. Tre ragazze diverse che diverranno amiche: la Peccatrice, la Credente e la Dubbiosa. L'uomo nella foto invece è Azur, docente di filosofia e sostenitore del dubbio come metodo di comprensione della realtà. A Oxford la giovane Peri cercava la sua «terza via», la stessa che predicava e professava Azur, di cui si innamorerà. Sarà questo incontro a cambiarle la vita, fino allo scandalo che la riporterà in Turchia.”

Dalla sinossi si capisce subito la rilevanza nel contesto attuale che un libro come questo possa avere.

Porre domande è il compito di ogni scrittore (compito al quale Elif Shafak non sfugge) svolgendo così la propria funzione tesa a destare dal torpore una società come la nostra.

Le istanze non devono però essere lasciate cadere nel vuoto da chi la società la compone.

E compito di chi scrive un elaborato come questo è quello di destare la curiosità verso le domande generate da un libro come “Tre figlie di Eva”.

Mi piacerebbe concludere citando Oscar Wilde: “date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto.”

 

 

 




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